E se il pattinaggio sul ghiaccio potesse essere l’arma decisiva per vincere una guerra? È questa l’idea dietro l’ultimo film Netflix Granchio Nero, disponibile dal 18 marzo 2022 in streaming per gli abbonati. Un thriller dai toni angoscianti e tristi, capace al contempo di trasmettere la determinazione dei sei soldati protagonisti della missione. Questa versione post-apocalittica della Svezia mostra un paesaggio tetro e dai colori cupi, una perfetta rappresentazione del clima durante la guerra. Noomi Rapace (Seven Sisters, Prometheus) ricopre il ruolo primario della pellicola interpretando Edh, personaggio incaricato di comunicare maggiormente il messaggio racchiuso in Granchio Nero.
200 miglia nautiche, pattinando sul ghiaccio, dietro le linee del nemico, fino a che punto si può arrivare per vincere una guerra? La regia di Adam Berg ci porta tra alcuni degli orrori ipotetici della sua opera, nel momento in cui si arriva a essere disposti a tutto pur di sopraffare il nemico. Granchio Nero mostra una prova di sopravvivenza estrema, dubbi e decisioni da prendere, improvvisazione e paura, ma non elargisce troppe risposte. Chi è il vero nemico? Concedeteci l’onore di parlarvi in modo più dettagliato delle nostre impressioni, in questa recensione dell’anteprima Netflix.
Granchio Nero: una missione suicida
“Sei soldati vengono chiamati per compiere una missione fuori dal comune, potenzialmente risolutiva per la guerra in corso. Dovranno trasportare un pacco misterioso, dietro le linee nemiche, pattinando sulle distese dei mari ormai ghiacciati. Mille dubbi e paure attanaglieranno le menti dei disperati protagonisti, alle prese con la propria integrità morale, e durante le numerose situazioni di sopravvivenza estrema a cui saranno sottoposti.”
Il nuovo lungometraggio svedese crea l’atmosfera adeguata, trasmette la tristezza e la disperazione del suo scenario post-apocalittico, e accompagna le imprese dei protagonisti con una piacevole sceneggiatura. Molti dettagli vengono svelati nel corso del film, altri restano in disparte, ansiosi di ricevere una risposta che mai arriverà. L’improvviso cambiamento con cui Granchio Nero trasforma le battute iniziali lascia un po’ spaesati, d’altronde passare da un breve contesto di vita quotidiana a una missione militare segreta genera qualche perplessità. Ma dipinge comunque un quadro interessante, che si lascia guardare.
Chi è il nemico da combattere?
Nessuno. Il film è così preso dal raccontare la missione che non fornisce troppe risposte. Numerosi primi piani sugli attori lasciano il posto ad ampie inquadrature paesaggistiche, la fotografia raggiunge livelli di espressività toccanti, ma qualcosa viene decisamente tralasciato. Granchio Nero vuole soffermarsi solo sull’impresa compiuta dai sei soldati, senza bisogno di dettagli elaborati, mettendo al centro dell’attenzione la moralità e le emozioni che avvolgono le loro decisioni spesso improvvisate.
Il fine giustifica i mezzi? Non sempre. Dovrebbe esserci un limite di buonsenso da non superare mai, eppure la storia ci ricorda quanto spesso l’essere umano si sia spinto oltre. Sovrani accecati dal potere hanno ordinato veri e propri stermini, senza badare alle conseguenze, mossi unicamente dalla brama di soddisfare il proprio ego. Il nuovo aggiunto al catalogo Netflix propone proprio questa situazione, e mostra come ignari soldati vengono inviati a compiere atrocità sotto gloriose spoglie.
Una mamma, pattinatrice, soldato e leader
Va bene dipingere il personaggio principale in modo glorioso, ma ogni tanto si esagera. La protagonista, Edh, si trasforma da mamma premurosa a Terminator senza pietà nel giro di pochissime scene. Compie gesti estremi, non esita mai a premere il grilletto, fa di tutto per salvaguardare la riuscita della missione, assumendo le sembianze di una super eroina. La determinazione di una donna che vuole ritrovare la propria figlia è sicuramente forte, ma la metafora inserita in Granchio Nero ci è sembrata un po’ eccessiva. Noomi Rapace offre a ogni modo un’interpretazione decisa, e con grande esperienza riesce a connettersi con il pubblico.
Le scene di pattinaggio sul ghiaccio sono decisamente le più belle, una palette di colori angoscianti fa da sfondo all’impresa descritta nella trama, e le riprese colgono il meglio per esaltare l’originale spunto creativo del regista. Il film mescola una serie di tecniche cinematografiche al fine di rappresentare, in modo coinvolgente, le numerose difficoltà a cui la protagonista deve far fronte, da sola o insieme ai suoi compagni. Il ritmo di Granchio Nero rovescia improvvisamente attimi silenziosi in situazioni rocambolesche al limite della sopravvivenza, mantenendo l’attenzione alta quasi per tutta la sua durata.
Attenzione, immagini forti!
La guerra dà luogo a scenari terribili, si sa. Granchio Nero fa altrettanto. In diverse scene emerge il forte senso di disgusto provato dai personaggi, in questo caso soldati che attraversano un campo di battaglia insolito. Un ipotetico conflitto su larga scala provocherebbe innumerevoli vittime, per lo più civili, non solo date dai vari bombardamenti o battaglie, ma anche dall’impossibilità a resistere alle particolari condizioni sul campo di battaglia. I viveri scarseggiano, al freddo sopraggiunge l’ipotermia, non c’è via di fuga, arriva inevitabilmente la morte. Questo destino struggente viene raffigurato molto bene, la telecamera si beffa della censura e supporta lo stile realistico a cui il film tiene in particolar modo.
Apprezzo personalmente quei momenti capaci di impressionare chi sta guardando, anche solo per una manciata di secondi. I sogni della protagonista vengono utilizzati come strumento flashback, ed enfatizzano la netta distinzione tra dolci ricordi e amara realtà. Alcune immagini crude di questo nuovo thriller d’azione svedese sono in grado far provare emozioni forti, non adatte ai più piccoli, perciò ne consigliamo la visione al solo pubblico adulto. Ora, vi sarete fatti una vaga idea del tipo di pellicola in questione, quindi in vista delle nostre conclusioni finali, vi lasciamo ad assaporare il trailer ufficiale di Granchio Nero.
Le nostre conclusioni su Granchio Nero
Onestamente non avevamo aspettative troppo elevate, eppure siamo rimasti colpiti da alcuni fattori in particolare. La qualità della fotografia pizzica le giuste corde sensoriali, principale nota positiva di Granchio Nero, e insieme ad alcune ottime inquadrature riesce a trasportare il film sin dall’inizio. Nel complesso è un’opera interessante con tratti originali, riflessiva per certi versi, ma che non gode di una prestazione corale degli attori eccelsa. Tutta la traversata impossibile ed estenuante, in fine, viene derisa da una conclusione abbastanza banale, la quale rovina secondo me l’enfasi costruita durante quasi due ore di pellicola. Non è il primo film che scivola in dirittura di arrivo, non sarà di certo l’ultimo, ma ogni volta purtroppo è sempre un dispiacere vedere storie terminare senza chissà quale significato di fondo.
La nostra recensione si conclude qui, noi vi invitiamo a leggere le tante altre presenti sul sito Kaleidoverse.it, insieme a tutti gli approfondimenti e le curiosità provenienti dal mondo cinematografico, ma non solo. Unendovi al canale Telegram, infatti, troverete anche notizie su film, serie TV, anime, manga e videgiochi, così da restare sempre aggiornati su ogni cosa. Visitate inoltre le nostre pagine social Instagram, Facebook, TikTok e Youtube, per gustare tanti contenuti divertenti e video esclusivi della redazione.
Granchio Nero utilizza un modo originale per descrivere il nuovo ipotetico scenario post-apocalittico svedese, un contesto caratterizzato dalla guerra e dai cambiamenti climatici. La trama sviluppata attorno i sei soldati protagonisti della missione top secret offre ottimi spunti per la fotografia, ma lascia un po' a desiderare in dirittura di arrivo, penalizzando l'intero risultato. Un film comunque di buona qualità, che inciampa però nella banalità del suo finale.