Otto anni fa, il gruppo italiano chiamato Elio e le storie tese presentava al pubblico un brano tanto innovativo quanto strano. La scena musicale nostrana, perlomeno quella di dominio di massa, allora non brillava per freschezza e vivacità; la band si presentò quindi ai nastri di partenza del Festival di Sanremo del 2013 con un singolo chiamato La canzone mononota. Insomma, già leggendo il titolo della canzone si riusciva a comprendere il vario e vastissimo repertorio del gruppo. Detto questo, la base musicale era composta per le sezioni più significative della canzone da una sola nota, con Elio (il cantante) capace di accompagnare l’ascolto mantenendo comunque sempre la stessa tonalità di voce. Beh, Omega: The Beginning è stato realizzato seguendo uno spartito simile, solo riportato diverse ottave più in basso.
C’è una parte de La canzone mononota nella quale Elio scherza sul fatto di poter scalare la sua voce verso tonalità molto acute o quasi baritone in lassi di tempo minimi. Omega: The Beginning non la pensa allo stesso modo, partendo da uno scenario tetro e misterioso e rimanendoci fino al termine di questo primo episodio. Uscito ormai nel 2020, l’opera di Monkeys Tales ci mette di fronte al destino di un’amicizia segnata da un tragico destino; il piccolo Teni, migliore amico di Scott (protagonista), perde la gamba a causa di un fortuito incidente d’auto. L’evento, per quanto siano gli stessi genitori del ferito ad ammettere come la vera colpa sia dell’automobilista disattento, porta Scott in uno stato di perenne apprensione per l’amico. E qui potrete pensare: magari prova solo pena, oppure vuole far sentire la propria vicinanza il più possibile in questo periodo difficile, ma non è così semplice. Nulla può esserlo, dopo ciò che è successo.
Scott e Teni come Sherlock e Watson
Durante la scarsa ora di gameplay che mi ha accompagnato tra l’inizio e la fine del primo episodio di Omega: The Beginning avevo un pensiero fisso in testa (Spoiler sulla serie Sherlock da qui in avanti). Il modo in cui ci viene presentato il rapporto tra Teni e Scott a seguito dell’incidente è molto affine a ciò che accade nella serie BBC dopo la finta morte di Sherlock Holmes: la dedizione che mette Watson a disposizione dell’amico, una volta perdonato, è irremovibile, quasi tossica visto come viene spesso trattato dal genio dell’investigazione. E allo stesso modo, Scott si prodiga alla felicità di Teni senza pensare ad alcuna conseguenza che potrebbe aggravarsi sulla sua persona.
Il perché è presto detto, già durante i primissimi minuti di Omega: The Beginning. Scott si sente profondamente in debito con l’amico, dato che a calciare quella maledetta palla in mezzo alla strada è stato proprio lui. L’espressione che gli sviluppatori hanno voluto fornire al personaggio non è poi casuale: egli appare sempre con il viso rattristito e con una postura classica da sensi di colpa profondi. Anche quando interagisce con i suoi genitori o con quelli dell’amico, Scott sembra quasi senta il bisogno di chiedere scusa per ciò che crede di aver fatto. Tutti e tre i giorni spesi nei suoi panni appaiono sommersi da un grigiore senza possibilità di far filtrare la luce, nemmeno una volta riavuto il suo amico dopo la lunga degenza che ha dovuto sopportare. Ci catapultiamo da Teni in sella al nostro bolide d’acciaio, convinti che ciò farà star meglio sia noi che lui, ma non otterremo nulla di tutto questo, anzi.
L’amicizia malsana
Se, come si suol dire, gli amici sono realmente la nostra risorsa più grande, allora perché ci si trova troppo spesso a vivere la stessa situazione di Scott? Il rapporto mononota che lega i nostri protagonisti è talmente lampante dal farci pensare come l’obbiettivo di Monkeys Tales, almeno in questo primo episodio di Omega: The Beginning, fosse quello di porre l’attenzione su questa tematica. Mentre noi saremmo disposti ad arrivare sulla luna e tornare indietro pur di aiutare Teni, lui dimostra solo di volerci sbolognare tutti i dissensi che ha con la super apprensiva madre; il che andrebbe anche bene, gli amici servono anche a questo, se non fosse che agiamo mossi prima dai sensi di colpa rispetto al bene verso il prossimo. E non esiste modo di rendere un’amicizia più malsana di così, anche in un videogioco.
Il piccolo gioiello prodotto dal giovane studio italiano sembra portare al centro dell’attenzione una tematica poco trattata nell’industria. In un mondo dove tutti i migliori amici saranno sempre tali senza mai rischiare di tradirsi l’un l’altro, lo schema che abbiamo al termine di Omega: The Beginning del rapporto tra Scott e Teni corre decisamente controcorrente. Il primo fa di tutto per il secondo, mentre quest’ultimo pensa a scappare dai suoi problemi senza nemmeno coinvolgere l’amico, che sarà comunque disposto a compiere qualunque gesto pur di non sentire più il vuoto causato dal dolore che crede di aver procurato nel suo compagno più fedele. Ergo, la vera domanda da porsi è: siamo di fronte a due amici che riescono a far risuonare melodie provenienti da spartiti affini, o uno suona mentre l’altro rimane mononota, nel silenzio della sua noncuranza? Beh, non ci resta che aspettare il secondo capitolo di questa storia per scoprirlo. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, e vi aspettiamo su Kaleidoverse e nel nostro canale Telegram per rimanere sempre sintonizzati.