L’otto gennaio è stato rilasciato il primo episodio di My Dress-Up Darling, un anime pieno di riferimenti alla cultura giapponese, incentrato per lo più sull’argomento del cosplay. Ma esattamente cosa esprime questo termine? Facciamo un excursus sulla storia di questo concetto. Contrariamente da ciò che si pensa, l’origine di tale nozione è americana, precisamente nasce nel 1939 con il futuristicostume indossato da Forrest J. Ackerman, ispirato al film Things to Come di William Cameron Menzies.
In Giappone, la prima volta che la stampa nipponica pubblica un articolo al riguardo è nel 1980, in concomitanza con l’enorme successo dell’opera di Yoshiyuki Tomino: Gundam. Nel 1984 il reporter Takahashi Nobuyuki ne conia la parola, fusione dei vocaboli inglesi costume (costume) e play (gioco o interpretazione), per indicare la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio noto in un determinato ambito. A segnare la reale svolta però è l’enorme impatto di Evangelion nel 1995, grazie al quale il cosplay viene definito “fenomeno di massa”.
Ciò che definisce un cosplayer
Nel corso degli anni, più l’animazione giapponese conquistava il consenso da parte di un pubblico mondiale, maggiormente si implementava il numero di cosplayer. La predilezione per questa pratica sta dilagando anche in Italia. Infatti, ultimamente, nelle principali manifestazioni dedicate al fumetto e all’animazione, come Lucca Comics o il Romics di Roma, si svolgono anche concorsi e sfide in cui viene premiato il personaggio meglio rappresentato. La raffigurazione del soggetto replicato, non si ferma solo al trucco oppure all’abito, ma è curata a trecentosessanta gradi.
La sostanziale differenza fra il mascherarsi, ad esempio a carnevale, ed essere un cosplayer è che quest’ultimo prima dell’esibizione studia profondamente il protagonista da impersonare, che può appartenere alla sezione anime, manga o videogames. Movenze, abitudini, psicologia e tutte quelle caratteristiche chiave che definiscono il modello scelto, sono tutte informazioni che vengono analizzate e rese proprie. Il processo è molto simile a quello di un attore che ha bisogno di conoscere a fondo il ruolo da dover interpretare. Non a caso, sempre più artisti stanno facendo di questa passione un vero e proprio lavoro, divenendo in tutto e per tutto dei performer.
L’indissolubile legame fra cultura giapponese e il cosplay
A oggi il cosplay è un fenomeno talmente intrecciato e legato indissolubilmente alla cultura nipponica, che si credeva fosse originario del Sol Levante. Non si tratta quindi solo di una moda del momento, ma di un vero e proprio stile di vita, presente anche nella quotidianità della popolazione. Basta pensare che nelle principali città nei bar spesso i commessi lavorano vestiti con abiti tipici di anime o manga.
Un altro esempio è costituito dal famosissimo quartiere di Tokyo, Harajuku, dove una grande quantità di giovani camminano sfoggiando le loro rappresentazioni, attirando e intrattenendo spesso un bel numero di turisti. Tra le altre cose, ormai il merchandising legato a questa pratica è ben consolidato. Sono infatti nate numerose catene di negozi specializzati e siti Internet che producono e vendono costumi, accessori e tutto ciò che occorre il per rendere al meglio la propria immedesimazione.
My Dress-Up Darling, il connubio fra tradizione e innovazione
Come preannunciato, dieci giorni fa Crunchyroll ha trasmesso in simulcast il primo episodio di My Dress-up Darling. La trama dell’opera ruota intorno a due ragazzi: Wakana Gojo e la sua compagna di classe Marin Kitagawa. I due inizialmente sembrano essere appartenere a due mondi completamente opposti. Da una parte c’è un ragazzo introverso e incapace di instaurare legami, il cui unico desiderio è diventare un artigiano di bambole hinamatsuri; dall’altra c’è una spumeggiante e super popolare ragazza, sempre circondata da un gran numero di persone. Eppure grazie a una macchina da cucire i due universi si incontrano delineando un punto di connessione fra le loro passioni più profonde e celate.
Infatti l’impellente desiderio di Marin è quello di indossare outfit dei suoi protagonisti animati preferiti. Però, non essendo in grado di confezionarli da sé e notando le abilità di Wakana, propone al giovane di creare per lei dei costumi. My Dress-up Darling ci trasporta, in modo divertente e solare, nella realtà nipponica data dal connubio fra tradizione, con l’esposizione delle tipiche bambole giapponesi, e innovazione, riscontrabile nelle nuove passioni e hobby dei cosplayer. Voi lo state seguendo? Vi lasciamo con l’articolo contenente maggiori informazioni sul progetto e vi ricordiamo di restare collegato con il nostro sito Kaleidoverse e i nostri canali YouTube e Telegram per non perdervi nessuna novità su Anime&Manga e non solo.