Sono passati diversi anni dal progetto “Spartacus” di Sony, una sorta di risposta al dominio sempre più preponderante di Microsoft col servizio Game Pass. Ciò consisteva nel voler unire i servizi di PlayStation Plus (tra cui sconti, due titoli gratuiti al mese, servizio online) e Now (streaming di diversi giochi presenti in un catalogo) in un unico abbonamento. A rimarcare il tutto è stata la conferma di suddetta manovra di qualche giorno fa, lanciandolo con una nuova formula divisa in tre tranches.
Il nuovo PlayStation Plus, infatti, consisterà nella versatilità di vantaggi a seconda del cliente, ma anche nell’abbracciare persino altri detrattori delle versioni PC. Ma andiamo con ordine:
- Essentials: la versione base del PlayStation Plus. Stesso costo, stesso servizio, nessuna variazione dall’offerta precedente. Indirizzato sicuramente ai clienti più affezionati (seppur pochissimi) alla vecchia versione, o a quelli che riescono ad accontentarsi di quei pochi titoli gratuiti l’anno e, soprattutto, a coloro che usufruiscono esclusivamente il servizio online.
- Extra: un abbonamento più corposo rispetto alla formula base. Oltre ai vantaggi offerti da essa, quest’ultima offre un catalogo di più di 400 giochi scaricabili gratuitamente. Utile per i più appassionati, per chi vorrebbe rimanere a passo con le generazioni e, soprattutto, per i più fedeli alla console Sony, quelli che l’hanno seguita dai primi passi mossi nel mercato videoludico fino ad oggi.
- Premium: il servizio più completo tra tutti. Oltre a tutti i vantaggi detti poc’anzi, la versione più “cicciona” del PlayStation Plus offre un ulteriore catalogo di ulteriori 300 giochi scaricabili (o in cloud) dei vari titoli classici usciti sulle precedenti console Sony e la possibilità di provare titoli al lancio, prima del loro acquisto. Sicuramente adatto per coloro che si sono persi quasi tutte le generazioni precedenti e per chi si è affacciato (o si vorrà affacciare) solo in quest’ultima generazione.
O almeno così si suppone. Negli ultimi anni, infatti, il colosso nipponico non è stato visto di buon occhio da parte del pubblico. Questo per via di scelte comunicative sbagliate (come il cattivo rapporto tra Sony e il mercato indie, culminato poi con Martha is Dead) e per l’effettiva qualità del servizio o dei giochi offerti dal servizio di abbonamento. Ricapitolando, Sony potrebbe permettersi il lusso di abbracciare più clienti possibili senza riscontrare gravi conseguenze?
PlayStation Plus “Spartacus” e Game Pass
La società del vecchio Gates, si sa, col Game Pass ha attuato una strategia di mercato estremamente aggressiva (con disponibilità economiche in continua perdita). C’è da considerare, però, che Microsoft può permettersi di attuare suddetta politica per via della spropositata quantità di denaro a sua disposizione. Ricordiamo, infatti, che non molto tempo fa ha proprio acquistato una software house quasi irraggiungibile ad una cifra impensabile.
Dall’altro lato, Sony starebbe cambiando strategia da questi ultimi avvenimenti, ma per lei la situazione è molto più complicata di quel che sembra. Per quest’ultima, infatti, è molto difficile dover attuare questa scelta e allo stesso tempo razionare le risorse a sua disposizione. Abbiamo approfondito anche le ragioni riguardanti l’attuale situazione ma, tornando al servizio, il PlayStation Plus sembra persino più vantaggioso della controparte “verde”.
Seguendo le orme di Microsoft
Prendendo in considerazione solo il costo effettivo del nuovo PlayStation Plus, quest’ultimo non dista così tanto dal servizio Microsoft che ha attratto pressoché chiunque. Ragionando “al risparmio”, il costo del servizio Premium è pressoché identico al Game Pass; in sintesi, i 120€ annuali del nuovo servizio Sony hanno la stesso valore dei 10€ mensili di quello Microsoft.
Il nuovo PlayStation Plus, poi, oltre a offrire un catalogo quantitativamente corposo quanto il Game Pass, ha il vanto di una retrocompatibilità di esclusive (e che esclusive) di tutte le sue console. Oltre a ciò, c’è da sottolineare la possibilità di poter provare i titoli AAA al lancio, prima di procedere all’acquisto effettivo. Per esempio, se vi sono presenti (pochissimi) scettici all’acquisto del prossimo God of War Ragnarok, i possessori del servizio potranno gustare i primi momenti del gioco in questione e poi decidere.
Unica possibile nota dolente del servizio potrebbe essere proprio la componente cloud. Questo perché, proprio come si evince dall’odierno Now, un possibile calo improvviso di rete potrebbe far interrompere bruscamente la partita e far saltare tutto. Ma attenzione: se Sony dovesse riuscire a rallentare la latenza (subito o nel tempo), tali problemi potrebbero verificarsi più raramente e forse solo con titoli più “pesanti”; in altre parole, un Silent Hill per PS One potrebbe avere più difficoltà ad incepparsi, rispetto ad un Heavenly Sword per PS3.
Tutto perfetto, ma…
La nuova veste di PlayStation Plus è ottimo per ogni fruitore, ma rischioso per la casa stessa, soprattutto se ha con sé delle esclusive di un certo peso. Per sviluppare un titolo first party Sony, si sa, è dispendioso, ma ha dalla sua delle caratteristiche tecniche e grafiche eccellenti per via delle componenti di prim’ordine della console. E non è tutto: questa stessa esclusiva sarà soggetta a continui sconti (temporanei e a volte permanenti), che penalizzano l’azienda sviluppatrice prima e Sony poi.
Microsoft, dal canto suo, prima di accaparrarsi altre software house, non ha mai avuto esclusive di livello (a parte i vari Forza, Halo e Gears of War) e, anche se così fosse, non fanno parte di una categoria “Hits” che taglia nettamente il loro costo di acquisto. Al contrario, le esclusive must have di casa Nintendo, altra concorrente in terra nipponica, sacrificano la componente “iperrealistica” per focalizzarsi sul gameplay puro, ammortizzando non poco i costi di sviluppo. Oltre a ciò, Nintendo mantiene il costo dei giochi costante, continuando a lucrare senza troppi rallentamenti.
Conclusioni e piccole considerazioni
Ricapitolando, ragionando da consumatore, è un’offerta da prendere fortemente in considerazione. La quantità di titoli a disposizione e i vari vantaggi all’interno rende il nuovo PlayStation Plus un servizio persino migliore del Game Pass di Microsoft, al quale chiunque non può fare a meno. La possibilità di provare i titoli AAA al lancio e quella di provare (o rigiocare) i grandi classici Sony sono benefici extra da non sottovalutare.
Si può leggermente puntellare sul costo delle varie “fette”, per dividerle alla stessa variazione di prezzo (€30,00 tra un prezzo e l’altro); oscurare la presenza della versione Extra del sevizio per dare più importanza a quella Premium potrebbe essere sicuramente una mossa astuta per Sony, ma penalizzerebbe chi l’ha seguita per tutti questi anni ed è sempre “devota” alla compagnia.
Parlando proprio del catalogo “Premium” di PlayStation Plus, si spera che sia quanto meno più ricco (e più imponente) rispetto a ciò che abbiamo assistito con la mini console Sony di qualche anno fa. Inoltre, si spera che suddetta azienda aggiusti il tiro riguardo la riduzione della latenza per il cloud gaming, ma sembra che ci stiano già lavorando, quindi incrociamo le dita. Vi ringrazio per l’attenzione e vi invitiamo a seguirci sui nostri vari canali e su Kaleidoverse.it per ulteriori approfondimenti all’interno del panorama videoludico.