Con l’arrivo in Italia dell’ultima fatica di Hideaki Anno, Evangelion 3.0+1.0 Thrice Upon a Time, disponibile dal 13 agosto su Amazon Prime Video, tra le varie community di appassionati si è riaccesa la passione che da nove anni giaceva sopita, all’ombra dei rewatch. Al fianco dei fan attempati, si affollano innumerevoli nuovi adepti. Come capita spesso in occasione del ritorno in auge di un brand storico, frotte di nuovi fruitori tentano di approcciarvisi, un po’ per curiosità, un po’ per non sentirsi esclusi dalle ferventi discussioni che inondano il web. E quale miglior periodo per mettersi in pari se non questo, in cui tutto il materiale necessario è disponibile su Netflix ed Amazon Prime Video? Prima di parlare, però, di piattaforme streaming, inoltriamoci nell’universo di Evangelion e cerchiamo di capire qual è il giusto percorso da seguire.
Le origini: la prima serie
La prima serie di Evangelion, uscita in Giappone nel 1995 (titolo completo: Neon Genesis Evangelion), apre le porte alla visione. Si tratta infatti del primo contenuto di cui fruire, la prima estrinsecazione dell’opera. Conta 26 episodi della durata di circa 24 minuti ciascuno.
Il Giappone ha molto spesso abituato ad un ordine che vede pubblicato per primo il manga dell’opera di turno con annesso anime successivo, necessario alla sua sponsorizzazione. Il mantra “il manga è meglio” è ormai un idealistico brocardo che si aggira sibilante tra le community di appassionati dell’intrattenimento nipponico.
L’opera di Anno ribalta tale status. Evangelion, come le sue opere precedenti (ad esempio “Nadia e il Mistero della Pietra Azzurra)”, nasce concettualmente come prodotto audiovisivo ed è innegabile che quella dello schermo sia la sua dimensione: la dinamicità delle sequenze, gli scontri animaleschi, le coreografie aggraziate, le doviziose musiche e gli inenarrabili silenzi sono elementi che, al pari di una storia mozzafiato, regalano allo spettatore tutti i piani concettuali di lettura dell’opera. Questa prima serie può esser tranquillamente recuperata su Netflix.
La prima cesura: Death&Rebirth ed End Of Evangelion
Come magari molti avranno già sentito dire, gli ultimi due episodi della serie sono figli di una storia travagliata. Tante leggende si sono avvicendate negli anni: dal budget ridotto alla scarsa voglia di Anno ad una semplice scelta eccentrica di regia. Il consiglio che ci sentiamo di dare è guardarli senza spauracchi. Serve ricordare come ogni frame sia diegetico alla comprensione dell’opera.
Purtuttavia, Hideaki Anno nel 1997 prende la decisione di narrare in maniera più precisa e meno concettuale gli avvenimenti degli episodi 25 e 26. In quest’ottica viene prima pubblicato Death&Rebirth, un riassunto cinematografico dell’intera serie originale che nella prima parte di pellicola si limita ad aggiungere qualche scena inedita, mentre nella seconda parte inizia ad introdurre quello che sarà, di lì a poco, il film conclusivo del “primo” Evangelion: End Of Evangelion. Pellicola dall’importanza inimmaginabile, End si prepone di puntare quelle rimaste scoperte. La psiche irrequieta del regista si sprigiona con una potenza devastante e dal forte impatto visivo ed emotivo. Ad oggi, una delle migliori creazioni del brand Evangelion. Come la serie originale, anche questi due film sono recuperabili su Netflix.
La ripartenza: Rebuild Of Evangelion
Se per molti la storia di Evangelion era oramai finita, così non fu per il suo creatore e regista. Anno, nel 2007, prese la decisione di ricostruire Evangelion. Lasciato lo studio Gainax e fondato lo studio Khara, il visionario regista si approcciava a ridar vita ad una delle opere più discusse degli ultimi trent’anni. Proprio in quel 2007 vide la luce Evangelion 1.0 You Are (Not) Alone. Il film si propone come nuova estrinsecazione della serie originale, ripartendo dall’inizio della narrazione così come l’avevamo conosciuta.
Nel 2009 arriva il sequel, Evangelion 2.0 You Can (Not) Advance che si rende necessario a far comprendere a pieno le intenzioni di questa nuova produzione: rappresentare forse una strada alternativa, forse la vera storia mai narrata, forse ancora un sequel dell’opera originale. Nel 2012 esce Evangelion 3.0 You Can (Not) Redo per poi concludere la tetralogia nel 2021 con Evangelion 3.0+1.0 Thrice Upon a Time (trovate qui la nostra recensione).
Tante se ne sono dette sui Rebuild. Per molti sono stati una semplice operazione commerciale innecessaria, per altri sono fondamentali per chiudere un cerchio iniziato 26 anni fa. Il nostro consiglio è di recuperarli, consapevoli della loro natura di sequel. Non siamo qui per parlare di teorie e di come determinate conferme, arrivate con l’ultimo film, diano praticamente la certezza che si tratti di veri e propri sequel, basterà vedere e capire per credere. La tetralogia dei Rebuild Of Evangelion è interamente recuperabile su Amazon Prime Video.
N.B. Le versioni 1.11, 2.22 e 3.33/3.333 non sono nulla di diverso dai film appena descritti. Si tratta di semplici nomenclature date in base al loro mezzo primario di distribuzione ( “.0” sarebbero le versioni cinematografiche; “.11- .22- .33” sono le versione in Blu-Ray; “.333” sarebbe la versione rimasterizzata in 4k del terzo film)
Aldilà del canon: Neon Genesis Evangelion — Manga
Sì, esiste il manga di Evangelion. Sceneggiato e disegnato da Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie animata, si compone di 14 volumi ed è figlio di una travagliata pubblicazione iniziata nel 1994 e conclusasi nel 2014. Il suo scopo era quello di generare interesse attorno all’imminente uscita dell’anime. Nonostante non sia un’opera scritta dal creatore di Evangelion bensì da un suo stretto collaboratore, i fan sono sempre stati abbastanza concordi nel considerarlo al limite del canonico.
Sempre alla luce di alcune teorie di cui non staremo qui a discutere, anche il manga può vantare una propria importante collocazione nella cosmogonia di Eva. Per alcuni, il finale del manga rappresenta il finale meglio scritto di tutta l’opera e, per certi versi, Anno stesso non ha certo voluto nascondere la sua affezione per quell’epilogo, citandone alcuni passaggi nel finale di Evangelion 3.0+1.0.
Il nostro consiglio è di approcciarsi alla lettura solo dopo aver recuperato tutto il materiale audiovisivo principale. Il manga sarà un’ottima lettura per chi si sentirà orfano di personaggi che, frame dopo frame, ha imparato ad amare. Leggerlo sapendo che non è canonico in senso stretto, ma che rappresenta un tassello di un’importante teoria, vi permetterà di goderne al meglio.
Per onor di cronaca, va detto che esistono diversi manga spin-off su Evangelion che non ci sentiamo di consigliare in quanto non canonici e nemmeno chissà quanto interessanti. Nulla di utile.
In conclusione
Evangelion è un’opera complessa a cui sconsigliamo un approccio pigro e svogliato. Che lo si voglia o meno, il livello di attenzione dovrà essere alto o la sensazione sarà di totale straniamento durante la fruizione. Ma non fatevi scoraggiare: Eva è orai diventato un cult sovra-generazionale, le possibilità che diventi la vostra opera preferita sono alte quanto quelle che, alla prima visione, non ci capiate nulla. E va benissimo così. Questa è la vera “esperienza Evangelion”, non permettete a nessuno di rovinarvela. Se questo approfondimento è stato di vostro gradimento, vi invitiamo a iscrivervi al nostro canale Telegram e a seguirci su Kaleidoverse!
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