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Home»Film/Serie TV»Nightbooks – Racconti di paura Recensione: 2 bambini, 1 strega ed il gatto
Film/Serie TV

Nightbooks – Racconti di paura Recensione: 2 bambini, 1 strega ed il gatto

Nicolò Captain AquinoBy Nicolò Captain Aquino17 Settembre 2021Nessun commento6 Mins Read
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Nightbooks – Racconti di paura è il nuovo film Netflix appena uscito, tratto dall’omonimo libro horror-fantasy per bambini di J. A. White, con Krysten Ritter (Jessica Jones) nei panni della strega, insieme ai due bambini protagonisti Lidya Jewett (la piccola Nakia in Black Panther) e Windlow Fegley (Byron in Come Play). Prodotta da Sam Raimi e Robert Tapert con la Ghost House Pictures, la pellicola è diretta da David Yarovesky, regista de L’angelo del Male – Brightburn che preso parte anche a Guardiani della Galassia, con la sceneggiatura a cura di Mikki Daughtry e Tobias Iaconis. Un’opera dedicata ad un pubblico trasversale che riesce nel suo intento a pieno, spaventando quel poco che basta i piccoli spettatori che si affacciano al genere per la prima volta e intrattenendo i veterani dell’horror con una trama mai scontata, semplice ma dai risvolti interessanti e brillanti.

Nightbooks: la trama

Alex è un bambino di Brooklyn innamorato dell’horror e di tutto quello che è spaventoso, appassionato a tal punto da scrivere racconti di paura di suo pugno. Dopo alcuni avvenimenti riguardanti la sua festa di compleanno, decide però di smettere e bruciare il suo prezioso quaderno. Mentre si reca a compiere l’atto infausto, cade purtroppo in una trappola che lo porta direttamente nelle grinfie di una strega chiamata Natacha, dove conosce l’altra bambina già prigioniera Yasmin. I due dovranno dimostrare di essere utili alla donna malvagia per tenere cara la vita, e nel mentre escogitare un piano per fuggire il più presto possibile dalla spaventosa casa.

La semplicità non è sinonimo di banalità

Apparentemente potrebbe sembrare la classica storia già vista e rivista, ma vi assicuro che questi 103 minuti di spettacolo non vi annoieranno e vi faranno apprezzare la semplicità di un’avventura raccontata bene. Ben curata nei dettagli scenografici che rendono la casa-prigione macabra e magicamente affascinante, costumi che contribuiscono a caratterizzare i personaggi e le loro personalità a pieno, effetti speciali senza troppe pretese e budget ma ben realizzati, per un insieme di elementi che contribuiranno a stregarvi durante la visione.

La strega deve essere quella cattiva senza scrupoli che mangerebbe persino un cucciolo d’uomo innocente, i bambini devono farsi coraggio per affrontare l’enorme paura del mostro e combatterlo, puntando sulla collaborazione e amicizia – messaggio ben esposto e trattato con riguardo nel film – dando fondo a ciò che di grande è in loro. Il gatto, beh, questa è una sorpresa che mi trattengo dal dire e riservo a chi vuole godersi Nightbooks senza sapere dettagli.

Le storie nella storia di Nightbooks

Da apprezzare senza dubbio è la matrioska di storie distribuite all’interno della pellicola. Far prendere vita ai racconti goffamente paurosi del protagonista, come fossero dei mini-film nell’opera, la trovo personalmente un’ottima scelta di sceneggiatura che all’atto pratico riesce a non distogliere l’attenzione di chi guarda, con animazioni disegnate e colonne sonore che riescono a far percepire tutte le emozioni trasmesse dal bambino che le narra. Senza fare spoiler vi dico che c’è un’altra storia ben conosciuta da tutti, rivelata soltanto verso la fine, genialmente camuffata ed unita alla trama principale.

Ho trovato una piacevole sorpresa durante la visione, ovvero come abbiano voluto mandare un messaggio a tutti quelli, che per un motivo o per un altro, vengono esclusi dalle persone a loro care rimanendo soli ed etichettati come “strani” o “sfigati”. Il modo di vestire, gli hobby più disparati, la propria personalità, questi sono alcuni dei principali fattori che rendono spesso emarginati, vuoi perché non conformi alla “normalità” o perché non accettati dalla cerchia in cui ci troviamo; per fare un esempio: la passione per i rettili o per gli oggetti macabri. Avere una passione che in pochi hanno potrebbe far scaturire un’esclusione da parte di chi, invece, fa le solite cose che la stragrande maggioranza delle persone fanno. Dal punto di vista psicologico è bene far capire, soprattutto sin da bambini, che bisogna accettare le diversità che abbiamo e non ripudiarle o prenderle in giro; questo perché, almeno personalmente, le trovo una fonte di ricchezza utili ad accrescere il nostro bagaglio culturale e personale.

Ma Nightbooks – Racconti di paura, fa veramente paura?

Se stai cercando il classico film che dopo il primo piano sull’attore ne inserisce un altro all’improvviso, sul mostro o assassino di turno, accompagnato dal volume della colonna sonora che schizza alle stelle e volto unicamente a farti saltare dal divano, ti dico che questo non è il titolo che fa per te. Per me tale sequenza è una cosa “brutta” che mi fa perdere interesse nella visione, visto che vorrei evitare infarti prematuri ed inutili; apprezzo molto di più quelle storie sussurrate intorno a un falò che ti fanno guardare intorno quando senti un rumore in casa, mentre sei nel letto. Questa è la definizione di un film pauroso secondo me, quello che continua a farti paura anche quando hai spento la televisione. Ci sono ovviamente creature spaventose a loro modo all’interno di Nightbooks, perché l’idea è quella di far affacciare al genere horror-fantasy anche quei piccoli spettatori alle prime urla…ehm armi, così da far nascere magari una nuova passione in loro senza creare traumi eccessivi. Allo stesso tempo però, come ho già detto, deve essere un film piacevole anche all’occhio adulto, capace di intrattenere senza scene raccapriccianti di unghie stride sulla sedia (sì “Le colline hanno gli occhi” è il mio trauma).

Le nostre conclusioni su Nightbooks – Racconti di paura

Nightbooks – Racconti di paura è un film che vi consiglio, che siate amanti del genere o meno, per una serata in famiglia oppure da vedere da soli con un bel carico di Junk-Food, per non dire McDonald’s, come ho fatto io. Il film è ben fatto, gli attori davvero bravi e non vi accorgerete di aver passato un’ora e quaranta davanti la televisione. Una pecca però la dovevo trovare e come di solito accade è nella parte finale, non mi hanno entusiasmato alcune scene e battute inserite ma leggerò il libro per verificare se c’è lo zampino di Netflix o meno. Vi lascio ora spazio al trailer ufficiale per incuriosirvi maggiormente se l’articolo non sia bastato.

Spero che la recensione vi sia piaciuta e che vi abbia invogliato a dare una chance al film, vi ricordo inoltre che per tutte le nostre future recensioni, anteprime, novità e quant’altro vogliate del mondo cinematografico, è a vostra completa disposizione il nostro canale Telegram e sito internet Kaleidoverse con tutti gli ultimi aggiornamenti (abbiamo anche Facebook e Instagram per i più social).

70%

Nightbooks - Racconti di paura è un film interessante e piacevole da guardare sia da soli che in compagnia, utile anche per introdurre i bambini al genere e scoprire nuovi fronti cinematografici. Il cast ha svolto un ottimo lavoro riuscendo ad intrattenere meravigliosamente il pubblico e non risulta scontato seppur con una trama apparentemente di facile intuizione. Originale per certi versi, regala effetti speciali e colori davvero apprezzati nella loro semplicità, insomma consigliato per tutti.

  • 7,5
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