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Home»Film/Serie TV»Love, Victor 3 Recensione: il coraggio di amare
Film/Serie TV

Love, Victor 3 Recensione: il coraggio di amare

La RedazioneBy La Redazione17 Giugno 2022Nessun commento7 Mins Read
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Love, Victor 3
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Una nuova città, una nuova casa, dei nuovi amici, la scoperta della propria sessualità e il primo amore. Così era iniziata la prima stagione di Love, Victor, serie incentrata su tematiche LGBTQ+ le quali ultime otto puntate sono uscite su Disney Plus il 15 giugno 2022. Nonostante nel mondo di Victor sia passato esattamente un anno dall’inizio della sua avventura a Creekwood, per noi spettatori ne sono passati tre, e ora finalmente possiamo scoprire come finirà non solo la storia del protagonista, ma di tutti i personaggi che abbiamo imparato ad amare. Per celebrare la fine dello show noi di Kaleidoverse abbiamo deciso di scrivere un articolo a quattro mani sui contenuti di Love, Victor 3, quindi questa recensione – ovviamente senza spoiler – è opera di Vanessa e Giulia. Buona lettura!

La stagione 3 di Love, Victor riprende esattamente da dove ci eravamo interrotti lo scorso anno: dopo il matrimonio del padre di Mia e Veronica, nella quale Rahim bacia Victor, quest’ultimo si reca a casa di una persona per dichiarargli il suo amore. L’ultima scena si interruppe proprio al suono del campanello, lasciandoci morire dalla voglia di sapere se si trattasse di Rahim o di Benji. Ovviamente nel primo episodio scopriamo chi è il fortunato, ma la felicità dura ben poco: le otto puntate finali si rivelano infatti piene di problemi per tutti i personaggi della serie, i quali si ritroveranno ad affrontare situazioni difficili e fare scelte molto spesso dolorose.

Love, Victor 3

Le mille sfaccettature dell’amore

Uno degli elementi con cui gli sceneggiatori della serie hanno sperimentato maggiormente in questi episodi è decisamente la coralità. La storia di Love, Victor non ruota più solamente intorno al suo protagonista, ma anche intorno a tutti i personaggi che lo hanno affiancato nel suo percorso: Lake esplora nuove sfaccettature della sua sessualità grazie a Lucy, una tenera relazione che non è in cerca di etichette, ma soltanto d’amore. Felix ritorna da Pilar, la sorella minore di Victor, con la quale costruisce un legame sempre più maturo e profondo. Persino Isabel e Armando riescono a ricucire il loro rapporto, lavorando insieme sui propri difetti per il bene della loro famiglia. Altrettanto importante è il percorso di Rahim, una nota tanto realistica quanto difficile da digerire. Il suo rapporto con la religione, il suo timore di essere giudicato solamente perché gay, contribuiscono a rendere ancora più significativo il concetto di coraggio che è tanto caro a questa stagione.

Non c’è modo migliore di descrivere queste storie se non definendole vere: non solo ci parlano di diversità (in particolare per quanto riguarda la comunità LBGTQ+) ma ci dimostrano anche che un rapporto è fatto di alti e bassi, di complicazioni e risoluzioni, proprio come accade nelle nostre vite. È altrettanto vero, però, che questa enorme quantità di trame secondarie lascia davvero poco spazio per poter approfondire tutti i personaggi, sia vecchi che nuovi, trovando in alcuni casi delle conclusioni un po’ sbrigative. Forse questa mancanza si sarebbe sentita meno con qualche episodio in più, ma è anche vero che stiamo pur sempre parlando di un prodotto indirizzato agli adolescenti, che punta a concentrarsi maggiormente sul proprio protagonista.

Love, Victor 3

Personaggi che hanno tanto da dire…

Tra le storie più emozionanti introdotte nella stagione 3 di Love, Victor va sicuramente menzionata quella di Benji. Sin dai primi episodi della serie l’abbiamo conosciuto come un ragazzo estremamente sicuro di sé (“tu sei Benji, niente riesce a scalfirti” dirà lo stesso Victor) ma col racconto della sua dipendenza ci viene finalmente mostrato il suo lato più fragile, unito a un inaspettato dialogo sulla questione della salute mentale e del coming out. Influenzato dai propri genitori e da chi gli sta intorno, Benji non riesce più a comprendere cosa sia davvero giusto per lui, cosa lo faccia veramente stare bene.

Ed è proprio per questa ragione che nel corso della stagione egli compie un cammino decisamente interessante (anche se un po’ frammentario, colpa anche di qualche brusca forzatura della sceneggiatura) per ritrovare sé stesso, lasciandosi alle spalle i suoi conflitti interiori e le sue ansie, e combattere per il proprio futuro. La sua storia è ancora un work in progress, dopotutto la guarigione è un processo molto lungo, ma ci lascia con un messaggio di speranza che ci ha scaldato il cuore.

Love, Victor 3

… e altri che si mostrano veramente

Benji non è l’unico protagonista la cui crescita è mostrata nel corso della stagione: il personaggio che più ci è piaciuto nelle nuove puntate è Andrew. Il ragazzo che inizialmente ci era stato presentato come il perfetto stereotipo del bulletto ritrovabile in qualsiasi teen drama aveva già iniziato un percorso di miglioramento nella stagione precedente mettendosi con Mia. In Love, Victor 3 egli diventa l’incarnazione del fidanzato perfetto, pronto a mettere la sua ragazza davanti a tutto e tutti, a fare qualsiasi cosa per lei e a dimostrare veramente il suo amore. Andrew è il personaggio che indiscutibilmente è cresciuto di più nel corso della serie, e ci sarebbe piaciuto sapere di più sulla sua vita – oltre che la sua bravura nel basket -.

Nonostante ciò, oltre ad approfondire personaggi quali Benji e Andrew, la stagione 3 di Love, Victor mette al centro della lente d’ingrandimento anche le diversità che caratterizzano le famiglie dei protagonisti: all’inizio si parlava solo della religiosità dei Salazar, ma nelle nuove puntate gli sceneggiatori hanno deciso di approfondire le differenti culture presenti nella serie e i rapporti tra genitori e figli. Viene infatti dato più spazio alla famiglia musulmana di Rahim, ma anche alla relazione tra Lake e la madre, alla mancanza di un tetto fisso di Mia e all’iperprotettività di Felix nei confronti della madre. Grazie a questa inclusività una fetta di spettatori più ampia si potrà rispecchiare nei personaggi principali dell’opera, possibilmente sentendosi meno soli se si stanno passando problemi simili e magari trovando spunti su come affrontarli.

Love, Victor 3

Il premio al coraggio

La serie si conclude con un monologo estremamente toccante di Victor, che riassume perfettamente il suo cammino e i suoi traguardi. Il nostro protagonista non è più quel ragazzino spaventato che non sa chi vuole essere, ha trovato la propria indipendenza ma soprattutto il coraggio di fare le proprie scelte, anche se ciò significa commettere degli errori. Eppure non ha perso quella gentilezza che lo caratterizza sin dai primi episodi, quella voglia di scoprire e scoprirsi, portandolo a una crescita che ci rende fieri di lui. Ed è proprio questa la parola chiave della stagione 3 di Love, Victor, il coraggio: tutti i personaggi della serie sono profondamente toccati dalla storia di questo ragazzo, e ispirati da lui, decidono di affrontare di petto le difficoltà della vita adulta.

Per quanto siano soltanto vicende adolescenziali, quest’opera ci dimostra che non tutto ciò che accade al liceo deve per forza avere una scadenza. Ci dimostra che soltanto insieme si cresce, attraverso la comprensione, l’impegno, e anche qualche inciampo, regalandoci un finale degno di questo nome, con tanto di citazione al tanto caro Love, Simon. Se non l’avete già fatto, vi consigliamo di recuperare al più presto l’ultima stagione di Love, Victor, per godervi diverse ore di risate, inclusività, ma anche riflessione. Speriamo che questa recensione vi sia piaciuta, e vi invitiamo a interagire con noi su Instagram, oppure attraverso i nostri canali Telegram e Youtube. Tornate a trovarci sempre qui su Kaleidoverse.it per non perdervi le prossime notizie, guide e recensioni dal mondo del cinema, degli anime e dei videogiochi!

90%

La parola giusta per descrivere la terza stagione di Love, Victor è dolceamara: ci troviamo ad attraversare una montagna russa di emozioni, passando dalla gioia in certe scene all'orlo del pianto in altre. Portiamo per mano i protagonisti che abbiamo imparato ad amare, seppur in tempi e modi diversi, alla fine delle loro avventure, e come dei genitori ci sentiamo orgogliosi del percorso che hanno fatto nel corso delle puntate, passando dall'essere dei ragazzini a dei quasi-adulti, pronti a lottare per ciò che amano. Love, Victor dimostra ancora una volta di essere molto più profondo di un generico teen drama, parlando non solo di temi legati al mondo LGBTQ+ ma anche di multiculturalità, inclusività e disturbi mentali, e per questo non possiamo che consigliarne la visione.

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