Oggi, noi di Kaleidoverse vogliamo condividere con tutti gli amanti degli anni 80 e 90 le nostre prime impressioni sulla demo gratuita di Letters – a Written Adventure, in arrivo su PC e Nintendo Switch il 9 febbraio. Abbiamo provato il gioco sulla console targata Nintendo, quindi restate con noi se volete saperne di più!
Letters – A Written Adventure: introduzione
Letters – A Written Adventure è un’avventura platform sviluppata dalla software house indipendente 5am Games, che presenta sin da subito una meccanica puzzle molto particolare, a volte essenziale per proseguire con la storia. Per adesso il gioco è disponibile solo in lingua inglese, quindi tenete a mente questo particolare nel caso in cui decidiate di provarlo. Ma prima, vediamo nel dettaglio la trama.
Gennaio 1998. Sarah, la protagonista del gioco, è una ragazzina svizzera di 11 anni. La vediamo intenta a scrivere una lettera per presentarsi alla sua amica Katya, che abita in Russia, ed è proprio tra le righe di questa lettera che inizia la nostra avventura: utilizzeremo infatti una minuscola versione di Sarah per arrampicarci tra le parole della lettera e risolvere dei rompicapi con esse, in modo da poter attraversare tutte le frasi e trovare la conclusione della lettera.
Facciamo un esempio pratico: a un certo punto tra le righe abbiamo trovato il disegno di un uccellino che non può volare. Abbiamo quindi cercato la parola “wing” tra le varie frasi della lettera, per permettergli di volare via con le sue ali e liberando così il nostro percorso. È proprio questa la meccanica chiave di Letters – A Written Adventure, che si ripresenterà molto spesso e, in alcuni casi, la scelta delle parole giuste farà la differenza. In questa introduzione facciamo anche la conoscenza di Lia, la nostra migliore amica appassionata di videogiochi e di tutto ciò che è nerd. Sarà proprio lei infatti a fare le prime simpatiche (e graditissime) citazioni sia a Star Trek che a Star Wars, e sotto sotto speriamo di trovarne molte altre che nella versione integrale dell’opera.
Le scelte condizionano la storia
Arriva adesso il momento di fare la prima scelta che condizionerà il corso della nostra avventura: dovremo decidere se Sarah dovrà concentrarsi sullo studio per entrare in una scuola di disegno, oppure giocare ai videogiochi con Lia. Ovviamente, in modo del tutto responsabile e per niente desiderosi di un po’ di procrastinazione, abbiamo scelto i videgiochi. Passiamo così a marzo 2004, la protagonista adesso è una sedicenne che si identifica come emo e, come tutti gli adolescenti di quel periodo, usa le chat online per restare in contatto con le proprie amiche: nello specifico, utilizza il social fittizio MySite. A questo punto tornano i rompicapi con le parole, che ci aiuteranno far proseguire le conversazioni con Lia e Katya, ma si aggiungono altre due dinamiche molto importanti.
La prima riguarda la creazione del ragazzo emo dei nostri sogni (o ragazza, un’altra scelta che abbiamo apprezzato molto per l’inclusività che dimostra) sotto forma di un avatar, che invieremo a Lia perché ci iscriva sul sito di incontri emosweetheart.com. Non sappiamo ancora cosa comporterà questa scelta nel corso del gioco. L’altra novità riguarda invece una scelta importante per il futuro della nostra protagonista: conversando con Katya, scopriamo che grazie alla nostra scelta precedente, anche Sarah è diventata una giocatrice appassionata di Reign of Shadows, il gioco preferito di Lia. Inoltre, scopriamo che la ragazza sta sviluppando un videogioco e Katya ci porrà la fatidica domanda: vogliamo fare dei videogiochi la nostra carriera, o vogliamo solamente divertirci? Noi abbiamo scelto il divertimento, ma proprio sul più bello la demo è giunta a una conclusione. Ancora troppo incuriositi per lasciare il gioco abbiamo deciso di tornare indietro e cambiare le nostre scelte, per vedere come si sarebbe evoluta la trama.
Dopo aver scelto di concentrarci sulla scuola quindi, passiamo a febbraio 2004. Le chat su MySite sono quasi identiche, l’unica differenza è che adesso Sarah è una hippie e frequenta una scuola di disegno, quindi invece di sviluppare videogiochi sta approcciando per la prima volta il disegno digitale. Katya ci porrà di nuovo la stessa domanda: vogliamo fare dell’arte la nostra carriera, o vogliamo che resti un hobby? Stavolta abbiamo scelto la carriera, ma anche in questo caso la demo si è conclusa.
Letters – A Written Adventure: consigliato?
Insomma, la demo di Letters – A Written Adventure ci ha lasciati un po’ in sospeso, interrompendosi proprio sul più bello. Nonostante questo, è stato sicuramente interessante provarla per curiosare un po’ tra le meccaniche di gioco e ammirare la bellissima grafica che unisce sapientemente lo stile doodle e lo stile pixel, creando un mix perfetto di nostalgia che ci ha riportati un po’ indietro nel tempo. Se anche voi sentite un po’ la mancanza di MSN e vi ricordate del vostro periodo emo (perché ammettiamolo, ci siamo passati tutti anche se ne abbiamo eliminato le prove) vi consigliamo di dare un’occhiata alla versione di prova dell’opera, anche solo per provare a scovare tutte le citazioni cult presenti nel gioco.
Potrebbe inoltre farvi piacere sapere che 5am Games, la software house svizzera che si è occupata dell’opera, è una realtà composta interamente da donne, per la precisione da studentesse di game design alla ricerca del loro posto all’interno dell’industria videoludica internazionale. Speriamo di aver catturato la vostra attenzione con questa recensione, e vi ricordiamo di seguirci sempre su Telegram, Youtube e qui su Kaleidoverse.it per restare aggiornati sulle prossime recensioni, guide e news dal mondo del cinema, serie tv e videogiochi!