Cari amanti dei punti e clicca, oggi parleremo di un titolo di cui avrete sentito sicuramente parlare. Anna’s Quest è un’avventura grafica prodotta da Krams Design e sviluppata dalla celebre Daedalic Entertainment, che fu rilasciata per la prima volta su PC nel già lontano 2015. Ho voluto prendere in analisi la versione per Nintendo Switch del gioco che è approdata sul mercato molto più recentemente, per la precisione nel 2021, perché ero particolarmente curiosa di capire quanto il porting di un’avventura punta e clicca si adatti davvero ad una console portatile come quella di mamma Nintendo. Siete curiosi di saperne di più? Passiamo subito ai dettagli!
La trama di Anna’s Quest
Anna’s Quest, come dice il titolo, ci racconta la storia di Anna, una bambina cresciuta con suo nonno in una modesta fattoria nascosta agli occhi di tutti. Un giorno l’anziano si ammala gravemente, quindi la nostra coraggiosissima protagonista decide di abbandonare l’unico posto sicuro che conosce per avventurarsi nel bosco e cercare una cura in grado di salvargli la vita, ma non senza incontrare diversi ostacoli sul suo percorso. Durante i primi momenti di gioco Anna viene rapita da Winfriede, una strega che vuole condurre esperimenti su di lei imprigionandola in una torre piena di attrezzature tecnologicamente avanzate per il periodo in cui è ambientata la storia. Il nostro primo compito quindi sarà quello di fuggire dalla torre per tornare alla nostra missione.
La storia è divisa in 6 parti per un totale di circa 13 ore di gioco. Le prime due sono ambientate proprio in questa torre e permettono sin da subito di familiarizzare con le varie meccaniche e coi rompicapi, gettando anche le basi necessarie a raccontare le storie di tutti gli altri personaggi: si fa ad esempio la conoscenza di Ben, un ragazzino che è stato trasformato in un orsacchiotto, e cominciamo anche a trovare i primi indizi sul passato di Winfriede. Entrambi i personaggi si riveleranno essenziali per comprendere a pieno la storia di Anna’s Quest, che nasconde dei colpi di scena decisamente interessanti di cui non parlerò nel dettaglio per non rovinare la vostra personale esperienza.
La linea sottile tra il bene e il male
Dopo la parte introduttiva della torre entriamo finalmente nel vivo dell’opera: una buona parte dell’avventura si svolge nella città di Wiederhorn, dove la nostra protagonista si dedicherà alla ricerca di qualcuno capace di offrirle una cura per il suo adorato nonnino. L’ingenuità porterà nuovamente Anna nelle grinfie di Winfriede la strega, che stavolta ci imprigionerà all’inferno, con tanto di Diavolo a fare da guardia. La parte finale si svolge nel castello reale ed è la più pregna di rivelazioni sulla trama, ma quella infernale è decisamente la sezione più interessante, che permette all’elemento lugubre finora solamente accennato di insinuarsi definitivamente e disturbare l’atmosfera fiabesca della storia.
Ebbene sì, Anna’s Quest non è solo una fiaba con animali parlanti, draghi e stregoni. Non è solo un’avventura grafica pensata per i più giovani, ma anche per gli adulti. Quello che all’apparenza sembra un semplice racconto è in realtà la storia dell’eterno conflitto tra bene e male, e di come tra essi non esista una netta separazione. Anna è una bambina estremamente empatica e speranzosa, capace di vedere il bene anche nel suo peggior nemico, persino davanti al terrore più puro. È capace di comprendere ciò che molti adulti del suo mondo ancora non comprendono: che non è possibile separare il bene dal male. È questo l’elemento che, nonostante alcuni difetti, mi ha fatto davvero apprezzare questo prodotto.
I rompicapi e la telecinesi
Innanzitutto, è doveroso specificare che Anna’s Quest è un titolo interamente in lingua inglese: sia i dialoghi che compaiono a schermo che il doppiaggio non hanno traduzione, questa potrebbe essere per voi un’arma a doppio taglio; avrete infatti un estremo bisogno dei dialoghi per proseguire, poiché contengono indizi utili non solo sulla storia ma anche sui rompicapi che andrete a svolgere. Vi occorrerà quindi una buona conoscenza dell’inglese.
Passiamo ora al vero fulcro del gioco: come ogni avventura punta e clicca che si rispetti, passerete gran parte del vostro tempo a risolvere rompicapi che, nella mia esperienza, ho trovato abbastanza complicati ma non impossibili. Dovrete pensare un po’ fuori dagli schemi, leggere attentamente gli indizi che vi saranno forniti e raccogliere qualsiasi oggetto, talvolta combinandone diversi (anche quelli che non vi aspettereste mai) per aiutarvi nelle vostre avventure, ma non è tutto. Ciò che non ho ancora rivelato infatti è che Anna ha ereditato da suo nonno un talento speciale, la telecinesi, che potrete utilizzare in moltissime situazioni.
Porting riuscito?
Per quanto riguarda i comandi, sono rimasta piacevolmente sorpresa dal fatto che l’esperienza su una console portatile come Nintendo Switch non mi abbia penalizzata in alcun modo. Il porting è riuscito molto bene, e nonostante i comandi possano sembrare leggermente macchinosi all’inizio, col passare delle ore tutto diventa molto più intuitivo. Lo stesso si può dire della grafica, le animazioni sono fluide e gli splendidi disegni realizzati a mano non perdono assolutamente di qualità, anche se giocando in modalità handheld risulta un po’ complicato muoversi all’interno degli scenari notturni, anche impostando la luminosità del gioco al massimo.
Abbiamo già parlato dell’importanza dei dialoghi all’interno di Anna’s Quest, e per questa ragione ritengo doveroso parlare della lunghezza di alcune interazioni che a tratti risultano estremamente prolungate e piene di informazioni che, senza volerlo, fanno perdere un po’ il filo di ciò che si sta facendo. Un altro elemento che non ho apprezzato particolarmente è il fatto che, nonostante la scelta delle risposte di Anna non influisca in alcun modo sulla trama, si è spesso costretti a selezionare tutte le opzioni durante la conversazione con un altro personaggio solo per poter sbloccare un indizio necessario alla risoluzione di un rompicapo.
La colonna sonora del prodotto non è particolarmente invadente, si adatta bene al contesto ed è abbastanza curata. Non si può dire lo stesso riguardo il doppiaggio, che in alcuni punti risulta tagliato un po’ male. Inoltre, a volte le tonalità dei personaggi sembrano piatte, in particolare quella di Anna, ma d’altronde stiamo parlando di una bambina e questo rende giustificabile la poca espressività della sua voce.
Le nostre conclusioni su Anna’s Quest
In conclusione, Anna’s Quest ci presenta un intreccio talmente interessante da rendere passabili quei difetti riguardo la lunghezza dei dialoghi e la relativa difficoltà dei rompicapi. Bisogna affrontare le prime ore di gioco con molta pazienza per entrare nel vivo della storia e cominciare a ragionare con la stessa fantasia di Anna, ma non vi pentirete di affrontare questo viaggio.
Consiglio questo titolo caldamente, in particolare ai nostalgici delle avventure grafiche che ebbero tanto successo alla fine degli anni 90 e agli amanti delle fiabe, i quali troveranno sicuramente pane per i loro denti con questa storia e noteranno con piacere le diverse citazioni ad alcune famosissime fiabe presenti nel gioco. Riuscirà Anna a salvare suo nonno? Lo scoprirete solo giocando! Spero che questa recensione vi sia piaciuta e vi invito a seguirci su Telegram, su Youtube, e sempre qui su Kaleidoverse.it per non perdervi le prossime notizie, guide e recensioni dal mondo del cinema, degli anime e dei videogiochi!
Anna's Quest è un titolo che richiede molta pazienza e diverse ore di gioco prima di poter essere apprezzato a pieno. L'alternanza tra il lugubre e il fiabesco rende il gioco estremamente interessante e adatto non solo ai più giovani, ma anche agli adulti. Il ritmo della storia è interrotto da alcuni momenti vuoti, ma nel complesso è abbastanza bella da permetterci di perdonarle qualche piccolo difetto.