Ci siamo recati all’anteprima stampa del nuovo film Searchlight Pictures Gli Occhi di Tammy Faye, distribuito da The Walt Disney Company Italia e basato sull’omonimo documentario di successo degli anni 2000. Una storia vera, quella di Tammy Faye Bakker e Jim Bakker, che racconta la straordinaria ascesa, la caduta e la redenzione dei due telepredicatori americani più famosi di sempre, divenuti tali grazie alla creazione di un parco a tema religioso e della PTL (Praise The Lord), un maestoso network televisivo da 120 milioni di dollaro l’anno trasmesso dalla CBN. Jessica Chastain (Interstellar) e Andrew Garfield (The Amazing Spider-Man) sono gli attori protagonisti della vicenda, e ci soffermeremo in particolar modo sulla loro prestazione più avanti per sottolineare quanto la dedizione di un’artista possa fare la differenza.
Gli Occhi di Tammy Faye arriverà nelle sale cinematografiche italiane domani 3 febbraio; si tratta di una pellicola caratterizzata dall’incommensurabile lavoro scenografico, con trucco e costumi eccezionali a tal punto da riuscire a trasformare letteralmente gli attori senza la minima sbavatura, nonostante in due ore vengano rappresentati 40 anni d’invecchiamento. Scendiamo quindi nell’analisi dettagliata dell’opera e di questo particolare racconto costernato da scandali, lussuria e uso improprio della Bibbia, il quale ha sicuramente segnato l’America e non solo.
La storia di due predicatori itineranti
Tammy Faye e Jim Bakker si conobbero negli anni ’60, entrambi studenti al North Central Bible College di Minneapolis nel Minnesota; essi avevano una visione identica e controcorrente della parola di Dio: perché vivere una vita povera e di stenti per guadagnarsi il paradiso, quando invece si può essere devoti e condurre allo stesso tempo un’esistenza agiata e lussuosa? Iniziano così questo viaggio della fede, pieni di idee e speranze, trasportati dall’amore reciproco. Tammy e Jim attraversano gli Stati Uniti a suon di prediche e canti, la voce angelica di questa ragazza dal cuore puro è stata sicuramente una delle chiavi per il loro successo, unita anche al carisma del marito.
L’escalation inizia nel 1964 dopo il primo programma religioso creato dalla coppia, nel quale venivano utilizzati burattini così da far avvicinare i più piccoli alla religione. Prosegue con la creazione della PTL, un successo tale da permettere il lancio in orbita di un satellite per la massima diffusione in tutto il mondo; i due finirono anche sulle copertine di riviste in ogni dove, ma quando si cominciano a vedere valanghe di soldi anche il più santo viene messo a dura prova, ecco infatti negli anni ’80 il sorgere dei primi problemi finanziari e interpersonali, tutto contornato dalla nascita di due figli.
Protagonisti divini e un team eccellente
Dopo aver visto la performance di Jessica Chastain e Andrew Garfield viene davvero difficile immaginare attori protagonisti diversi per Gli Occhi di Tammy Faye, insieme anche a Vincent D’Onofrio (Full Metal Jacket) nei panni del pastore Jerry Falwell, un lupo travestito da pecora fulcro della caduta di casa Bakker. Jessica Chastain è dieci spanne sopra chiunque altro, già candidata al Golden Globe come miglior attrice in un film drammatico, semplicemente divina per usare un termine in tema con l’argomento, e riesce a calarsi talmente tanto nella parte che a un certo punto non si riesce più a distinguere se sia un film o la vera Tammy Faye sullo schermo. Non male anche l’ex Spider-Man, ma purtroppo risulta leggermente finto in alcuni momenti e non raggiunge sempre l’allineamento perfetto con il personaggio come la sua collega.
Volendo parlare invece di tutto ciò che concerne il resto del film c’è solo da applaudire: la scenografia riesce a riportare indietro nel tempo ricreando ambientazioni e set dell’epoca davvero ammirabili, unita poi al lavoro indiscutibile di costumisti e truccatori che riescono a trasformare letteralmente gli attori dando uno smacco alle più moderne CGI presenti sul mercato. Insomma, Gli Occhi di Tammy Faye è un trionfo di gruppo, diretto da Michael Showalter, prodotto da Jessica Chastain insieme a Kelly Carmichael e scritto da Abe Sylvia, tutti meritevoli di lode.
Gli Occhi di Tammy Faye: il messaggio
Sebbene si possa subito puntare il dito verso questa coppia di predicatori truffatori, alla fine del film la figura di Tammy Faye sembra voler essere salvata. Questa donna ha mandato un forte messaggio con le sue azioni anticonformiste e, in effetti, se pensiamo all’intervista svolta in diretta con un pastore gay malato di Aids e la inseriamo nel contesto dell’epoca in cui l’omosessualità veniva considerata una malattia da curare, fortemente repressa dalla chiesa in generale, possiamo riflettere sulla personalità della donna. Lei voleva effettivamente aiutare il prossimo, spargere amore e felicità, non abbassava la testa con nessuno perché determinata a raggiungere il suo obiettivo, supportando anche la comunità LGBTQI+.
Non ci sentiamo nella posizione di poter dire “povera ragazza” però, questo perché l’avidità è riuscita a pervadere anche uno spirito buono e innocente come era il suo all’inizio dell’avventura. Utilizzare i soldi delle donazioni dei fedeli – o associati come li chiamavano loro – per le proprie spese personali resta una macchia indelebile sul curriculum, avrebbe potuto fare molto di più. Dopo aver visto il film pensiamo sia una donna forse troppo ingenua con dei buoni propositi per il mondo, lasciatasi corrompere dalla ricchezza, che abbia strumentalizzato la fede per soddisfare in parte bisogni personali, finendo per dare più importanza all’apparenza della sostanza.
L’essere umano peccatore
“Dentro ogni donna dorme un angelo, una principessa e un demone“, citiamo Anthony Hopkins per la curiosa coincidenza delle tre parole usate con l’evoluzione della storia ne Gli Occhi di Tammy Taye e crediamo che il messaggio vada esteso anche all’uomo. L’essere umano in generale è sempre vittima del potere e dei soldi, più ne ha e più ne vuole come un pozzo senza fondo, e pochi rarissimi casi riescono ad accontentarsi di ciò che hanno senza spingersi oltre e questa storia ne è la dimostrazione pratica.
Non eravamo a conoscenza di queste due figure, siamo sinceri, aggiungiamo che non saremmo mai andati al cinema per un film con queste premesse, ma siamo contenti di averlo fatto. Gli Occhi di Tammy Taye fa sicuramente riflettere e avvia un’introspezione su cosa sia giusto o sbagliato e fino a che punto. Evitiamo di commentare dal punto di vista religioso per non offendere nessuno in alcun modo, non si fa mai di tutta l’erba un fascio, ma dobbiamo restare vigili e fare attenzione alle truffe anche quando sembrano tutt’altro. Arrivati a questo punto vogliamo lasciarvi con il trailer ufficiale della pellicola, prima di tirare le somme con le nostre conclusioni finali in merito.
Le nostre conclusioni su Gli Occhi di Tammy Faye
In un presente come quello attuale, dove le tentazioni sono infinitamente presenti dietro ogni angolo, è difficile immedesimarsi nella storia di due personaggi vissuti in un’epoca completamente diversa, resta comunque un racconto interessante e soprattutto ben realizzato sotto tutti i punti di vista, leggermente noioso nella prima mezz’ora prima di prendere il via. Alla proposta “andiamo a vedere un film su due predicatori?” è difficile ricevere un “sì” come risposta, ma consigliamo la visione de Gli Occhi di Tammy Faye in quanto opera cinematografica, per poter ammirare il lavoro dietro una pellicola quando svolto a mestiere.
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Gli Occhi di Tammy Faye è un racconto interessante di avvenimenti passati realmente accaduti, un viaggio per ripercorrere la vita di Tammy Faye e Jim Bakker, passati da predicatori itineranti umili e pieni di speranze a ricchi telepredicatori impresari, tutto questo utilizzando i soldi degli ignari fedeli che donavano ogni giorno. Un film interessante e ben realizzato sotto il punto di vista tecnico, fiero di vantare due enormi nomi tra i volti dei protagonisti, consigliato non tanto per la storia quanto per la realizzazione finale della pellicola.