Gentili lettori, mettetevi comodi perché oggi voglio portarvi nel fantastico mondo di Mo Dao Zu Shi, Conosciuto anche come The Founder of Diabolism. Questo donghua – termine che indica un adattamento anime cinese – si basa sull’omonimo romanzo BL di Mo Xiang Tong Xiu. Il regista è Xiong Ke, mentre Liang Sha, Liu Xing e Zhu Ke curano la sceneggiatura. Prodotto dalla Tencent Penguin Pictures e B.C May Pictures, e creato da G.CMay Animation & Film. La serie si svolge in un mondo fantasy, Xiãxiá, in cui gli umani tentano raggiungere uno stato di immortalità, noto come Xian, attraverso un percorso di coltivazione dell’anima. Le vicende ruotano attorno al primo creatore del Mo Dao (percorso demoniaco). L’opera è costituita da tre stagioni, l’ultima si è conclusa proprio pochi giorni fa. Spesso quando una serie è ben fatta è capace di rapire il pubblico già alle prime battute, e proprio per questo voglio descrivervi l’intro di questo progetto, capace i suscitare una svariata gamma di emozioni.
L’introduzione di Mo Dao Zu Shi
Il primo episodio di Mo Dao Zu Shi ci introduce alcuni avvenimenti accaduti a un certo capostipite di un clan, il patriarca Yiling, Wèi WúXiàn. Parte così la prima scena: ci troviamo in un bosco, è una notte apparentemente placida, quando il silenzio viene interrotto da una serie di rumori. Passi frettolosi e pesanti, un gracchio stridulo e improvvisamente un flauto. L’inquietante melodia squarcia la notte, con un potenza e intensità folgoranti. L’inquadratura si allarga e riprende l’autore di tale musica. In piedi su un albero, illuminato dal bagliore della luna piena, un uomo dai capelli lunghi semi raccolti da un nastro rosso che danza nel vento, vestito con abiti neri, bello quanto sicuramente pericoloso. Intorno a lui uno stormo di corvi che si librano attratti. Tale visione è la causa scatenante della fuga del gruppo di mal capitati, consapevoli di essere incappati nel peggior nemico possibile. Vi starete chiedendo, perché avevano così paura di costui? E perché suonava un flauto? Beh perché lui è Wèi WúXiàn, creatore dell’arte demoniaca, che esercita tramite il suo particolare strumento, Chenqing. Le note provenienti da quest’ultimo hanno un potenziale al dir poco oscuro, capace di resuscitare i morti e renderli degli zombie succubi di ogni ordine proveniente dal proprio padrone. Capite ora? Inutile dirvi cosa accadde alla sfortuna compagnia.
La scena si interrompe e susseguono varie immagini ritraenti delle battaglie, da narratori abbiamo diverse persone che chiacchierano fra loro, come fossero al bar. Da buoni pettegoli, scherniscono e deridono il protagonista di tali vicissitudini, ovvero il patriarca Yiling. Scopriamo così che le casate principali che dominano il mondo della coltivazione si sono coalizzati per assediare il monte dei sepolcri, base di Wèi WúXiàn, per eliminarlo. Il giovane viene infatti accusato di essersi lasciato plagiare dal potere demoniaco, e date le sue enormi capacità era diventato una minaccia troppo grande. L’armata riesce nel suo intento, uccidendo il capostipite, il quale però prima di morire distrugge l’arma più potente da lui mai creata, il sigillo della Tigre di Stygian.
Con uno sbalzo temporale, veniamo catapultati a 13 anni dopo, dove pace e serenità caratterizzano le giornate di ognuno, ma ben presto la tranquillità viene infranta dall’innesco di un piano talmente intrigato e dettagliato, che ci accompagnerà da qui fino all’ultimo episodio della saga.
La prima stagione
Possiamo definire la prima stagione di MDZS (acronimo per Mo Dao Zu Shi) come una parte introduttiva. Abbiamo la presentazione delle più importanti scuole di coltivazione, Jiang di Yunmeng, Lan di Gusu, Jin di Lanling, Nie di Qinghe e Wen di Qishan. Conosciamo inoltre alcuni personaggi che ci accompagneranno durante lo sviluppo della trama, che sono: Jiang Cheng, capostipite della scuola Jiang, suo nipote Jin Ling, della scuola Jin, ma anche Lan JingYi e Lan SiZhui, della scuola Lan. Dello stesso clan fanno parte anche le due Giade Gemelle, i maestri Lan Xichen e Lan WangJi, due uomini belli e devoti al rispetto delle innumerevoli leggi della loro casata.
Inizialmente è davvero complesso comprendere che tipologia di legame ci sia fra tutti loro, ma grazie all’escamotage di un lungo flashback riusciamo mano mano a comprendere non solo il carattere dei personaggi, ma anche quanto gli eventi del passato abbiamo una fortissima influenza su quelli attuali. Dal secondo episodio in poi, ritorneremo infatti al loro periodo adolescenziale, acquisendo molte informazioni anche sulle abilità, contesti familiari e stili di vita di ognuno di loro. Verremo inoltre a conoscenza di alcuni avvenimenti legati ad una feroce guerra e i dettagli sulla campagna Sunshot. La funzione principale quindi di questa prima stagione è quella di introdurci con curiosità verso la ricerca di nuove informazioni, consapevoli del fatto che tutto è estremamente collegato, niente è lasciato a caso ed anche il più banale dettaglio è magistralmente posizionato in modo da dare un indizio, su quello che poi scopriremo.
Come abbiamo visto, i primi minuti del primo episodio ci introducono avvenimenti di 13 anni prima rispetto all’arco narrativo presente, in cui ci viene descritto un protagonista crudele, capace di non fermarsi nemmeno davanti la morte, ma anzi utilizzandola. Tuttavia, questa descrizione va in completa contrapposizione con quello che vedremo nella prima stagione, il cui fulcro pulsante è proprio una retro scoperta del vero carattere del protagonista. La trama delle vicende temporali correnti è innescata da un ragazzo, Mo XuanYu, che attraverso un rituale di sacrificio, riesce a richiamare nel proprio corpo lo spirito di un defunto. L’anima richiamata è proprio quella del nostro patriarca Yiling. Da qui in poi abbiamo un susseguirsi di avvenimenti con la comparsa di uno strano braccio demoniaco che destabilizzerà gli equilibri fra le varie scuole del mondo della coltivazione. Molti incontri ma anche molti scontri che ci porteranno a porci domande, una fra queste sarà: cosa avrà causato allora la trasformazione di Wèi WúXiàn, da giovane e talentuoso membro della casata Jiang, a malvagio utilizzatore dell’arte demoniaca?
La seconda stagione
La seconda stagione è composta da soli 8 episodi, mandati in onda dal 3 al 31 agosto 2019, sempre da Tencent video. Qui seguiremo principalmente le vicende dell’arco narrativo presente, improntata molto su uno stile investigativo. Un pò come Sherlock Holmes e il suo fidato assistente Watson, anche la nostra coppia di protagonisti si troverà a dover affrontare e risolvere degli enigmi legati a degli strani omicidi. Appariranno nuovi personaggi misteriosi e minacciosi, e conosceremo più accuratamente alcuni fin ora solo accennati, come ad esempio Jin Guangyao e il generale fantasma. Importante è inoltre l’evoluzione del rapporto fra Wèi WúXiàn e Lan WangJi, dove a tratti il primo assume toni civettuoli e scherzosi nei confronti del suo compagno d’avventura.
Nonostante ciò, il nostro venerabile Lan Zhan, uomo tutto d’un pezzo, riuscirà inaspettatamente a tenere testa, e a volte anche ad intimidire, il provocatore Wei Ying. Si alternano quindi, con grande maestria, scene divertenti e leggere, a momenti invece di profonda serietà e anche sofferenza. Potremmo definire questa serie come quella delle mezze verità, infatti scopriremo tante piccoli tasselli di un puzzle molto più grande e articolato. La trama incalza in un crescendo di investigazioni e scene d’azione, al termine del quale avremo una più chiara prospettiva, anche per ciò che ha poi causato l’assassinio del protagonista.
La serie inizia con una breve passo indietro, alla conclusione della campagna Sunshot, per indicarci i suoi personaggi di spicco: Nie Mingjue, capostipite dei Nie, Lan Xichen, fratello di Lan WangJi, ed un improbabile Jin Guangyao. In seguito, il focus cambia nuovamente, tornando al presente. Troviamo così un sospettoso Wèi WúXiàn, il quale comincia a intravedere un collegamento fra gli ultimi accadimenti: il richiamo della sua anima da parte di Mo XuanYu, la comparsa nello stesso luogo di un’entità malvagia incompleta, e soprattutto l’apparizione del generale fantasma, il quale dovrebbe essere stato annientato già da tempo. Sentendosi fin troppo coinvolto, decide di partire insieme a Lan WanJi per cercare di capire il vero motivo dietro a tutti quei eventi.
Durante questo viaggio saranno diversi i momenti che sottolineeranno un processo evolutivo dello stato psicologico di Wei Ying. Infatti verremo finalmente a conoscenza delle situazioni che hanno portato alla sua morte, e quanto lui avesse fatto di tutto per evitare di rinascere. Troppo era il dolore e le colpe che si portava sulle spalle, infatti per lui morire aveva designato quasi una liberazione. Ragion per cui questa stagione segna il primo passo verso un’accettazione di se stesso, incentivato dalla presenza al suo fianco di Lan Zhan.
La stagione finale del donghua
Ed eccoci giunti alla saga di MDZS. A differenza delle due serie precedenti, che seguono abbastanza fedelmente gli avventi originali della novel, qui sono stati apportati diversi cambiamenti a causa della censura. La parte finale dell’opera originale infatti, oltre alle vicende prettamente investigative e d’azione, pone molta importanza al rapporto che sussiste fra Wei Ying e Lan Zhan. Infatti per comprendere realmente la completezza e la bellezza di questo progetto è necessario conoscere la profondità del loro legame, che è un crescente di insicurezze, incomprensioni, sofferenza, che si trasformano in lealtà, affetto, gioia e infine amore. È proprio la consapevolezza di non essere più solo che progressivamente aiuta Wei Ying ad accettare se stesso e a perdonarsi per gli errori commessi in passato. Purtroppo in Cina la censura verso le scene omosessuali è molto forte, ragion per cui non hanno potuto far alto che tagliare alcune scene e far comprendere il loro rapporto, ma in modo molto velato. Detto questo preparatevi perché la terza stagione è quella delle rivelazioni. Ogni episodio è un vero concentrato di colpi di scena, lotte inaspettate e vicende strappa lacrime.
La storia riprende il viaggio sulle tracce delle parti mancanti del famigerato braccio demoniaco, portandoci questa volta alla soglia della città di Yì. Qui ci verranno presentati quattro nuovi personaggi: Xiǎo XīngChén, Sòng Lán, Ā-Qìng e Xuē Yáng. La bellezza e la brutalità delle vicende legate a quest’ultimi personaggi, apriranno una strada del tutto inaspettata alle indagini di Wei Ying e Lan Zhan, i quali partiranno alla volta della conferenza annuale dei maggiori esponenti delle scuole di coltivazione, presso la Torre della Carpa Dorata. Cosa succederà durante il congresso? E cosa hanno scoperto i nostri protagonisti? Non perdetevi quini l’epilogo di questo bellissimo donghua.
Ciò che rappresenta Mo Dao Zu Shi
Nel suo complesso Mo Dao Zu Shi è un’opera davvero notevole. Ogni personaggio è caratterizzato in modo impeccabile, con una costante crescita psicologica. Le animazioni sono fluide, vivide e ogni paesaggio ci riconduce in una surreale Cina imperiale. Le colonne sonore sono al dir poco evocative, e anche i testi delle opening enfatizzano, per ciascuna stagione, un cambiamento. Vengono affrontati temi molto pesanti, rendendo l’opera a tratti molta cruda. Parecchie sono infatti le scene con morti, o zombie assetati di sangue. Eppure, in contrapposizione a tematiche così cupe, abbiamo poi la lealtà e l’amore, i due sentimenti che caratterizzano il legame fra Wei Ying e Lan Zhan. In MDZS si ha inoltre una costante contrapposizione fra ciò che dovrebbe essere bene, e ciò che dovrebbe essere male. Basti pensare a come ci viene presentato il protagonista in prima battuta. La mutualità delle situazioni ci evidenzia spesso che la differenza fra bene e male è una linea molto sottile, e questo è una sfumatura presente in tutta l’opera. Per tutti coloro che non hanno mai visto questo donghua, o mai letto la novel, vi consiglio caldamente di recuperare. Come sempre per non perdervi nessuna novità Anime&Manga, ma non solo, seguiteci sul sito Kaleidoverse e iscrivetevi alla pagina Telegram e al canale YouTube
Il donghua Mo Dao Zu Shi è un adattamento animato abbastanza fedele alla sua opera originale, l'omonima novel di MXTX. Le animazioni sono fluide, vivide e accurate. Paesaggi e ambientazioni sono curati al minimo dettaglio e il tutto è accompagnato da bellissime colonne sonore, che enfatizzano ancor più i tratti orientali distintivi. Complotti, tradimenti, morte, ma anche lealtà, amicizia e rinascita. Tutto questo, e molto altro, è Mo Dao Zu Shi