I balli americani di fine anno sono famosi in tutto il mondo. Serie televisive e film adolescenziali si concludono spesso con essi: re e reginetta del ballo, un commovente discorso finale, professori che supervisionano il tutto ma che non si accorgono di qualcuno che corregge il punch… ma cosa succederebbe se colei che vuole essere reginetta del ballo fosse un’adulta? Sta per approdare su Netflix la nuova pellicola Cheerleader per Sempre e noi di Kaleidoverse abbiamo avuto la possibilità di vederla in anteprima, per questo motivo siamo qui per dirvi cosa ne pensiamo in una recensione, come sempre, priva di spoiler.
Vent’anni sono un lungo periodo di tempo
Protagonista del lungometraggio è Stephanie, la quale ci viene presentata come un’adulta pronta a fare una dichiarazione di qualche tipo in diretta sui social, ricordando molto le premesse del film Easy Girl. Partendo quindi dal finale di Cheerleader per Sempre, veniamo subito catapultati nel passato: Stephanie era un’adolescente molto popolare al liceo, fidanzata con un ragazzo altrettanto famoso e in gara per diventare reginetta del ballo. Poco prima che ciò potesse accadere però, durante un’esibizione, non è stata afferrata dai suoi compagni di squadra: cade a terra e finisce in coma… per circa vent’anni. Risvegliatasi in un corpo adulto che non riconosce come suo, nella sua mente è ancora una ragazzina e per questo decide di riprendere la sua vita dove l’aveva interrotta, iscrivendosi al suo vecchio liceo, diplomandosi e vincendo il famoso titolo al ballo finale.
Naturalmente nel corso di tutti questi anni le cose si sono molto evolute: la scuola è cambiata grazie alla nuova preside – ex compagna di squadra e grande amica di Stephanie –, che ha deciso di portare un po’ di novità in termini di uguaglianza e non solo. Il gruppo di cheerleader fa nuovi balli molto sobri e senza alcun capitano – ci sono anche alcuni cheerleader maschi -; a mensa non ci sono più tavolini ma solo pochi banchi molto lunghi per non creare gruppetti e non esiste più l’elezione di re e reginetta del ballo. Una sconvolta Stephanie non riuscirà ad accettare tutto questo e lotterà per riportare tutto come era prima, allo scopo di riuscire a vivere la vita che da ragazzina desiderava così tanto.
Una scuola tranquilla
Ci sono così tante cose sbagliate in Cheerleader per Sempre che è meglio partire dai pochi punti di forza della pellicola. È senza alcun dubbio interessante vedere le dinamiche così cambiate del liceo: la preside, sfruttando l’esperienza che ha avuto da ragazzina, si impegna veramente molto per rendere un ambiente notoriamente tossico per molti un luogo sicuro e tranquillo. Ella trasmette la sensazione di qualcuno di cui ci si può fidare: gli studenti sembrano consapevoli di poter parlare con lei in caso di problemi e, nel caso volessero un qualsiasi cambiamento nell’ambiente scolastico, sanno che possono ottenerlo tramite una semplice e democratica petizione. Al contempo, l’altro amico d’infanzia di Stephanie, Seth, è anch’egli un personaggio che non dispiace. A seguito della rottura del proprio fidanzamento, è andato a lavorare al liceo come bibliotecario e, nonostante riceva non pochi torti dalla protagonista, si dimostra costantemente molto maturo.
Per quanto riguarda l’ambiente scolastico, sono tre i personaggi su cui possiamo focalizzarci: due cheerleader e la nuova “rivale” della protagonista: Janet, Yaz e Brie. I primi due sono semplicemente dei ragazzini: rappresentano degli adolescenti alquanto normali, senza tragedie alle spalle o traumi che li stanno facendo a pezzi. Si fanno trascinare facilmente nelle convinzioni e nelle idee di Stephanie, ma a parte una – lecita – immaturità giovanile, sono personaggi a cui ci affezioniamo molto facilmente. Brie, al contrario, figlia di Tiffany e Blaine (ex ragazzo ed ex rivale della protagonista) si presenta come una leader forte e “gentile”, ma è in realtà costantemente sotto pressione a causa della madre e dimostrerà una bellissima evoluzione.
Una protagonista odiosa
Tutti i personaggi finora nominati sono importanti e, sebbene in alcune scene venga voglia di insultarli, riescono a risollevare un minimo la pellicola, laddove la protagonista invece ce la fa odiare. Proveremo una sorta di ambivalenza nei suoi confronti, perché da una parte i suoi comportamenti e atteggiamenti sono davvero immaturi, ma dall’altra siamo spinti a pensare che, essendo mentalmente una ragazzina, è lecito che si comporti in un certo modo. Questi sentimenti ambigui passano molto velocemente, facendo spazio solamente a un grande disprezzo. Il modo in cui la protagonista si disinteressi completamente a ciò che la circonda, volendo ribaltare il liceo sfruttando i suoi vecchi amici e fregandosene del benessere di chiunque altro è terrificante. Anche se questi comportamenti fossero stati presentati da un’attrice giovane non sarebbero stati perdonabili: le viene spiegato più volte che i cambiamenti sono stati fatti per un motivo, ma lei vuole solo diventare reginetta.
Molti dei suoi comportamenti sono, inoltre, inutilmente volgari. Quando, all’inizio di Cheerleader per Sempre, vediamo Stephanie a diciassette anni, ella non è minimamente così: sicuramente è immatura e non le interessano i sentimenti altrui – e questo va bene dato il personaggio –, ma non è mai stata così volgare quindi non comprendo perché la Stephanie adulta debba fingere di fare dei preliminari a un amico al cinema usando una cannuccia infilata in una coca-cola. Non solo sono scene alquanto raccapriccianti, ma non raggiungono neppure lo scopo di far ridere. Ella vive ancora nel suo mondo infantile: si sente ancora la rivale di Tiffany e, attualmente, della figlia; vuole ancora le attenzioni del suo ex ragazzo e non rispetta i suoi vecchi amici che tentano di aiutarla in ogni modo.
Altri personaggi secondari che risultano a dir poco odiosi, ma in modo sbagliato rispetto all’intento del film, sono Tiffany e Blaine. La prima, nonostante sia ormai quasi arrivata a 40 anni e non ha la giustificazione di un coma ventennale, sembra una ragazzina. Perché una donna dovrebbe interessarsi così tanto all’ex rivale che non vede da due decenni e che è stata in coma? E perché sembra che l’attuale obiettivo della sua esistenza sia quello di rovinarle la vita sfruttando la figlia? I suoi atteggiamenti, nei confronti di Stephanie e soprattutto di Brie, sono ridicoli e semplicemente tristi. Blaine invece… è un altro a cui manca qualunque tipo di giustificazione per i suoi atteggiamenti infantili. Rivista Stephanie, nasce di nuovo in lui l’ossessione verso la donna, con cui vorrebbe solo intrattenere un rapporto sessuale. Forse non l’ho ripetuto abbastanza quindi lo farò di nuovo: sono adulti di quasi quarant’anni.
Le nostre conclusioni su Cheerleader per Sempre
In conclusione possiamo dire che Cheerleader per Sempre è un film bocciato sotto ogni punto di vista. Per rendere la trama in un certo senso coerente, quindi per “adattarsi” alla mentalità adolescenziale di Stephanie, sembra che tutti gli altri personaggi siano stati resi più immaturi. La preside è insicura in modi assurdi, Seth si fa usare quasi senza problemi e i “cattivi” della situazione sembrano davvero degli adolescenti, peccato che siano quasi quarantenni. La protagonista, al contempo, è troppo ridicola da vedere e i suoi atteggiamenti non sono minimamente giustificati da ciò che le è successo, ciò perché non solo non è affatto simile a com’era nel suo stato pre-morboso, ma semplicemente perché è irrispettosa verso chiunque la circondi. Sperando che concordiate con quanto detto, Cheerleader per Sempre approderà domani su Netflix e, come sempre, vi ricordiamo che potete rimanere aggiornati su qualsiasi novità del mondo cinematografico seguendoci sul nostro sito ufficiale e unendovi al nostro canale Telegram.
Cheerleader per sempre vuole essere una pellicola originale e fallisce in questo intento. Con lo scopo di raccontare il liceo da un punto di vista diverso, ovvero quello di un'adulta ancora mentalmente ragazzina, sembra che invece abbia scelto attori più che trentenni per interpretare dei liceali. Quasi tutti i personaggi sono odiosi e quelli che non lo sono appaiono per poco tempo; l'unico punto di forza della pellicola sta in un innovativo e tranquillo liceo, ma anche questo viene quasi immediatamente stravolto.