Ed eccoci all’episodio 4 della serie distopica Snowpiercer. Ci siamo lasciati con Layton e compagni che, una volta incontrata la Big Alice, tramite qualche stratagemma e aiuti dall’interno, sono riusciti a riconquistare il treno, ora tornato alla lunghezza di 1029 carrozze (qui trovate la recensione precedente). Quindi ci troviamo in una situazione più o meno nuova, i ribelli hanno ripreso il mezzo a moto perpetuo, di nuovo, ma questa volta sembra che siano tutti più uniti, soprattutto dopo la piccola bugia raccontata da Layton e i suoi fedeli compagni, spacciando Asha per qualcuno che non è.
Dopo aver imprigionato Wilford, se ricordate, i protagonisti hanno garantito di aver trovato un’area verde in cui è possibile stabilirsi, ma in realtà si basa tutto su delle visioni di Andre e i dati raccolti durante i sei mesi precedenti. Quindi hanno tutti fatto una grande scommessa, nella speranza che in Africa ci sia davvero ciò che stanno cercando. In questo nuovo episodio, quindi, vediamo come i vari personaggi, pian piano, stiano cercando di riprendersi, dopo tanto penare.
Snowpiercer Episodio 4: ci vorrebbe un po’ di moderazione
Devo ammetterlo, questa nuova puntata è un po’ più moscia, però ci sta, la gente sta cercando di riprendersi e ci fanno vedere cosa davvero vuole rappresentare questa serie: la fragilità dell’essere umano. Infatti, ciò che notiamo è una serie di personaggi (sempre i protagonisti, ovviamente), che stanno facendo i conti con le proprie scelte, e le loro bugie. Abbiamo chi inizia a non vedere di buon occhio Layton, a causa di alcune perdite importanti; gente che parla con persone morte; e chi dopo il risveglio dai cassetti cerca di riprendersi.
Senza contare che anche il treno incontra un ostacolo, il quale ci permetterà di scoprire qualche dettaglio in più del passato di Alex; ci parla degli anni trascorsi sulla Big Alice insieme a Wilford e dei sentimenti che lei prova nei confronti di quel surrogato di padre. Ciò che non capisco è perché ci siano volute tre stagioni per vedere un po’ di sentimenti. Sì, abbiamo visto la rabbia e la sofferenza, ma mancava un po’ di patimento personale; allo stesso modo, credo che concentrare tutto questo in un singolo episodio non sia stata una scelta saggia, alla lunga può annoiare lo spettatore, nonostante si tratti di cose interessanti, come ciò che Layton scopre su sua figlia.
Insomma, tutto va bene, ma sarebbe stato meglio assaporare le varie emozioni personali un po’ per volta, con moderazione. A questo punto non ci resta che aspettare il prossimo episodio, sperando che sia un po’ più equilibrato e che porti qualcosa di nuovo perché, come anticipato nella recensione precedente, ho paura per come potrà andare a finire. Per leggere altre recensioni e articoli interessanti sul mondo delle serie TV, dei film e dei videogiochi, collegatevi al sito Kaleidoverse.it; e, per non perdervi nulla, iscrivetevi al canale Telegram e al canale Youtube.