Aspire: Ina’s Tale ci dà modo di assumere il controllo di Ina, una giovane ragazza che si è svegliata in un’insolita torre alla ricerca di una via d’uscita. Presto scoprirà come l’edificio stesso si stia nutrendo dei sogni dei suoi abitanti, dando inizio al suo viaggio. Durante questo lasso di tempo, dovrà attraversare e superare la complessità di svariati enigmi e, occasionalmente, fuggire dalle grinfie di uno strano mostro. Ma non tutto nasce con l’intento di incutere timore, anzi, lungo la strada incontrerete un mucchio di personaggi interessanti, oltre a comprendere il motivo per il quale siete rinchiusi in quest’apparente prigione. Doveste avere una certa familiarità con platform cinematografici come, ad esempio, Limbo e Inside, vi troverete subito a vostro agio col design narrativo scelto dagli sviluppatori per l’opera.
A differenza dei giochi sopra citati, Aspire: Ina’s Tale aggiunge più narrativa alla sua storia attraverso caselle di testo dando così un contesto più circolare alla trama. In alcune sezioni avrete anche modo di selezionare una tra più opzioni riguardanti delle scelte di dialogo, ma le decisioni prese non sembrano avere un impatto significativo su ciò che accade in seguito. Di affine alle opere menzionate, invece, abbiamo una certa incostanza nella trama. Magari la morale effettiva e profonda non è arrivata diretta nella mia mente, ma ciò non significa che altri non saranno in grado di trovare quel significato tanto ricercato in questo genere di titoli. Diversamente, qualora doveste essere alla ricerca di “sensazioni“, siete decisamente capitati nel posto giusto. Aspire: Ina’s Tale è un platform puzzle 2D sviluppato dallo studio brasiliano Wondernaut Studio e prende ispirazione dagli artisti fautori di opere del calibro di GRIS e Limbo. Scopriamo dunque assieme, in questa recensione, se il videogioco in questione ha le carte in regola per mettersi a paragone con i titoli a cui lo abbiamo paragonato.
Quasi come un dipinto
Il primo impatto, capace decisamente di lasciare di stucco qualunque giocatore, trova il suo sfogo nella grafica e soprattutto nella colonna sonora di Aspire: Ina’s Tale. Siamo di fronte a un’opera che si presenta in un bellissimo stile 2D quasi pittorico e ricco di una discreta varietà di ambienti, i quali mescolano la serenità e la genuinità della natura con un design composto da numerosi componenti meccaniche. Alcune sezioni sono poi dotate di un’illuminazione eccellente, soprattutto nei non pochi momenti nei quali la vostra immagine sarà riflessa su dei cristalli per merito di un bagliore quasi soleggiante. Non nascondo come in più frangenti abbia avuto il desiderio di realizzare screenshot, stamparli e appenderli sul muro della mia camera, così dal poter avere alcuni degli scenari mozzafiato sempre a portata d’occhio.
Assieme a tutto ciò Aspire: Ina’s Tale lascia danzare l’udito mediante una finissima colonna sonora, capace di spostarsi da una direzione più dedicata alla meditazione, quando magari si è alle prese con la risoluzione di indovinelli, a suoni magari più veloci e tesi derivanti da situazioni concitate. Diciamo che non mi dispiacerebbe avere la playlist contenente tutta la soundtrack dell’opera mentre scrivo questa recensione, magari ammirando qualche sfondo appeso al muro posto alle spalle del monitor; ma, per ora, mi accontenterò delle melodie di GRIS, almeno fino a quando questa non sarà disponibile per l’acquisto su Steam. Insomma, se la musica in un videogioco dev’essere quanto più capace di trasmettere le emozioni e le sensazioni che la/il protagonista sta provando per tutta durata del suo viaggio, significa che siamo di fronte a un’opera perfettamente riuscita, almeno sotto questo punto di vista.
Salta e ricollega
Dal punto di vista del gameplay, Aspire: Ina’s Tale offre un bel mix di platform e puzzle. Una sorta di “salta e ricollega“, come mi piace definirlo. Le sezioni relative ai rompicapo tendono a essere un po’ ripetitive, in quanto dovrete per lo più spingere dei blocchi o attivare piattaforme mediante delle piccole sfere luminose bianche di solito silenti nei pressi della stessa zona nella quale si svolge l’enigma. Quasi nessuno dei problemi affrontati è risultato abbastanza complesso dal far nascere un senso di difficoltà, anzi, direi che quest’ultima è da ritenersi tra il facile e l’appena moderata. Diciamo che l’impressione ricevuta in questo senso è che qualunque giocatore, dai più novizi ai più navigati, sarebbe in grado di superare i puzzle senza alcun bisogno di assistenza. Personalmente ho sbattuto contro un muro solo poche volte, ma osservando l’ambiente e sperimentando grazie agli strumenti messi a disposizione dal gioco, il tutto si è rivelato sempre molto semplice e intuitivo.
In, direi purtroppo, veramente poche occasioni anche le vostre abilità con il platforming verranno messe alla prova, dandovi ansia nel riuscire a scappare dalle grinfie di una minaccia. Queste sezioni, più verso la fine di Aspire: Ina’s Tale, verranno fuse ai puzzle dando vita a degli scenari freschi e, magari, anche mediamente complicati. Per la maggior parte della durata dell’opera, dunque, la formula scelta dallo studio per il gameplay risulta di gradimento, ma è proprio quando gli enigmi iniziano davvero a prendere lo slancio necessario che essa finisce, lasciando me e senza dubbio tutti gli appassionati del genere con l’amaro in bocca. Invece, per i giocatori occasionali, questo sistema potrebbe essere l’ideale per godersi un viaggio senza dar troppo peso a quello che si fa nel durante, verso la meta.
I controlli confusionari di Aspire: Ina’s Tale
Il peccato più grande di Aspire: Ina’s Tale risiede nel sistema di controlli, dove il tutto tende a risultare abbastanza confusionario. Sta diventando una prassi assai preoccupante nei platform cinematografici il mettere a disposizione dei giocatori delle maniere per muoversi abbastanza scomode. Riuscire a saltare al momento giusto per aggrapparsi a una piattaforma o dondolarsi sulle corde per raggiungerne un’altra si è rivelato un processo molto più complicato di quanto dovrebbe realmente essere. Non nego come in non poche sezioni sia arrivato quasi al limite dell’irritazione, a maggior ragione se si tratta di gesti che dovrebbero essere basilari in un’opera di questo genere.
Spostare i blocchi per risolvere i vari enigmi non è complesso, in alcun modo. Ma è quando arriva il momento di doverli infondere con una sfera colorata che tutto cambia: Aspire: Ina’s Tale non è chiaro nel far comprendere il corretto funzionamento della meccanica, lasciando sempre il dubbio se si debba lasciare l’energia in un certo punto o se dev’essere messa lì solo per un certo lasso di tempo. In altri scenari vi troverete a trasportare anche più oggetti di questo genere in contemporanea, e non essendo sempre chiaro quale avrete selezionato, rischiate di uscirne irritati in quanto non riuscirete a completare certi enigmi in maniera rapida. Si cade infine nel disarmo a seguito delle morti (che avvengono dopo un singolo colpo), vedendosi costretti a ripetere nuovamente l’intero processo di risoluzione del puzzle, dall’inizio alla fine.
Le nostre conclusioni su Aspire: Ina’s Tale
Aspire: Ina’s Tale non riesce ad andare oltre le cinque ore di gioco totali rendendo, come spesso accade per opere di questo genere, la prima esecuzione come anche papabile ultima. Ci sono comunque alcuni collezionabili ben nascosti da scoprire, qualora doveste aver voglia di avventurarvi un’altra volta per i meandri della torre. Il titolo presenta poi dei checkpoint molto regolari, ergo doveste aver bisogno di staccarvi per un certo lasso di tempo dallo schermo non avrete motivo di preoccuparvi.
Aspire: Ina’s Tales ha tutte le carte in regola per essere riconosciuto come un classico gioco puzzle platform. Non riesco a metterlo sullo stesso piano di altri che hanno fatto la storia di questo genere, ma non c’è dubbio di come sia un ottimo tentativo da parte degli sviluppatori di entrare nel mercato. Ciò che funziona meglio è il bellissimo stile artistico, la musica e un’esperienza che sicuramente non delude le aspettative. Tuttavia, i controlli leggermente scomodi rappresentano uno scoglio che rischia di essere insormontabile per alcuni di voi. Insomma, qualora steste cercando un titolo perfetto per rilassarvi, allora il titolo di Wondernaut Studio è un’ottima scelta da fare, a prescindere dalla piattaforma. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, rimandandovi a Kaleidoverse e al nostro canale Telegram per rimanere sempre aggiornati su film, serie TV, videogiochi e molto altro ancora.
Immersi in una tempesta di luci mozzafiato, sfondi talmente sopraffini dal sembrar dipinti da artisti a mano su di una tela, e accompagnati da una colonna sonora capace di trasmettere le emozioni necessarie ad andare avanti col viaggio, Aspire: Ina's Tale si presenta agli acquirenti come un prodotto fortemente di nicchia, vista la sua portata più votata verso il trasmettere certe sensazioni piuttosto che direzionata verso un pubblico avvezzo a gameplay intricati. Non che lo studio di sviluppo non ci abbia provato, però si vede che forse hanno bisogno di più tempo per imparare a gestire delle situazioni di platform abbinate a sezioni basate sulla risoluzione di enigmi, visto il risultato a dir poco non esaltante. Ce ne dispiace, in quanto se comparato alla portata del comparto artistico i momenti dedicati al gameplay in sé appaiono davvero poco curati, complice una mancanza di gestione ottimale del sistema di movimento. Vale comunque dargli più di un'occhiata, vista anche la breve durata di Aspire: Ina's Tale, specialmente a un prezzo come quello proposto.