Negli ultimi anni abbiamo avuto modo di assistere a una crescente rivalsa dei film a tema musicale, i quali hanno portato sul grande schermo le storie degli artisti più amati in forma di biopic, e talvolta storie completamente nuove attraverso le commedie musicali. Ma vi siete mai chiesti quale sia il denominatore comune in gran parte di queste pellicole? In realtà è abbastanza semplice, basta infatti una ricerca per capire che all’interno dei più recenti film musicali vengono trattati i generi di musica più diffusi tra il grande pubblico, come ad esempio il pop e il rock. È proprio per questa ragione che una pellicola come Metal Lords salta immediatamente all’occhio, essendo una commedia musicale che offre allo spettatore un assaggio della filosofia e dei ritmi dell’heavy metal. Noi di Kaleidoverse abbiamo avuto modo di vedere quest’opera in anteprima e non vediamo l’ora di dirvi la nostra, quindi restate con noi se siete interessati!
Creare una band metal al liceo
“Se ci consacreremo al metal, la scuola sarà nostra!”
Metal Lords, diretto da Peter Sollett e scritto da D.B. Weiss (proprio lui, il celebre ideatore del Trono di Spade) ci racconta la storia di Kevin, un liceale che viene reclutato dal suo migliore amico Hunter come batterista per creare un gruppo heavy metal, in vista della Battaglia tra Band. C’è solo un problema: come faranno i nostri protagonisti a trovare un bassista in una scuola in cui nessuno ascolta la musica metal? Tutto cambia quando Kevin incontra Emily, una violoncellista che dimostra di saper passare da Bach ai Black Sabbath con estrema facilità. Riusciranno insieme a colmare le loro divergenze e convincere Hunter che il metal non è solo potenza e distorsione del suono?
Una storia di ribellione, d’amore, ma soprattutto di amicizia, come ogni commedia adolescenziale che si rispetti. Ma Metal Lords è anche la storia di come Kevin riesca a trovare sé stesso e i propri valori grazie alla musica, di come nella corazza di Hunter cominci finalmente a crearsi una breccia che lascia trasparire la sua tristezza, e di come Emily capisca di non essere sbagliata. Le forti caratterizzazioni dei personaggi principali sono uno dei punti forti di questa pellicola, capaci di tenere gli spettatori incollati allo schermo. Stiamo parlando di adolescenti, ma allo stesso tempo non ci troviamo davanti alle solite storie adolescenziali stereotipate.
Ciò è dimostrato nel finale che certamente non è tra i più inaspettati, ma non è neppure il lieto fine che tutti si aspetterebbero da un film di questo tipo. E nonostante questo, riesce a trasmettere perfettamente la maturazione avvenuta nel cuore dei nostri protagonisti. Certo, alcuni elementi fanno comunque storcere un po’ il naso, come la malattia mentale di Emily a cui non sarà mai dato un nome né sarà approfondita nel corso della narrazione, ma in questo caso è necessario tener presente le varie dichiarazioni che D.B. Weiss ha fornito al riguardo: la vita di Emily non gira esclusivamente intorno ai suoi problemi, lei non è la sua malattia. C’è molto di più dietro al suo personaggio, così come c’è molto di più dietro quella sottile ironia che aleggia su tutta l’opera e sulle vite di questi ragazzi.
Le musiche di Metal Lords
Non possiamo parlare di una commedia musicale senza ovviamente parlare della sua colonna sonora. Quella di Metal Lords è prodotta dall’inimitabile Tom Morello, che potreste ricordare come il chitarrista dei Rage Against the Machine, ma anche di altri gruppi. La scelta delle musiche quindi è nelle mani di un vero professionista, e si sente: nella pellicola infatti sono presenti diversi brani iconici, come War Pigs dei Black Sabbath, ma anche un brano originale che prende il nome di Machinery of Torment, un vero portento metal che funge da colonna portante in diversi momenti dell’opera. Insomma, varrebbe la pena di vedere Metal Lords anche solo per l’attenzione che è stata dedicata alla parte musicale, specialmente se siete appassionati di questo genere o semplicemente un po’ nostalgici degli anni ’70-’80.
Le nostre conclusioni su Metal Lords
Siamo sicuri che, arrivati a questo punto, vi starete chiedendo: Metal Lords è davvero un film che racconta la musica metal? La risposta giusta si trova nel mezzo. La pellicola fa un buon lavoro nel raccontare le origini del metal, la sua estetica esuberante e drammatica, ma resta al tempo stesso un lungometraggio leggero indirizzato ai più giovani. Il vero scopo di Metal Lords non è raccontare la storia di un genere musicale, ma quello di raccontarne l’essenza: visto attraverso gli occhi di chi non lo conosce, l’heavy metal sembra spaventoso e inquietante. Ma la verità è che questo tipo di musica nasce da una sofferenza profonda, mista al desiderio di donare un posto nel mondo a chi si sente estremamente solo.
Questa è la storia di tre ragazzini strambi e arrabbiati che cercano il modo di integrarsi tra i loro compagni senza mai perdere di vista loro stessi, trovando così la loro valvola di sfogo nella musica. Il risultato è un coming of age quasi perfetto, che strappa diverse risate ma spinge anche a guardare oltre le apparenze. Vi consigliamo caldamente questo film, che sarà disponibile in streaming su Netflix dall’8 aprile. Speriamo che questa recensione vi sia piaciuta, e vi invitiamo a seguirci su Telegram, sul nostro canale Youtube, oppure tornando a trovarci sempre qui su Kaleidoverse.it per non perdervi le prossime notizie, guide e recensioni sui vostri film, serie tv e videogiochi preferiti!
Metal Lords è una commedia adolescenziale ironica e rivoluzionaria, che cerca di uscire dagli stereotipi non solo raccontando la vera essenza dell'heavy metal, ma anche fornendo una forte e inaspettata caratterizzazione ai suoi protagonisti. La scrittura di un professionista come D.B. Weiss si sente molto chiaramente, così come l'attenzione dedicata al comparto musicale di questa pellicola che comprende grandi classici ma anche un brano originale prodotto da Tom Morello. Un film consigliato a tutti, ma in modo particolare ai più giovani, perché possano rivedersi nei protagonisti ma soprattutto per risvegliare il loro animo ribelle.