Uscirà questa settimana, più precisamente il 15 giugno, Lightyear, il nuovo film Pixar. La pellicola racconta della storia della pellicola da cui sono tratti i celebri giocattoli di Buzz Lightyear visti nella serie di Toy Story. Con la regia di Angus MacLane, già regista di Alla ricerca di Dory, vediamo un vero e proprio film all’interno dell’universo narrativo creato nel 1995 dallo studio d’animazione californiano. Sicuramente un’idea particolare per ricollegarsi al mondo dei giocattoli già conosciuto, esplorando però una storia decisamente diversa dal solito. In occasione dell’anteprima c’è stata anche una conferenza stampa con la presenza del cast principale italiano di doppiatori. Noi di Kaleidoverse abbiamo avuto modo di partecipare a questa conferenza, e a dare un’occhiata più approfondita alle tematiche del film, il lavoro in sala di doppiaggio, e più in generale, dell’esperienza avuta dai doppiatori.
Lightyear, la vera storia di Buzz
Presenti alla conferenza erano quattro dei doppiatori del film. Alberto Malanchino, voce di Buzz, accompagnato da Esther Elisha (Alisha) e Ludovico Tersigni (Sox). Presente anche Linda Raimondo, aspirante astronauta e divulgatrice web, che ha partecipato in un piccolo cameo vocale. Dopo le classiche introduzioni di rito, e un’introduzione più leggera, parlando proprio dei giocattoli dell’infanzia dei doppiatori, e il loro legame con l’originale Toy Story, si è passati al piatto principale, con le domande sul progetto vero e proprio. Degli approfondimenti sulla produzione, e su cosa si è portato in sala di doppiaggio, oltre che parlare delle tematiche della pellicola. Proprio su quest’ultimo tema di questo si può fare un approfondimento. Ovviamente, la principale di cui si è parlato è la necessità di fare lavoro di squadra, e dell’amicizia che può nascere nel cast di personaggi.
Non una scelta di tematiche inusuale, ovviamente, ma è particolare in quanto va anche a contrastare quella che è la figura del classico eroe d’azione, come potrebbe essere Buzz. Meno macho e alfa, a detta di Alberto, che si sposa anche bene con le altre tematiche principali. Accettare i propri fallimenti, altra delle tematiche trattate, è un punto importante del film. Non lasciare che i propri errori ci fermino, ma andare oltre, perseverando. Oltre a queste, un importante tema, e soprattutto attuale, visto il periodo, è quello della famiglia non tradizionale. Il personaggio di Esther infatti è omosessuale, ha una moglie e una figlia. La cosa non viene mai presentata come un qualche cosa fuori dalla norma. Proprio lo staff della Pixar si è battuto per poter tenere le scene che includono le due donne senza tagliarle come pianificato inizialmente da Disney. La naturalezza con cui viene presentato il rapporto delle due è rinfrescante, anche secondo il cast del film, e sicuramente aiuterà a mostrare anche ai più piccoli, la presenza di famiglie di ogni tipo.
Un importante passaggio di testimone
Sicuramente una delle domande più interessanti è stata rivolta ad Alberto. Il giovane doppiatore si è infatti trovato a dover riempire delle scarpe molto importanti nel suo ruolo. Buzz Lightyear ha, nella sua versione da giocattolo, una voce che ha accompagnato nella propria infanzia sicuramente molta gente, tra cui i doppiatori di questo film. Alberto ha anche incontrato Massimo Dapporto durante la fase di doppiaggio, e sicuramente non è facile trovarsi a dover seguire una delle figure più importanti della propria infanzia. Ovviamente, anche in lingua originale, Lightyear presenta un doppiatore diverso per Buzz, in questo film doppiato da Chris Evans. Alberto dal canto suo ha cercato di non scimmiottare il doppiaggio storico del personaggio, andando a dargli una profondità nuova, tutta sua e originale per il film, che aiuta davvero molto a separare l’eroe dal giocattolo.
Ultimo appunto va sicuramente a Linda Raimondo, conosciuta come Astrolinda sul web. Rivolta a lei è una delle domande più tecnicamente difficili di tutta la conferenza stampa. Ovviamente, questa andava a toccare le tematiche scientifiche del film, in maniera approfondita, ma senza dover ricorrere a testi scientifici per poterne comprendere la spiegazione. Sicuramente qualcosa che andava a toccare la comfort zone della divulgatrice. Non scenderemo troppo nei dettagli della spiegazione, forse per non dilungarci fin troppo. Le tematiche più prettamente scientifiche infatti non sono sicuramente il nucleo principale del film. Ovviamente, si tratta più di un contorno. Un contorno che è stato ovviamente studiato e ben pensato durante le fasi di produzione del film. Rimanete con noi su Kaleidoverse per leggere la nostra recensione del film. Potete seguirci su Telegram, unirvi alla nostra community su Facebook, o seguirci su Instagram e Youtube.