Vi piace la pizza? In caso di risposta negativa a questa domanda ci sono due possibilità: riprovare o farvi fare un controllo alle papille gustative. Di origine napoletana, probabilmente la pizza è uno dei piatti più mangiati e amati al mondo, l’orgoglio della cittadina campana, tanto che nel 2003 Maurizio Forestieri, assieme allo studio italiano Lanterna Magica, ha diretto un film incentrato esattamente su questi temi: cibo e Napoli; sto parlando di Totò Sapore e la magica storia della pizza, liberamente ispirato al racconto Il cuoco prigioniero. Un cartone, un musical e un piccolo capolavoro creato interamente nella nostra patria, tratto a dir poco evidente guardando il lungometraggio. Se non lo conoscete o non l’avete mai visto, oggi noi di Kaleidoverse siamo qui per raccontarvi questa storia, senza naturalmente fare alcuno spoiler, per convincervi a recuperarla.
Un cantastorie, una ragazza e una famosa maschera
Totò Sapore – Antonio Salvatore Sapore – è un ragazzino che vive a Napoli, si diletta nell’arte dell’intrattenimento, scendendo in piazza a cantare e suonare, ma con il sogno di cucinare, tanto che il focus delle sue canzoni è proprio il cibo. La sua allegria e il suo ottimismo sono a dir poco contagiosi, è infatti molto amato da tutti, tranne che da una perfida maga padrona del Vesuvio – Vesuvia -, fatta di lava. Ella non tollera l’allegria del protagonista e vuole levargliela, ma essendo Totò un semplice e povero cantastorie risulta molto difficile togliergli qualcosa. Come ovviare al problema? La maga decide di fargli un regalo, ovvero fargli raggiungere tutto ciò che vuole per poi portarglielo brutalmente via. Il suo piano è quindi quello di regalargli delle pentole magiche, grazie alle quali che un miscuglio di terriccio e carbone può diventare un piatto strabiliante: Totò, in possesso delle pentole, riuscirà addirittura a diventare lo chef della famiglia reale e dovrà servire un pasto non solo a loro, ma anche ai nobili francesi, in procinto di visitare la città.
Coprotagonisti della storia saranno Confiance, una ragazza di cui Totò si innamorerà a prima vista, e l’immancabile Pulcinella Cetrulo, reso esattamente come lo immaginiamo sia fisicamente che caratterialmente: indossa un abito bianco e una maschera nera ed è incredibilmente divertente. Durante gran parte della pellicola prevarranno termini e conversazioni dialettali, ma fortunatamente non è un linguaggio “estremo”, ossia comprensibile solo da chi conosce la lingua, ma anzi questo dettaglio aggiunge un tocco in più incredibilmente bello. Paradossalmente, al contrario, proprio le persone che non sono di Napoli e dintorni e che non conoscono bene la lingua potrebbero essere coloro che più la apprezzeranno.
Tra musica e stereotipi napoletani
Al contrario, coloro che potrebbero non apprezzare la pellicola sono le persone a cui non piacciono gli stereotipi. Totò Sapore e la magica invenzione della pizza tratta i napoletani esattamente come farebbe un qualsiasi turista: sono tutti costantemente focalizzati sul cibo. Tramite questo semplice concetto Totò ci dimostra il suo altruismo – affermando che dopo aver mangiato vuole sfamare i più poveri -; sarà causa di discriminazione, in quanto i compaesani vedono Antonio come un “traditore” dopo aver iniziato a lavorare per il re; al contempo porta all’uguaglianza, quando Pulcinella afferma che non c’è “differenza tra re e popolano: la pancia è pancia”. Il cibo sarà addirittura un pretesto che potrebbe portare alla guerra… e poi la possibile risolutrice di questa! I toni usati sono costantemente allegri e spensierati, è quindi evidente come questi stereotipi siano utilizzati per valorizzare il popolo di Napoli e non per discriminarlo, ma sono una costante per l’intera ora, quindi se qualcuno non li apprezza dovrebbe evitare il film.
La musica è un altro elemento centrale del film. Non solo perché Totò è un cantastorie, ma in generale si può definire Totò Sapore e la magica storia della pizza un musical. Personalmente non mi definisco una grande fan di questo genere, infatti non tutte le canzoni sono state da me apprezzate, ma parlando in linea più generale l’accompagnamento musicale è in realtà una caratteristica che valorizza molto il film. Essendo il tono della pellicola molto allegro, anche nei momenti più tragici, l’accompagnamento contribuisce a creare l’atmosfera e, in particolar modo alla fine, si raggiunge il picco massimo, della musica, ma anche della trama: arriva la pizza.
E la pizza?
Perché proprio quegli ingredienti? Perché proprio quella forma? Perché è cotta in quel modo? Queste sono domande incredibilmente ridicole che troveranno una risposta alla fine del film e, se lo guarderete, sarà ciò che più resterà impresso. Nonostante la pellicola si chiami Totò Sapore e la magica storia della pizza, è incredibile quanto questa risulti in un certo senso marginale. È fondamentale per la trama e per la fine dell’opera, ma verrà creata solamente negli ultimi quindici minuti. In un momento molto critico, quando l’uso delle pentole magiche sarà impossibile, cittadini normali dovranno ingegnarsi con le poche materie che hanno, per creare qualcosa di speciale. Guidati da Totò, collaborando tutti insieme, sfruttando una buona dose di creatività e, naturalmente, amore per la cucina, come poteva non essere creato qualcosa di così buono? Come già detto più volte, il focus del film è sul cibo dal primo minuto e la pellicola riesce a renderlo qualcosa di magico. Un sogno per alcuni, una quasi-morte per Pulcinella, una possibile guerra, un momento di unione… è tutto.
In conclusione, Totò Sapore e la magica storia della pizza è solo l’ennesimo titolo poco conosciuto, ma che vale molto. Da semi-napoletana, ho apprezzato il modo in cui gli stereotipi sono stati usati: in modo divertente e mai per offendere; i personaggi sono simpatici, la pellicola fa ridere molto e lancia comunque un messaggio importante: quando Totò ottiene le pentole magiche inizia a essere un “privilegiato”, ma poi si renderà conto che esse non erano necessarie, quello che gli serviva erano impegno, passione e un pizzico di aiuto da parte delle persone a lui vicine. Sperando di avervi incuriositi abbastanza, il film di cui abbiamo parlato è a dir poco raccomandabile e, per non perdere alcuna novità del mondo cinematografico, siete come sempre invitati a unirvi al nostro canale Telegram e a unirvi al nostro sito ufficiale.