La serie Syberia potrebbe non essere compresa tra i giochi di avventura più popolari al giorno d’oggi, ma il mondo e i personaggi creati da Benoit Sokal possiedono ancora un posto nel cuore di tutti coloro i quali hanno avuto modo di godere delle prime due voci della saga. Anni dopo il lancio del secondo capitolo, infatti, Microids tornò in pompa magna col terzo nel 2017, il quale si pose allora l’obbiettivo di presentare a una generazione di giocatori più giovane il mondo unico e particolare circondante l’opera assieme al personaggio principale Kate Walker. Purtroppo, il risultato non rese grazie alle premesse, finendo ben presto nel dimenticatoio non solo per non essere paragonabile ai predecessori, ma soprattutto poiché ci si trovava di fronte a un gioco concepito a priori in modo errato. Sembrava essere la fine per il franchise, il quale rischiava terminare con una stonatura prepotente, almeno fino all’annuncio di Syberia – The World Before, che tratteremo in questa recensione.
A quasi cinque anni dall’uscita di Syberia 3, Microids sta dunque tentando di onorare adeguatamente la serie e la memoria del creatore Benoit Sokal, scomparso l’anno scorso, con Syberia – The World Before. E fin dall’inizio, è chiaro come la nuova opera sia stata rifinita e progettata con molta più attenzione rispetto alla terza, fornendo dunque al fruitore un’esperienza da gioco di avventura purissima e solida, mantenendo i capisaldi capaci di renderlo memorabile, senza però cercare di innovare.
Syberia – The World Before connette presente e passato
Syberia – The World Before è la prima voce della serie a presentare due diversi personaggi principali: la protagonista principale storica, Kate Walker, e Dana Roze, un’aspirante pianista di 17 anni che ha vissuto a Vaghen nel 1937 e la cui esistenza sarà segnata dalla funesta minaccia fascista del gruppo denominato Ombra Bruna, nel periodo di poco antecedente alle vicende della Seconda Guerra Mondiale. Le cose non vanno molto meglio per Kate, la quale è rimasta imprigionata in una miniera di sale alla fine del capitolo precedente, vedendosi costretta a lavorare lì come schiava. Una piccola apertura le darà però l’opportunità di scappare, pagando sì un caro prezzo, ma recuperando un dipinto di Dana, la quale le assomiglia particolarmente. Di conseguenza, partirà il suo viaggio alla volta di Vaghen, con l’obbiettivo di scoprire chi è la ragazza nella foto, senza però essere consapevole delle scoperte scioccanti che farà nel cuore dell’Europa.
La storia che circonda le vicende di Syberia – The World Before è inevitabilmente tra i punti di forza più preponderanti dell’opera. Spiegarne i motivi risulta un po’ complicato senza cadere in pesanti spoiler, ma basta sapere come il sistema a doppia timeline funzioni sorprendentemente bene dal punto di vista narrativo, spesso fondendosi in una maniera molto cinematografica. L’intero mistero circondante il legame tra Dana e Kate è presentato nel modo corretto, andando dunque a coinvolgere i giocatori i quali si ritroveranno vogliosi e affamati di scavare sempre più a fondo nelle vicende. I personaggi sono stati progettati in modo congeniale, col ritorno di Oscar che rappresenta la ciliegina sulla torta inattesa ma decisamente benvenuta, a maggior ragione considerando come il tono dell’opera sia piuttosto cupo e ben lontano dai fasti spensierati vissuto nelle iterazioni precedenti. Ciò si collega inevitabilmente sia alle ragioni narrative ma soprattutto a come il titolo stesso è stato pensato, ossia come un tributo al creatore scomparso. Insomma, non proprio il solito Syberia, almeno per quanto riguarda la trama.
Liberi, ma non troppo
Mentre la storia rappresenta sicuramente uno dei punti di forza di Syberia – The World Before, il gameplay non offre molto di cui parlare. È funzionale, questo è certo, ma in realtà non tenta di fare qualcosa di diverso dalle innumerevoli avventure punta e clicca moderne esistenti. Nei panni di Kate o Dana, avremo modo di esplorare una varietà di luoghi lineari, parlare con gli NPC, interagire con numerosi oggetti diversi (alcuni legati alla storia, altri no) e risolvere enigmi. Questi ultimi non implicano il solo utilizzo di strumenti richiesti, ma anche l’esecuzione di azioni mediante dei, molto semplici, quick time event. I puzzle si presentano con un diverso grado di complessità, la quale trova il suo apice in quelli presenti nelle battute finali dell’opera; non disperate, comunque, Syberia – The World Before offre un sistema di suggerimenti opzionale capace di guidarvi verso la risoluzione di qualsiasi dilemma, al fine di non lasciare nessuno bloccato per troppo tempo sullo stesso quesito. Sicuramente un’ottima idea, adatta per coloro i quali desiderano solo godersi la storia per scoprire il finale, piuttosto che interessarsi a fasi di gameplay più o meno difficili.
Sebbene Syberia – The World Before sia per lo più instradato su dei binari lineari, concede spesso lo spazio ai giocatori di completare alcuni obbiettivi secondari capaci di fornire alcuni dettagli aggiuntivi sul mondo che li circonda, e sui personaggi il cui cammino andranno a incrociare. Questi sono quasi integrati nell’avventura principale, ergo completarli viene quasi naturale, dando comunque per assodato come possano essere ignorati del tutto senz’alcuna ripercussione, lasciando dunque la possibilità di focalizzarsi unicamente sulla trama principale, qualora lo si voglia.
Il passo più corto della gamba
Come si può intuire a questo punto della recensione, Syberia – The World Before sceglie di rimanere abbastanza fedele ai canoni demarcati dai capitoli migliori della serie in termini di gameplay; ma questa rappresenta anche, secondo me, la sua più grande debolezza. L’esperienza funziona nel complesso, frase impossibile da accostare magari a Syberia 3, e non nego come vi siano dei momenti di divertimento, ma temo che Microids abbia deciso di puntare troppo sul sicuro. Certo, parliamo comunque di un’opera modernizzata, ma non abbastanza dal renderla un capolavoro. Il genere punta e clicca è progredito moltissimo dai tempi delle prime due iterazioni della saga, e mi sarebbe piaciuto vedere un approccio diverso quando siamo ormai al quarto capitolo del franchise. Insomma, visti titoli del genere come Sherlock Holmes: Chapter One, Syberia – The World Before avrebbe sicuramente meritato qualcosa di più.
Spostando le attenzioni su grafica e ambientazioni, Syberia – The World Before si rende capace di offrire uno spettacolo degno di nota. L’opera presenta un’atmosfera fantastica, enfatizzata dall’uso saggio dell’illuminazione; nonostante vi siano alcuni difetti visivi con ombre capaci di denigrare l’immersione, si tratta comunque di sezioni brevi e poco impattanti. Luoghi e personaggi sono abbastanza dettagliati e le animazioni rendono l’idea di come sia stato effettuato un buon lavoro, ma non sono lontanamente complesse come quelle ammirabili nelle produzioni AAA. Sono purtroppo frequenti alcuni problemi di ottimizzazione, visto come il frame rate vari notevolmente anche a risoluzioni non troppo esose in termini di risorse richieste. E ciò non sarebbe un problema, essendo di fronte a un’opera punta e clicca, ma di tanto in tanto risulta fastidioso passare da 90 a 40 FPS senza una vera e propria ragione apparente.
Le nostre conclusioni su Syberia – The World Before
L’atmosfera di Syberia – The World Before è ulteriormente esaltata dalla grande cura che è stata riposta nella produzione dei suoni. La recitazione vocale è solida ovunque, con Sharon Mann che torna a doppiare Kate Walker al fine di dare un migliore senso di continuità, così come la colonna sonora composta da Inon Zur lasci di sasso in numerosi frangenti. Il titolo è, senza dubbio, un ritorno alla forma embrionale per la serie, presentando un’esperienza di gioco più che gradevole, alimentata da una storia avvincente, personaggi affascinanti ed enigmi ben progettati, discostandosi del tutto dal fallimentare Syberia 3. Purtroppo si pecca dal punto di vista dell’innovazione, con l’opera che si mostra come una versione leggermente più moderna rispetto alle altre che ne condividono il genere, risultando dunque funzionale ai propri scopi base, ma le modifiche non sono sufficienti affinché si possa rendere questo capitolo appetibile per tutti i tipi di giocatori. Noi vi ringraziamo per l’attenzione, rimandandovi a Kaleidoverse e al nostro canale Telegram per rimanere sempre aggiornati su film, serie TV, videogiochi e molto altro ancora.
I grandi affezionati alla serie di Syberia ma soprattutto al compianto Benoit Sokal saranno già alle prese, se non l'avranno già completato, con le avventure di questo quarto capitolo. Il quale, seppur tornando agli antichi fasti capaci di rendere la saga famosa, si ritrova immerso in un limbo dal quale l'unico modo per emergere risiede nella magistrale trama che lo avvolge. Non da poco sono le pecche del gameplay, giudicabile come una minestra riscaldata già assaporata sia in precedenza nello stesso franchise, ma soprattutto in altri tioli da genere affine. Il comparto sonoro è il fiore all'occhiello di questo The World Before, assieme a una grafica non dà spacca mascella e con qualche problemino ma che, quando vi è la necessità, esplode in una lucentezza ammirabile anche da case produttrici con mezzi ben più potenti. Insomma, siamo certi che Benoit non avrà da rivoltarsi nella tomba.