A differenza di quanto avvenuto con Wii U, il catalogo di porting presenti su Nintendo Switch è in continua espansione, siano essi inerenti a giochi di vecchia data che a giochi di ultima generazione. Data la grande e crescente popolarità della console ibrida della grande N, molte software house decidono di investire in questa particolare console; nonostante questo significhi impiegare ulteriori tempo e risorse mirati all’alleggerimento e all’ottimizzazione dei propri titoli.
Non è una novità: la Switch è la console dall’hardware meno performante sul mercato. Da questo punto di vista, reggeva a malapena il confronto con le concorrenti PS4 e Xbox One (senza considerare le loro rivisitazioni); e con l’arrivo della next-gen, il divario tecnico può solo che ingrandirsi. Proprio per questo, molti si aspettavano, al posto dell’annuncio di Switch OLED, una vera e proprio “Switch Pro”: cosa mai successa. La notizia ha portato con sé molta perplessità, visto che, escluso il nuovo schermo OLED (e altre migliorie), il nuovo modello è identico alla console uscita all’inizio del 2017.
Una voce fuori dal coro
In un’intervista per Nintendo Everything, il Lead Game Designer di Saber Interactive, Dmitry Grigorenko sostiene, non solo che non c’è bisogno di una “Switch Pro”, ma anche che non esistano porting impossibili.
Prosegue:
“Ovviamente, la soluzione migliore sarebbe quella di un hardware migliore, meno soggetto a limitazioni, ma non credo che la Switch abbia così tanto bisogno di una versione potenziata. Saber e molti altri talentuosi studi hanno già dimostrato che il port impossibile non esiste. Le console Nintendo non sono mai state incentrate sulla potenza dell’hardware ma su nuove modalità che possono migliorare l’esperienza di gameplay, e sono curioso di vedere che cosa si inventeranno prossimamente. Ogni gioco che rilasciamo su Switch spinge sempre di più l’hardware della console. World War Z si è rivelato una sfida più impegnativa, rispetto ai nostri vecchi progetti e sono sicuro sicuro che anche il nostro prossimo lavoro farà parlare di sé.”
Una posizione abbastanza netta, quella di Grigorenko, su un tema che in effetti divide da tempo molti opinionisti dell’industria videoludica. Per lui non importa, più di tanto, che i giochi debbano essere downgradati per girare su Switch, basta che il gameplay rimanga intatto e che si riesca comunque a mantenere un livello grafico dignitoso.
Un’opinione del tutto rispettabile, considerando che viene da un responsabile del team che ci ha dato il port su Switch di The Witcher 3 (impresa che sembrava di fatto quasi impossibile) e che è sempre al lavoro su questo tipo di progetti, a partire dal prossimo venturo World War Z (in uscita il 2 novembre). Non scordiamoci, inoltre, i ragazzi di Panic Button, considerati, anche loro, dei maestri dell’ottimizzazione su Switch, che sono riusciti a portare sulla console ibrida titoli come Doom, Doom Eternal e Warframe. Davvero non abbiamo bisogno di una Switch potenziata? Fateci sapere la vostra. Per rimanere sempre aggiornati su notizie a tema Gaming e non solo, visitate il nostro sito Kaleidoverse iscrivetevi al nostro canale Telegram.