Oggi Kaleidoverse strizza l’occhio a tutti gli appassionati del genere sci-fi, con la recensione di un nuovo prodotto disponibile in streaming su Disney+ dal 23 marzo. Stiamo parlando di Universi Paralleli, una serie televisiva francese creata da Quoc Dang Tran che unisce l’intramontabile tematica del coming of age a quella dei viaggi nel tempo: il risultato è un’opera abbastanza interessante che è stata inevitabilmente paragonata sin dalla sua uscita a prodotti come Dark o Stranger Things per i suoi contenuti, ma potrebbe davvero tenere testa a titoli di questo calibro? Andiamo subito ad analizzare la serie per scoprirlo insieme.
Quell’attimo che ha stravolto tutto
Siamo nel 2021: Sam, Victor, Romane e Bilal sono quattro amici d’infanzia che vivono in un tranquillo paesino di montagna. La sera del compleanno di Bilal, i protagonisti si riuniscono in un bunker abbandonato che hanno trasformato nel loro piccolo rifugio per festeggiare insieme, ma qualcosa va terribilmente storto. Dopo una strana interruzione di corrente, durata pochi secondi, Victor e Romane spariscono. Sam, sconvolto, si ritrova in compagnia di un Bilal adulto. Inizia così il viaggio dei nostri giovani eroi attraverso due dimensioni parallele, in cui presente e futuro si confondono e cercano di scontrarsi. Riusciranno ad affrontare di petto il loro destino per riportare indietro il tempo? Lo scoprirete solo guardando i 6 episodi di cui la serie si compone, che come abbiamo detto, sono già disponibili sulla piattaforma targata Disney.
Basandoci su questa breve sinossi, il fulcro di Universi Paralleli riguarderebbe proprio i viaggi nel tempo e le mille peripezie che i quattro ragazzi dovranno affrontare alla scoperta della teoria del multiverso di Everett, la quale viene semplificata abbastanza da essere compresa da qualsiasi spettatore. E in effetti è così, ma nel corso di questi episodi (che hanno una durata di circa 40 minuti l’uno) vengono anche affrontate con molta attenzione diverse tematiche adolescenziali; tra queste, le più toccanti sono sicuramente la paura di crescere, il racconto delle diverse sfaccettature dell’amore, ma soprattutto il conflitto coi genitori. Il modo in cui questi argomenti vengono raccontati è decisamente da lodare. Ognuno dei nostri protagonisti vive una situazione di profondo disagio con cui dovrà scendere a patti per poter cambiare il proprio destino. Si passa dalle cose più semplici, come trovare il coraggio di approcciare una ragazza, arrivando a problematiche molto più articolate, come ad esempio l’importanza del dialogo e della fiducia all’interno del proprio nucleo familiare.
Le occasioni perse
Questo prodotto parte con un incipit avvincente e ricco di colpi di scena, il quale ci incuriosisce abbastanza da tenerci incollati allo schermo per qualche ora. Ma, purtroppo, le sue premesse interessanti tendono a perdersi nel corso della narrazione, in alcuni casi lasciando in sospeso delle trame secondarie, e in altri ancora fornendo delle conclusioni fin troppo affrettate ad alcune vicende cruciali. Facciamo qualche esempio pratico: la serie si apre raccontandoci di Hugo, un ragazzino scomparso nel 2011 in circostanze molto simili a quelle dei nostri protagonisti. Il suo caso verrà ripreso dalla polizia e sarà accennato diverse volte nel corso di questa stagione, ma non troverà mai una conclusione.
Un altro elemento della trama che non è stato sfruttato a pieno riguarda i poteri sviluppati da Romane e Victor dopo lo squarcio temporale. Non conosciamo le origini di queste particolari abilità, e vengono utilizzate relativamente poco nel corso di questi episodi. Persino il finale risulta quasi deludente e affrettato, lasciando davvero poco spazio alle speculazioni riguardo un’eventuale seconda stagione. Insomma, il misterioso lato sci-fi di Universi Paralleli viene trascurato progressivamente per tentare di spostare il nostro focus sulle vicende personali dei protagonisti, quasi come se questa stagione fosse stata pensata per essere autoconclusiva.
Le nostre conclusioni su Universi Paralleli
Quoc Dang Tran ha voluto parlare sin da subito dell’approccio adottato per raccontare la storia di Universi Paralleli, confermando che l’intenzione del prodotto è proprio quella di concentrarsi sulle emozioni e sull’intimità dei giovani protagonisti più che sulla parte sci-fi. Ciò non toglie che, purtroppo, il discorso viene lasciato in sospeso trascurando alcuni indizi tremendamente interessanti, i quali avrebbero aperto facilmente le porte ad una seconda stagione di cui per ora non ci sono conferme. Nonostante questo, è innegabile che il cast, composto in gran parte da attori molto giovani ma molto talentuosi, fa un ottimo lavoro nel trasmettere la suspense e le emozioni turbolente dei personaggi.
Siamo di fronte ad una serie che potrebbe competere con Dark o Stranger Things? Molto probabilmente no, l’ambizione c’è ma non basta, tanto che questa storia sembra quasi sprecare il potenziale di un tema come il multiverso. Resta comunque un prodotto godibile palesemente indirizzato ai più giovani (lo conferma la colonna sonora, in cui sono presenti diverse canzoni molto famose) e senza troppe pretese, che potrebbe rendere la vostra serata interessante. C’è da dire che Universi Paralleli rappresenta uno dei primi tentativi di diffusione del genere sci-fi in Francia, quindi vi consigliamo di darle comunque una chance per farvi un’idea vostra. Speriamo che questa recensione vi sia piaciuta, e vi invitiamo a seguirci su Telegram, sul nostro canale Youtube e tornando a trovarci sempre qui su Kaleivoderse.it per non perdervi le prossime notizie, guide e recensioni sui vostri film, serie e videogiochi preferiti!
Universi Paralleli si presenta come un interessante mix di tematiche sci-fi e adolescenziali, capace di attirare facilmente l'attenzione nei primi episodi. Nonostante questo, il suo focus fortemente voluto sulle emozioni dei protagonisti non ci permette di esplorare a pieno gli elementi fantascientifici della storia relativi ai viaggi nel tempo, lasciando irrisolti molti misteri. Resta comunque un prodotto facilmente consumabile in una serata, specialmente indirizzato ai più giovani, e nel complesso abbastanza godibile.