Il termine “particolare” può voler dire tutto e niente, può essere considerato positivo o negativo, un insulto o un complimento. Proprio per questo è una parola perfetta per descrivere il film di cui stiamo per parlare oggi: Ti giro intorno, disponibile su Netflix. È assurdo come questa pellicola possa mandare in confusione se bisogna darne un giudizio, perché riesce ad alternare momenti in cui rimani incollato allo schermo per la profondità e la maturità dei personaggi, per le sorprese inaspettate che ti trovi davanti e per dei dettagli molto avvincenti; fino a sprofondare nel baratro in altri momenti della visione, in cui la voglia di fare del male ai protagonisti è tanta e la banalità colpisce prepotentemente in faccia. Quindi, quale sarà questo giudizio? Scopriamolo in questa recensione, naturalmente, priva di spoiler.
Un inizio poco promettente…
In Ti giro intorno seguiamola storia di Auden, figlia di genitori divorziati e pronta ad affrontare a testa alta l’ultima estate prima del college. Ella progetta di trasferirsi dal padre, scrittore – il quale vive con una nuova moglie e ha da poco avuto un altro bambino -, e di lavorare per la sua compagna. L’inizio della pellicola è il primo ostacolo da superare: Auden risulta incredibilmente noiosa, apatica e priva di alcun interesse. Sebbene lo scopo sia quello di raccontare di un’adolescente in crisi, è molto difficile empatizzare con lei: empatizzare vuol dire “provare quello che prova l’altro”, ma è difficile se Auden non prova nulla. Altro sentimento che ci suscita è quello di pena, a causa della sua naturale propensione a trovarsi nei problemi, come quando al suo arrivo nella nuova città rimane invischiata con un ragazzo che si scoprirà essere l’ex di una nuova collega, scatenando l’odio da parte sua.
Auden incontrerà presto Eli, un ragazzo dal passato segreto e traumatico, amante della bicicletta e che non si avvicina a nessuno da anni e anni, almeno finché non incontrerà la protagonista. Passata la prima mezz’ora di pellicola, insomma, il mio cervello ha iniziato a pensare di stare guardando una versione poco diversa di Twilight; nonostante ciò, sono passati pochi minuti da quando l’impulso a spegnere Ti giro intorno è arrivato, che l’opera si è completamente ribaltata.
… ma un contorno vincente
I personaggi del film vivono tutti nella stessa cittadina da sempre, per questo si conoscono e nessuno di questi rappresenta un antagonista. Le colleghe di Auden, inizialmente crudeli, diventano quasi subito sue amiche, superando l’odio di Maggie per l’adolescente che le ha “portato via” il ragazzo. Il rapporto tra le quattro donne diventa davvero genuino: fanno amicizia, le ragazze portano Auden in giro e alle feste mostrandole molta gentilezza senza nessun risvolto negativo. Apprezzano la protagonista per quella che è, senza pensare al suo essere un po’ a disagio in certi contesti e sbadata la maggior parte del tempo. Insomma, un rapporto tra adolescenti sano e semplice.
I personaggi che più colpiscono sono senza alcun dubbio gli adulti, tutti molto diversi tra loro. La famiglia di Auden può essere definita solamente come tossica: la madre sembra quasi volere che il padre la tratti male, per provare alla figlia di avere ragione su di lui; il padre, dall’altra parte, sfrutta la ragazza per il suo lavoro e trascura moltissimo la nuova moglie, alle prese con il suo essere diventata mamma. È proprio quest’ultimo personaggio quello che più colpisce: una matrigna dolce e amorevole, il personaggio migliore del film e unico raggio di luce per Auden. Sarà molto interessante vedere come la donna dovrà imparare a rispettare di più se stessa e il suo ruolo, e la sua caratterizzazione ci farà fare il tifo per lei.
La famiglia è sempre la famiglia
Nonostante la famiglia malsana però, come già accennato, non si riscontra un antagonista. Tutti i personaggi si evolvono, dimostrando di essere semplici esseri umani che talvolta sbagliano, ma che non per questo sono cattivi. L’evoluzione di questi, in particolar modo della madre e del padre di Auden, sono stati tuttavia davvero troppo veloci. Se per le colleghe della ragazza questo cambiamento repentino è risultato giustificato – un piccolo odio iniziale di Meggie che andava superato -, questi due al contrario non hanno alcuna giustificazione al loro trattare male la figlia. Risolvere tutto con poche e semplici frasi che dovrebbero farci empatizzare con loro e anche giustificarli non solo è stato forzato, ma non è stato neppure raggiunto tale obiettivo.
L’evoluzione di Auden è, al contrario, molto ben fatta. Se la pellicola fallisce miseramente quando ce la vuole presentare come adolescente problematica, al contrario riesce a trasmetterci qualcosa quando ella si trasferisce ed esce dal suo guscio: diventa più solare, tranquilla con le amiche e… un’adolescente normale. Come viene affermato esplicitamente nella pellicola, Auden non ha alcun problema caratteriale che potrebbe portarla a un isolamento sociale, semplicemente ha difficoltà a stringere legami, ma questo aspetto viene trasmesso male. Paradossalmente, la protagonista risulterà quindi il personaggio che meno vorremo vedere sullo schermo.
Le nostre conclusioni su Ti giro intorno
Il personaggio di Eli è molto affascinante. A causa del suo vivere in una piccola città, il suo isolamento verso gli altri è spiegato molto bene. Dopo aver subito un grande trauma si è allontanato da tutte le persone che lo compativano, per questo si avvicinerà a Auden che, non conoscendo nessuno, non può sapere neppure del suo passato. Egli vuole spingere la protagonista a vivere l’adolescenza che non ha mai vissuto, proponendole bagni di notte, lotte con il cibo e l’intrufolarsi in posti chiusi, in una serie di scene che risultano un po’ esagerate, ma adatte alla lunghezza d’onda di Ti giro intorno.
In conclusione, Ti giro intorno è l’ennesima pellicola che può essere apprezzata solo se si supera la prima mezz’ora iniziale, che al contrario è piatta e noiosa. Auden non è un personaggio che attira l’attenzione, ma quando a essa si unisce tutto il contorno della storia riusciremo non solo a vedere lei in modo molto diverso, ma anche ad apprezzare il resto della città. Per una volta è rappresentato un luogo piccolo e in cui si conoscono tutti sotto una luce positiva: nessuna guerra tra ragazzini, nessun odio ingiustificato, nessun comportamento tossico. Semplici amicizia e spensieratezza. Sperando che concordiate, vi ricordiamo che potete recuperare Ti giro intorno su Netflix e, per rimanere sempre aggiornati sulle novità del mondo cinematografico, potete come sempre unirvi al nostro canale Telegram e seguirci sul nostro sito ufficiale.
Ti giro intorno non è una pellicola degna di nota, soprattutto a causa di un fondamentale difetto: una protagonista con cui è molto difficile empatizzare e che ha difficoltà a risultare simpatica. Nonostante ciò, è il contorno della storia ciò che la rende ben fatta: personaggi umani, né cattivi né buoni, ci accompagneranno per tutta la pellicola e il rapporto che si può instaurare tra un gruppo di adolescenti è rappresentato in modo genuino e positivo. L'attenzione viene catturata dai co-protagonisti, ma siccome anche le loro storie sono approfondite ed essi sono valorizzati, questo dettaglio permette di godersi la visione senza pensare troppo ai difetti.