Ritorna il nostro appuntamento settimanale con l’episodio 4 di Moon Knight, la nuova serie targata Marvel che si sta rivelando un vero e proprio gioiello all’interno del MCU. È quasi incredibile come, alla fine di un episodio, venga quasi da pensare che non si sarebbe potuta desiderare rappresentazione migliore per il Cavaliere della Luna, e come la serie provveda puntualmente a smentire quest’affermazione presentandoci un capitolo ancora più appassionante del precedente ogni settimana. Vi ricordiamo che su Kaleidoverse è già disponibile la recensione del terzo episodio di Moon Knight, e vi invitiamo a darle un’occhiata prima di proseguire con questa lettura.
La tensione
Questa è la parola più adatta a descrivere questo episodio, intitolato La Tomba. Inseguimenti, enigmi e scene terrificanti con protagonisti i caratteristici Sacerdoti di Heka sepolti nella labirintica Tomba di Ammit occupano gran parte di questi 50 minuti, dando vita a una breve ma intensa avventura capace di tenere lo spettatore incollato allo schermo. Questa però è solo una delle tante sfaccettature della tensione presenti nell’episodio 4 di Moon Knight: i rapporti tra i protagonisti della serie cominciano a farsi più intensi e intricati man mano che ci viene rivelata la vera storia di Marc, dando anche la possibilità a May Calamawy di donare una caratterizzazione molto più forte al personaggio di Layla, con un lavoro recitativo a dir poco eccezionale.
Restano invece irrisolte le numerose incognite riguardo Arthur Harrow, che fino a ora abbiamo identificato come il villain principale della serie, ma di cui conosciamo davvero poco. Sarà quindi molto interessante assistere all’evoluzione del personaggio interpretato da Ethan Hawke nelle prossime due settimane, che per ora ha ottenuto solamente qualche breve monologo che non ha lasciato molto spazio all’interpretazione.
Il costume non fa l’eroe
Come ci era stato anticipato nello scorso capitolo, in questo episodio Marc e Steven sono costretti ad agire senza la protezione di Khonshu, ormai esiliato, e di conseguenza senza l’armatura del Cavaliere della Luna. Una scelta particolarmente interessante, che ancora una volta permette a Oscar Isaac di donare al pubblico un’impeccabile performance in cui le due personalità del protagonista imparano a conoscersi meglio, e in un certo senso ad apprezzarsi a vicenda.
Ma il vero fulcro di questa puntata si palesa solamente nel corso degli ultimi 20 minuti, che sconvolgono completamente la nostra percezione della realtà e ci lasciano con più domande di quelle iniziali. Con una rappresentazione della malattia mentale che si allontana totalmente dalle convenzioni, Moon Knight insinua nello spettatore il dubbio che non tutto ciò che abbiamo visto fino ad ora è reale, e che magari gran parte di questa storia sta accadendo solamente nella testa del nostro protagonista.
Le nostre conclusioni sull’episodio 4 di Moon Knight
Ma allora, Marc e Steven sono reali? C’è davvero un’oscura presenza estranea a quella dei due alter ego che abbiamo imparato a conoscere nel corso di queste quattro settimane? Ancora una volta, Moon Knight ci fornisce diversi chiarimenti sul passato del nostro eroe ma allo stesso tempo continua a tessere per lui una trama fortemente intricata, caratterizzata da incredibili colpi di scena e una fotografia sempre più curata e altamente simbolica.
Con un finale assurdo e a tratti esilarante, l’episodio si conclude lasciandoci col desiderio di poter portare avanti il tempo per averne già un altro, ma non ci resta che aspettare mercoledì prossimo. Speriamo che questa recensione vi sia piaciuta, e vi ricordiamo di continuare a seguirci su Instagram, sui nostri canali Telegram e Youtube, oppure tornando a trovarci sempre qui su Kaleidoverse.it per le prossime recensioni di Moon Knight, ma anche per tantissime altre notizie, guide e recensioni dal mondo del cinema, delle serie tv e dei videogiochi!