Benvenuti in questo nuovo appuntamento della rubrica dedicata ai Kdrama! Una delle cose che mi piacciono dei drammi dell’Estremo Oriente è che gran parte della storia rappresentata si svolge in periodi storici realmente accaduti, peccato che poi ci sia poca documentazione sugli eventi presi in esame. Il dramma di oggi è uno dei più intensi, belli e strazianti mai creati, con un tocco di melodramma e i soliti conflitti politici che mescolati insieme questi elementi creano un equilibrio perfetto. Oggi vi parliamo quindi di My Country: The New Age, il quale si svolge negli anni calanti del 14° secolo, 600 anni fa, quando la dinastia Goryeo lasciava il posto ai primi anni della dinastia Joseon. La serie è stata girata nel 2019, e potete trovare i 16 episodi da un’ora ciascuno che la compongono su Netflix.
Produzione e personaggi storici
La storia che il produttore esecutivo Oh Hwan-min ha cercato di raccontare in My Country: The New Age è stata molto articolata e complessa, oltre a essere basata su eventi storici reali. Il superbo team di produzione del regista Kim Jin Won ha dato vita a tutto, e troviamo una cinematografia di qualità in questo dramma. Purtroppo, una delle scelte più distratte che è stata fatta è quella di alludere a certi personaggi storici come Poeun, Sambong e Choi Young ma non farli mai apparire come personaggi, nel presente o in flashback, optando invece per affrontare alcuni importanti eventi e filosofie attraverso esperienze immaginarie. L’unica spiegazione che mi viene in mente è che gli scrittori volevano usare la familiarità del pubblico con queste figure storiche senza incatenare la storia troppo da vicino al flusso effettivo degli eventi storici. O forse hanno deciso di escludere questi personaggi per evitare un confronto troppo diretto con un altro dramma molto apprezzato dalla critica, Six Flying Dragons, che copre gran parte dello stesso periodo.
Questo dramma è ambientato nella dinastia Goryeo e Joseon e segue un’amicizia turbolenta trasformata in una tesa rivalità tra Seo Hwi (Yang Se Jong) e Nam Seon Ho (Woo Do Hwan). Il defunto padre di Seo Hwi era il più grande spadaccino di Goryeo, ma dopo essere stato incastrato per appropriazione indebita di rifornimenti militari fu giustiziato come traditore, una macchia che incombe sulla vita di Hwi e di sua sorella. Seon Ho è il figlio illegittimo di un potente funzionario statale, ma a causa della sua parentela mista non può mai appartenere completamente al mondo di suo padre e ha un’insaziabile ambizione e un amaro risentimento verso quest’ultimo. Hwi e Seon Ho sono stati amici fin dall’infanzia, ma quando finiscono per scontrarsi all’esame militare di stato segue una tragedia che creerà una terribile rottura tra di loro. Alla fine le circostanze li costringeranno a schierarsi tra il generale Yi Seong Gye (il primo re di Joseon) e il suo spietato figlio, Yi Bang Won (Jang Hyuk) nella lotta che darà forma e scopo a un paese appena nato.
Quando le azioni parlano più delle parole
“Mostra, non dire“, questa è la regola d’oro per una buona narrazione e My Country: The New Age, che rimane fedele a questo ideale, dandoci una storia che ci fa cercare oltre la superficie delle parole scritte per decifrare le vere intenzioni del suo caratteri. La serie ci offre la possibilità di decodificare la situazione e decifrare il significato dietro le parole, che è uno degli aspetti vincenti dei drammi. Pugnalare qualcuno con una spada potrebbe non essere inteso per ferire, ma per salvare qualcuno. Si possono dire alcune parole dure, non per ferire qualcuno, ma per proteggerlo. Il dramma è coinvolgente nel senso che le cose non sono sempre come appaiono. L’opera non è il tipico Kdrama storico. Anche se la trama centrale riguarda ancora la lotta per il trono, la serie trova un approccio unico avendo Hwi e Sunho, persone che non fanno parte della famiglia reale, come l’obiettivo principale. La loro amicizia è la spina dorsale della storia e il dramma fa un ottimo lavoro nello stabilire il loro forte legame. Questo ci aiuta a identificarci e a metterci in relazione con la tragedia della loro caduta.
My Country: The New Age è pieno di battaglie sanguinose, persone ferite e molto sangue, quindi potrebbe non essere adatto a tutti, ma questo aspetto della storia aggiunge molto significato allo sviluppo dei personaggi e aiuta anche comprendere la loro lotta e il ragionamento dietro tutte le decisioni che prendono. La coreografia delle battaglie è assolutamente sbalorditiva, sembra tutto molto reale; la produzione ha fatto un lavoro fantastico creando queste scene. Allo stesso tempo, i paesaggi in cui hanno girato parti della storia erano davvero mozzafiato. Ogni singolo dettaglio nello scenario, i costumi e anche il più piccolo oggetto di scena è stato posizionato con cura e ha reso questa serie un’esperienza visiva.
Interpretazioni fantastiche
Un altro aspetto che mi è piaciuto di questo drama è come si è sviluppata la relazione tra i personaggi principali e il cast di supporto. Tutti hanno avuto momenti e scene memorabili e hanno giocato molto bene con la trama, rendendo questo dramma un flusso costante e divertente nonostante il salto temporale mostrato in alcune parti. Lo spettacolo ha un sacco di azione, dagli inseguimenti ai combattimenti con le frecce e con le spade alle buone vecchie sequenze di arti marziali. La fotografia è bella e gli attori hanno fatto un ottimo lavoro.
Tutti e tre i protagonisti maschili, Yang Se Jong, Woo Do Hwan e l’inimitabile Jang Hyuk si sono espressi alla perfezione e offrono interpretazioni ispirate. Tutto, dalla postura alla voce, alle sottili microespressioni, è azzeccato. Le performance dei tre personaggi principali mi hanno sorpreso, e gli attori sono stati in grado di mostrare il loro talento. Soprattutto Jang Hyuk, con la sua particolare interpretazione di Yi Bang Won è stato fantastico ed è risciuto a impersonificare il suo personaggio con un fascino accattivante. Non voglio limitare le mie lodi solo a quel trio di attori, perché l’intero cast è incredibile; anche i cattivi sono stati impeccabili, in particolare il detestabile Nam Jeon (il padre di Nam Seon Ho) interpretato dall’attore veterano Ahn Nae Sang. Non posso che elogiare le prestazioni da cima a fondo, perché saremmo qui tutto il giorno. La recitazione è davvero ciò che rende il dramma unico, specialmente la straordinaria chimica tra i personaggi.
Il triangolo amoroso di cui si poteva fare a meno
Nonostante la serie sia di genere tragico-romantico agrodolce, è incentrata su un triangolo amoroso tossico con uno sfondo storico. E quando dico “triangolo amoroso“, mi riferisco al 100% all’interazione tra Seon Ho, Hwi e Bang Won perché è così che è strutturato l’intero dramma. My Country: The New Age è una delle opere più puramente omoerotiche che abbia mai visto. Se non fosse per alcuni tentativi inerti di insinuare che l’interesse romantico di Seon Ho fosse per Hui Jae (non ho parlato di questo personaggio femminile in quanto ho reputato la sua presenza senza senso, bastavano solo i due personaggi maschili) e non per il suo ex amico, direi “impeccabilmente omoerotico” ma ahimè, la Corea del Sud non era ancora arrivata. La storia d’amore tra Hui Jae e Hwi non mi ha mai convinto, mi è sempre sembrato un contorno al piatto principale che il dramma voleva davvero servire, vale a dire la relazione sfortunata di Hwi e Seon Ho. Pensavo che con i pochi episodi a disposizione la loro storia sarebbe finita lasciando molte porte aperte, invece devo ammettere che la sua risoluzione finale è stata poetica, straziante, perfetta.
Le nostri conclusioni su My Country: The New Age
La spinta principale di My Country: The New Age riguarda due intimi amici maschi che sono dilaniati da ambizioni personali, differenze politiche e dall’amore. Da un’ottima amicizia fin dall’infanzia, questi due amici sono stati spesso messi l’uno contro l’altro da abili membri della famiglia, o da competizioni reali per raggiungere determinati ambiziosi obiettivi economico/militari che entrambi cercavano di raggiungere, anche se ciò significava rigirare le spade l’uno contro l’altro. Questo dramma storico si focalizza man mano nei vari episodi sulla vendetta, poiché i due protagonisti si sono alternati tra amore e odio l’uno per l’altro, a turno si prendono cura l’uno dell’altro e poi si vogliono distruggere a vicenda. Questa altalena di emozioni vi terrà incollati fino a quando vi domanderete se l’amore o la vendetta vinceranno alla fine. (Come per la scorsa puntata della rubrica, anche per questo dramma consiglio un carico di fazzoletti).
My Country: The New Age ci insegna i valori dell’amicizia e di cercare sempre un significato più profondo dietro le azioni di coloro a cui teniamo, anche quando ci sembrano senza cuore. Attraverso i due personaggi principali saremo in grado di vedere chi può davvero soffrire nell’incessante lotta per il potere. Le persone al vertice useranno tutti quelli che li circondano per ottenere ciò che vogliono, ma non sono loro che ne subiranno le conseguenze.In attesa di un altro articolo di questa rubrica sul mondo dei drammi coreani vi invito a seguire il sito Kaleidoverse e iscrivetevi al nostro canale Telegram.