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La cena della spie Recensione: sulla scia della verità

Chiara BaldacchiniBy Chiara Baldacchini8 Aprile 2022Nessun commento6 Mins Read
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La cena delle spie
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Oggi su Amazon Prime Video è uscito La cena delle spie (All the Old Knives), un film del 2022 diretto da Janus Metz nonché adattamento cinematografico del romanzo del 2015 omonimo scritto da Olen Steinhauer, autore anche della sceneggiatura della pellicola. La vicenda, sui toni del thriller di spionaggio, segue due ex amanti che si incontrano a cena in un ristorante chic californiano. Nel cast troviamo attori di un certo calibro: Chris Pine (Henry Pelham), Thandiwe Newton (Celia Harrison), Laurence Fishburne (Vick Wallinger), Jonathan Pryce (Hill Compton), Corey Johnson (Karl Stein), Jonjo O’Neill (Ernst Pul), Ahd (Leila Maloof), David Dawson (Owen Lassiter), Nasser Memarzia (Mohammed Dudayev) e Orli Shuka (Ilyas Shushani).

La cena delle spie: chi è la talpa?

Henry Pelham è un veterano della CIA, il tipo di agente che si guadagna la fiducia delle sue fonti con la sua fluidità nel loro linguaggio e con la sua empatia. Viene chiamato dal suo ex capo dell’ufficio di Vienna (interpretato da Laurence Fishburne) per esaminare un vecchio caso: nel 2012, un aereo di linea turco è stato dirottato dai terroristi della jihad mentre si trovava sulla pista dell’aeroporto di Vienna. I terroristi hanno finito per uccidere tutte le persone a bordo – oltre 100 -, compresi loro stessi. Perché è successo questo disastro? Nuove prove suggeriscono che c’era una talpa nei ranghi della CIA e ad Henry è stato ordinato di scovare il traditore.La cena delle spie

A Londra, egli si presenta in un pub per sorprendere Bill Compton (Jonathan Pryce), un ex veterano dell’ufficio di Vienna dato che i registri telefonici indicano che egli ha effettuato una misteriosa chiamata in Iran la notte del dirottamento. Suona così tanto come una bandiera rossa  e la performance di Pryce è così piena di tentativi sbagliati per mantenere la calma che sospettiamo immediatamente che sia un candidato troppo ovvio. Ma la talpa potrebbe davvero essere un’altra persona, Celia Harrison (Newton), la quale aveva una relazione romantica con lui quando è avvenuto il dirottamento. Lei ha lasciato lui e l’agenzia subito dopo, e ora è sposata con due figli a Carmel-by-the-Sea, in California. Lei e il suo ex amante non si vedono da otto anni, ma lui organizza un incontro con lei in un ristorante di vinicola.

Un film ricco di flashback ma poco intrigante

La storia di La cena delle spie si snoda tra l’attuale Carmel-by-the-Sea, dove sono ormai passati otto anni dall’accaduto, e la Vienna del passato; incontriamo alcuni degli altri principali attori di quel periodo, tra cui Bill Compton, un agente anziano che era come un padre per Celia; David Dawson, che gestiva una squadra di decifratori di codici e analisti prima di suicidarsi, e Vick Wallinger, capo dell’ufficio di Vienna. Assistiamo al caos che ha luogo all’interno dell’organizzazione dopo che il volo 127 è stato dirottato, con Henry che lavora sulla sua vasta rete di fonti per trovare una soluzione mentre Celia partecipa a un incontro clandestino con motivazioni oscure e Bill Compton che va via improvvisamente dall’ ufficio. La cena della spie 01

La narrazione di La cena delle spie consiste nei protagonisti Henry e Celia seduti a un tavolo in un ristorante vuoto, sorseggiando vino e mangiando piatti ricercati, mentre il sole si fa strada meravigliosamente verso il tramonto. È un interrogatorio, una reminiscenza intrisa di flirt e un gioco del gatto e del topo; l’agente della CIA, nonostante tutta la sua lucentezza da ragazzo indie da vecchio glamour, presenta anche una morbidezza vellutata che va a vantaggio della sua intelligenza. Chris Pine ha un sesto senso per sedurti nel suo punto di vista. D’altra parte, Thandiwe Newton ci affascina dando la performance più astuta del film; ci mostra come Celia potrebbe essere allo stesso tempo una solenne patriota, una fredda carnefice e una romantica fuorilegge che aveva raggiunto i limiti della sua fiducia.

Le premesse per un bel film ci sono ma non spiccano abbastanza

La cena delle spie potrebbe essere intrigante, ragiona sulle conseguenze e cerca di districarsi all’interno della matassa dei continui depistaggi che abbiamo. Per questo ci posiziona tutte le carte sul tavolo e ci fa pensare como degli investigatori, in una sorta di hub centrale dove è possibile selezionare, osservare e indagare su dinamiche già accadute e cercare l’incongruenza. Il regista danese Janus Metz Pedersen (True Detective, Borg vs. McEnroe) opera con una sensibilità spiccatamente europea, senza fretta ed enigmatica, con scatti sontuosi composti in modo così artistico da poter essere appesi.

Il regista riesce però a tenere a freno ogni scena, creando una certa suspense ponderata, soprattutto verso la fine. Il problema principale dell’opera però sta nell’allternazione di immagini prosaiche, una colonna sonora portentosa (di Jon Ekstrand e Rebekka Karijord), una sceneggiatura carica di dolore snocciolato nel mezzo di relazioni tormentate, di impetuose scene di sesso e misteri a sfondo internazionale che sfoggiano un po’ tutto il repertorio fatto di terroristi mediorientali, criminali russi e doppiogiochisti statunitensi. È un peccato, perché qui c’è davvero del talento, dal direttore della fotografia Charlotte Bruus Christensen (A Quiet Place) allo scenografo Marcus Rowland (Rocketman).

La cena delle Spie 02

Le nostre conclusioni su La cena delle spie

Alla fine, La cena delle Spie è un film da guardare piacevolmente sul divano di casa. Potrebbe non essere il tipo di pellicola che rimane inciso nella mente dopo averlo guardato data la carenza di morali filosofiche, ma ha intrighi più che sufficienti per mantenere gli spettatori coinvolti. Il salto dal passato al presente confonde un po’, e dà in gran parte l’impressione che Metz volesse giocare a un suo gioco di spionaggio con il pubblico. Chiunque cerchi un classico thriller di spionaggio sarà probabilmente confortato dal modo familiare in cui si svela – il che non è necessariamente una brutta cosa -. I due principali protagonisti cercano di dare il via alla loro storia d’amore,  nella loro intima cena si percepisce ancora la loro passione l’uno per l’altro, la scintilla ancora può ardere in un’intensa profonda e passionale.

Il film, come accennato in precedenza, ha dei buchi che avrei preferito venissero esplorati, come un approfondimento su tutti gli altri personaggi che invece vengono solo presentati senza scavare a fondo. D’altronde, se l’attenzione viene posta solo su tre personaggi è molto facile capire chi sia davvero la spia. Ma solo alla fine della visione della pellicola vi renderete conto come il tutto sia stato orchestrato così bene. Noi come sempre vi invitiamo a continuare a seguirci tramite il nostro sito Kaleidoverse e i nostri canali social Telegram, Instagram e YouTube, per non perdervi nessuna novità sul mondo di Anime&Manga, serie TV, cinema, games e molto altro.

 

60%

La cena delle spie mette in scena una lunga partita a scacchi molto psicologica tra due ex amanti. I due scavano nei piani temporali e quelli della verità soggettive dai punti di vista di entrambi, e man mano che la verità vengono messe a fuoco emergono molte altre questioni come il gran sentimento che li legava, svelando però un lato che ferisce e sconvolge.

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