Proprio nelle ultime ore è stato aggiornato il sito ufficiale di Mahou Shoujo Magical Destroyers, aggiungendo oltre a nuovi dettagli anche una prima visual. Dalla pagina è possibile vedere che la produzione della serie sarà a cura di Bibury Animation Studios, il quale ha lavorato alla creazione di anime piuttosto lontani dal genere mahou shoujo, come Azur Lane e Go-toubun no Hanayome. Un teaser trailer molto criptico, uscito il 14 maggio, poneva come protagonisti un “eroe otaku” e la “ragazza magica Anarchy“. Autore e artista della serie è Jun Inagawa, un giovane ragazzo giapponese di 21 anni che ha di recente iniziato a far parlare di sé per via del successo che ha conseguito attraverso le sue illustrazioni usate in diverse collaborazioni in vari brand di streetwear, oltre che alla creazione di alcuni brani musicali underground. Proponiamo qui sotto il video in questione:
Mahou Shoujo Magical Destroyers, ovvero le mahou shoujo di Jun Inagawa
Tutto ciò che Jun Inagawa crea viene riversato nella rappresentazione della sua visione di “otaku moderno“. In un’intervista, Jun ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti circa la sua arte.
Alla domanda se le mahou shoujo che disegna avessero una backstory o un qualche retroscena, Inagawa risponde che non c’è una specifica backstory, ma che ha iniziato a disegnarle perché pensava sarebbe stato meglio avere mahou shoujo più genuine e che possedessero qualità umane. Ed è così che, a un certo punto, gli stessi personaggi iniziano a fumare e a drogarsi. Non importa che siano carine, perché di nascosto fanno cose cattive. Per questo ha deciso di disegnarle con i loro aspetti più brutti in bella vista. Non c’è nessun messaggio profondo da trasmettere. Gli è sempre piaciuto vedere anime con ragazze protagoniste e disegnare delle ragazze, dunque questo è solo un’estensione di ciò.
L’intervista prosegue, e viene chiesto all’artista con quali anime e manga lui sia cresciuto. Per quanto riguarda le mahou shoujo, Jun afferma che al suo tempo Puella Magi Madoka Magica fosse popolare. Inoltre, per lui c’è stato anche l’anime Bokusatsu tenshi Dokuro-chan, che considera alquanto grottesco. Questo anime è simile al suo worldbuilding. Voleva disegnare ragazze carine ma violente, che ascoltano e agiscono secondo i loro istinti.
Quando gli viene chiesto cosa significasse per lui essere un “otaku“, Inagawa risponde che “otaku” non è un’etichetta, ma uno stile di vita. Pensa che avere qualcosa su cui ossessionarsi ti renda un “otaku”. Per un periodo ha postato disegni caratterizzati da una “fusione di moe”, mescolandovi anime, hip-hop, e un’estetica streetwear. Ciò che fa è disegnare quello che gli piace, e questo mix di diverse subculture è del tutto non intenzionale.
Nell’intervista e nella sua arte, Jun Inagawa esprime spesso una forte attrazione per Akihabara, porzione di Tokyo conosciuta specialmente per la cultura di anime e manga che la pervade, e che secondo l’artista possiede un proprio stile anche per quanto riguarda gli abiti indossati dai suoi frequentatori. Essi indossano vestiti pratici, comodi, che si abbinano al loro stile di vita, senza pensare ai trend del momento o all’opinione altrui.
In conclusione, con Mahou Shoujo Magical Destroyers possiamo aspettarci da questo anime qualcosa di profondamente diverso dai mahou shoujo che abbiamo conosciuto finora con i Precure, o con anime dai tratti più dark come Madoka Magica, Mahou Shoujo Site e Mahou Shoujo Ikusei Keikaku. Infatti, Inagawa non sembra mirare al voler raccontare una storia che prende una svolta tragica, ma piuttosto intende narrare gli aspetti più realistici della cultura di strada, mettendo in campo scene più “crude” e “sconvolgenti”, attraverso l’ausilio della violenza e delle droghe. Insomma, l’artista non punta a una determinata demografia, vuole solamente rappresentare ciò che ha sempre fatto attraverso le sue creazioni. Per gli interessati all’intervista integrale, può essere letta in inglese tramite questo link. Per ulteriori news in fatto di anime e manga, suggeriamo caldamente di dare un’occhiata al nostro sito Kaleidoverse e di seguirci su Telegram.