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Home»Film/Serie TV»Bruised – Lottare per Vivere Recensione: un film che non sorprende nessuno
Film/Serie TV

Bruised – Lottare per Vivere Recensione: un film che non sorprende nessuno

La RedazioneBy La Redazione23 Novembre 2021Nessun commento6 Mins Read
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Uno dei temi più usati, e spesso abusati, dal cinema è quello della rivincita contro il mondo attraverso lo sport, e Bruised – Lottare per Vivere fa parte di questo filone. Un po’ come Rocky nel 1976 ci raccontava la storia di un ammaccato Silvester Stallone in cerca della sua rivincita contro il mondo, così fa anche Bruised con la sua protagonista. La differenza principale fra i due è ovviamente il valore storico delle due pellicole, di cui quest’opera è totalmente sprovvista. Il film vede l’esordio alla regia di Halle Berry, attrice premio Oscar nel 2002 per il suo ruolo di Leticia in Monster’s Ball. Il film narra delle vicende di Jackie Justice, interpretata dalla stessa Halle Berry, una lottatrice di MMA che perde la sua strada dopo essere fuggita da un incontro per cui non era preparata. Quattro anni dopo incontrerà Immaculate (Shamier Anderson), che la convincerà a tornare nuovamente sull’ottagono.

Bruised sa fin troppo di già visto

bruised 1

Togliamoci immediatamente il sassolino dalla scarpa. Il vero, grande, gigantesco problema di Bruised – Lottare per Vivere è che potete immaginare tutta la trama del film dalla descrizione. E non perché sia particolarmente spoiler, ma perché Bruised non ha assolutamente nessun twist interessante in tutta la trama. Se avete visto Karate Kid, Rocky o qualunque film del filone “riprendersi la propria vita sul ring” potrete individuare qualunque colpo di scena nel giro di pochi istanti dall’inizio del lungometraggio. L’unico “quasi colpo di scena” è l’apparizione del figlio di Jackie, interpretato dal piccolo Danny Boyd Jr., che scombussola un po’ la trama. E successivamente, ritorna tutto sui binari normali, con la solita prevedibilità e noia che contraddistingue questo tipo di sceneggiature così viste e riviste. Il film sembra non fare assolutamente nulla per scombussolare lo spettatore o dargli un guizzo di sorpresa per tutta la narrazione.

E so cosa molti di voi stanno pensando. Se il film è prevedibile, se non azzarda affatto, quantomeno la sceneggiatura sarà solida, no? Mi dispiace dirvelo, ma le uniche cose che mancano sono le basi su cui si fonda questo genere. Questo tipo di pellicola è popolare per un motivo, la vittoria del fallito sul mondo, la rivincita su quello che lo ha distrutto da sempre. Sono storie di redenzione, di determinazione, di assoluta dedizione allo sconfiggere a pugni le difficoltà della propria vita. Il problema principale di tutto ciò è che nemmeno il lungometraggio sa spiegare cosa Jackie voglia effettivamente abbattere sul ring insieme alla propria avversaria. La sofferenza per la propria sconfitta? I propri demoni interiori? Il fidanzato abusivo? La sua incapacità come madre? La protagonista gira intorno ad una serie di traumi senza che neanche uno di quelli sia definitivamente risolto prima o dopo l’ultimo match.

Un film che vorrebbe fare “gender equality”, riuscendo malissimo

Bruised 2

Non voglio entrare nel merito della gender equality poiché penso sia un tema troppo lungo e importante per parlarne nella recensione di un film, ma Bruised – Lottare per Vivere spinge decisamente troppo in quella direzione senza assolutamente riuscire nella sua impresa. Voglio citare, nei primi trenta secondi di pellicola dove si spinge la sceneggiatura, tanto per essere chiari. Durante un incontro di MMA femminile a livello professionistico, in cui vi è in palio la cintura per la categoria di peso, il commentatore ribadisce almeno quattro volte che “sembra incredibile che le donne possano lottare in questo modo, ma è così“. Potete perfettamente capire come, in solo mezzo minuto, abbiano ridicolizzato un’intera sceneggiatura. Un commentatore di MMA saprà benissimo quanto due donne possano picchiare duro sull’ottagono, dovrebbe essere abituato. Ma per amor di una sceneggiatura che vuole estremizzare il concetto, sarà costretto a dire frasi stupide.

Dall’altro canto, l’intero film è assolutamente sul merito del “tutti i maschi sono bastardi, viva le donne“. Ogni singolo personaggio maschile, con l’eccezione del piccolo Manny, è stato scritto per essere odioso e maligno. Il compagno di Jackie è, oltre ad essere un manager incompetente che la manda allo sbaraglio in diretta nazionale, un violento, abusivo con lei e per qualche strana ragione odia il piccolo Manny fino ad alzargli le mani perché stava suonando la pianola. Non ci viene mai spiegato perché odi la pianola, ma lui è cattivo. Immaculate parte inizialmente come un personaggio apparentemente positivo, un uomo che vede nel riscatto di Jackie il suo riscatto come manager. Il film sembrava davvero lasciare intendere una sorta di rispetto fra lui e la protagonista ed il loro rapporto sembrava essere interessante. Ma alla fine, anche lui era un approfittatore che voleva solo vederla perdere sul set per il suo profitto personale.

Bruised aveva un buon cast e poteva davvero far qualcosa di buono

Quello che fa veramente rabbia di questo film è il potenziale sprecato dietro una sceneggiatura e una scrittura dei personaggi così scialba e disastrosa. Halle Berry è una ottima attrice e la sua interpretazione è anche buona, è soltanto molto difficile prenderla sul serio quando le sue battute sono assolutamente inutili. Stessa cosa vale anche per Sheila Atim, che interpreta Buddhakan; la sua espressività riesce veramente a far sembrare il personaggio interessante, ma la pellicola non fa assolutamente nulla per raccontarci chi lei sia o perché si comporti in quel modo, né il semplice perché del suo nome Buddhakan, se non per il fatto che la vediamo a volte meditare. Anche le scene d’azione sono ben fatte ed interessanti. Nonostante siano piuttosto basiche, rendono perfettamente l’idea di un tecnico, brutale, incontro di MMA.

Onestamente, dopo aver recensito nello scorso mese due opere Netflix che ho amato, Bruised è stato un knockout brutale per me. Bruised – Lottare per Vivere è l’immagine vivente di quanto inconsistenti siano gli originali Netflix e di come l’ossessione di alcuni sceneggiatori per il “girl power” possa rovinare delle opere che potevano essere carine, anche solo per guardarsi una pellicola spegnendo il cervello. Questo genere di film ha bisogno di davvero poco per funzionare, e riesce a mancare tutti gli obiettivi in maniera clamorosa. Unica nota positiva sono i match di arti marziali miste, sceneggiate probabilmente da gente che capiva di cosa stessero parlando. Se Netflix ha i suoi alti e bassi, questo è sicuramente uno dei punti più bassi. Se volete conoscere le nostre opinioni sulle nuove uscite di cinema, serie tv e anime, continuate a seguirci sui nostri canali Telegram e YouTube e sul nostro sito Kaleidoverse.

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Bruised - Lottare per Vivere è un film che poteva essere decente facendo davvero poco, ma viene castrato brutalmente da una sceneggiatura scadente. Due o tre personaggi, come Immaculate e Buddhakan, potevano essere interessanti, ma anche loro sono stati lasciati a se stessi e portati in direzioni stupide, rovinandoli. L'unica nota positiva è lo scontro finale, che sembra davvero un incontro di MMA.

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