Sunshine Manor è, con mia sorpresa, un prequel di Camp Sunshine, horror a 8-bit del lontano 2016 che ho adorato per gli apprezzabili riferimenti ai classici slasher anni ’80, dai quali traspariva un immenso amore per il genere. Fossil Games nel 2021 ha lanciato Sunshine Manor su Steam e dopo averlo giocato in modo abbondante, con grande rimpianto questo non è riuscito a essere all’altezza delle mie aspettative, dandomi grandi delusioni su molti fronti.
La trama non esattamente avvincente di Sunshine Manor
Partiamo con la trama, che non è esattamente complessa da seguire. Sunshine Manor narra del signor Aitken, un attore per uno show televisivo per bambini. Le valutazioni del programma sono sempre più basse, e il programma rischia di essere cancellato dal palinsesto. Il protagonista fa quello che chiunque farebbe in quella situazione; andare a consultare una cartomante di una fiera di paese, Madame Chu’Mana la quale, da ottima esecutrice del mestiere, conosce il suo nome lasciandolo interdetto (nonostante appaia in televisione). La donna gli racconta che ha visto per lui, fama, fortuna e le luci della ribalta nel suo futuro, ma solo se è pronto a “dare tutto e prendere tutto“. Entusiasta di questa notizia, Mr. Aitken procede al rispetto delle parole pronunciate dalla veggente.
Non molto tempo dopo il gioco ci mostra il protagonista esibirsi davanti a una grande folla di bambini. Lo studio di riprese è estasiato dal successo dell’attore, ritirando ogni possibilità che lo show possa venire cancellato. L’uomo è al settimo cielo ma, tuttavia, questa sua felicità non durerà a lungo. Tre anni dopo il suo grande successo, egli si rende conto che non può continuare a vivere cosi. Prima una strana voce gli sussurra nella mente, poi un fantasma inquietante inizia a materializzarsi alle sue spalle. Insomma, è arrivato il momento di pagare i suoi debiti.
Il gioco va avanti veloce di alcuni anni, portandoci nel 1980. Qui possiamo vedere la nostra protagonista Ada insieme ad alcune amiche intenta a fare dolcetto o scherzetto nella notte di Halloween. La serata per le tre ragazze è stata un fiasco, non essendo riuscite a raccogliere alcuna caramella. Le bimbe decidono dunque di andare alla vecchia casa del Signor Aitken che è ormai abbandonata da molto tempo, le quali sfidano la protagonista a bussare alla porta. Ella accetta, seppur in modo riluttante. Con loro sorpresa, la porta si spalanca davanti a loro, quasi invitandole a entrare. Appena mettono piede nella casa, una figura avvolta da un mantello cattura le amiche di Ada. Quando l’essere cerca di catturare anche lei, la ragazza sembra venire protetta da un potere magico che scaccia la creatura. Non le resta che iniziare la ricerca delle altre, allo scopo di fuggire dalla casa infestata.
Ispirato, seppur non spaventoso
Come già accennato in precedenza, Sunshine Manor ha un’estetica 8-Bit che potrebbe ricondurre ai primi anni del Game Boy Color o addirittura del NES, che nella sua semplicità risulta ispirata e ben lavorata, con ambienti dai colori sgargianti che permettono a tutti gli elementi su schermo di risaltare. Qualcuno potrebbe osare e dire che il gioco dia, a livello artistico, la sensazione di essere un misto tra Earthbound e Splatterhouse, grazie all’aspetto apparentemente innocente infranto da un’improvvisa violenza esplicita (seppur molto cartoonesca).
Di effettivo durante la nostra avventura non avremo molta possibilità di spaventarci, in quanto il massimo che può accadere è l’essere inseguiti dalla figura misteriosa che si nasconde nel buio della casa. Per la maggior parte del tempo ci ritroveremo a risolvere piccoli problemi per gli (ex) abitanti di Casa Aitken, per poi liberarli dalla prigionia a cui sono stati sottomessi. Il gioco vuole quindi essere più concentrato sull’esplorazione e risoluzione di enigmi anziché sul fattore spavento.
Enigmi non troppo enigmatici
Quanto dovremo spremere le meningi per risolvere gli enigmi che ci attendono nella casa? Neanche tanto anzi, a dirla tutta non le spremeremo affatto. Durante le nostre esplorazioni per liberare i fantasmi dalla loro prigionia dovremo risolvere alcuni puzzle ambientali che non sono esattamente fisica quantistica, limitandosi semplicemente al farci raccogliere oggetti per poi usarli nel luogo giusto. Occasionalmente il gioco permette un po’ di platforming che quantomeno terrà attive le dita.
Sunshine Manor è riuscito a farmi lanciare più imprecazioni di rabbia che sussulti di terrore, in quanto il gioco ha tanti difetti che devono ancora essere risolti. Tra questi il fatto che tornare al titolo principale riavvierà automaticamente la sequenza introduttiva di gioco, lanciando il giocatore in un loop che si concluderà solo riavviandolo. Durante la mia esperienza ho avuto anche il dispiacere di incappare in un bug che ritardava alcuni effetti sonori delle azioni e che cancellava totalmente la presenza della musica di sottofondo, creando cosi un caos di suoni in ritardo rispetto alle azioni compiute. Come se non bastasse, questo ha completamente annullato la mia possibilità di chiudere il gioco sia dalla finestra che dalla piattaforma steam, costringendomi a un iniziale ALT + F4 e a un successivo riavvio del computer.
Le nostre conclusioni amare su Sunshine Manor
Sunshine Manor purtroppo tenta e fallisce in molti aspetti; cerca di avere un atmosfera horror che, nonostante l’ottimo design sonoro fallisce a mettere in tensione il giocatore. Cerca di essere un esplorativo con enigmi e platforming, fallendo nell’intento con puzzle incredibilmente facili da risolvere, e infine tenta di introdurci in una narrazione che seppur collegata al precedente gioco della serie, si perde nel mantenere l’attenzione del giocatore. Insomma, molte buone intenzioni e idee che non vengono salvate dalla sola estetica 8-bit anni 80′. Seguiteci su Kaleidoverse per tante altre news, anteprime e recensioni e tenetevi sempre aggiornati con i nostri canali Telegram e Youtube per tutte le ultime notizie dal mondo del cinema, dei videogiochi e serie tv.
Sunshine Manor seppur stilisticamente e artisticamente ispirato, soffre di troppi errori tecnici e bug che rovinano l'esperienza di gioco, con un layout delle mappa ripetuto tra i vari livelli da affrontare e una mancanza generale di difficoltà o sfida per tutto il gioco.