Con l’episodio 3 approdato su Disney+ questo mercoledì, Ms․ Marvel non accenna a calare sul fronte della qualità e dell’intrattenimento. Dopotutto casa Disney è pienamente nella sua zona di comfort, le storie di formazione dedicate principalmente a un pubblico molto giovane sono il marchio di fabbrica distintivo per la multinazionale di Mickey Mouse, e questo si nota in un prodotto seriale che si stabilisce fino a ora come uno dei meglio riusciti dello sposalizio tra Marvel e Disney.
Nonostante le recensioni di chi ha visto la serie siano generalmente molto positive, Ms․ Marvel ha sofferto di uno dei peggiori debutti per uno show MCU con circa 775.000 visualizzazioni dell’episodio pilota nei primi cinque giorni, numeri che non sembrano niente male ma rappresentano uno sfiorato flop per gli standard Marvel. I motivi possono essere svariati, prima fra tutti la possibile saturazione di prodotti MCU, eppure considerando il review bombing precedente al debutto e ai commenti infelici su IMDB sembra proprio che Kamala sia vittima di un trattamento ingiusto.
Cosa c’è che non va?
A novembre dell’anno scorso era successo a Eternals: un indecente review bombing su alcuni aggregatori di recensioni avevano affossato il film ancora prima dell’uscita in sala a causa della rappresentazione della relazione gay di Phastos. Siamo tutti d’accordo (si spera) di quanto questo sia indecente, eppure ecco che un trattamento molto simile lo sta ricevendo Ms․ Marvel, ma sembra che parte del pubblico non stia riconoscendo la dinamica che si ripropone. La serie infatti è stata accusata di essere “politicamente corretta”, di puntare all’inclusività forzata di minoranze etniche o religiose.
È curioso notare come per il primo vendicatore però non valgano le stesse regole. La prima pellicola dedicata a Captain America infatti era piena di riferimenti alla cultura e agli ideali conservatori degli Stati Uniti della Seconda Guerra Mondiale con bandiere a stelle e strisce in ogni inquadratura, coronate dal senso di dignità e onore che il protagonista associava all’arruolamento. Nessuna lamentela ne è conseguita (giustamente) perché quello era il contesto in cui era inserita la storia del Capitano, eppure quando il contesto non è quello bianco e occidentale la risposta da parte di una fetta di pubblico è ben diversa.
Mentre da una parte Zia May raccolta in preghiera davanti a un crocifisso o Hawkeye che torna a casa a festeggiare il Natale sono percepite come lecite e “normali”, dall’altra Nakia in hijab e Kamala che inneggia “Allahu Akbar” in moschea secondo alcune critiche diventa “politicamente corretto”. Non è più la rappresentazione di un contesto che esiste al mondo (ed è solo lontano da ciò a cui molti sono abituati) ma diventa qualcosa di politico, qualcosa che nasconde un secondo fine. Analizzando il fenomeno del review bombing prima e leggendo le critiche mosse alla serie dopo, viene da domandarsi se il problema effettivo non sia tanto nell’inclusione legittima di realtà che non siano bianche e occidentali, ma negli occhi di chi guarda (e a volte neanche quello) e giudica senza porsi nessuna domanda.
Si alza la posta in gioco nell’episodio 3 di Ms․ Marvel
E dopo una – lunga – introduzione degna di Nakia e delle sue battaglie civili, parliamo finalmente dell’episodio 3 di Ms․ Marvel, che ci introduce ai veri conflitti che si svilupperanno nelle prossime tre puntate della serie. L’incipit ci presenta un interessante flashback dove vengono presentati più nel dettaglio i retroscena dei nuovi poteri di Kamala. La puntata mid season infatti viene sfruttata per darci un’idea più chiara del contesto fantastico e, soprattutto nella seconda metà dell’episodio, per alzare di molto la posta in gioco.
Il rischio infatti diventa più tangibile, non si tratta più solamente di trovare un equilibrio tra famiglia e fantasie, ma diventa ormai una questione di vita o di morte non solo per Kamala (una Iman Vellani in ottima forma che riesce a tenere testa dal punto di vista recitativo ai suoi colleghi più navigati) ma anche per chi le sta attorno. Il senso di comunità e famiglia e la responsabilità nei confronti delle stesse diventano ora tematiche centrali ed è proprio in questo terzo episodio che la protagonista comincia a rendersi conto che da grandi poteri derivano grandi responsabilità.
Non solo retroscena
La puntata però non si occupa solo di trattare la lore del bracciale cosmico di Kamala, inizia infatti a mostrarsi la tipica azione frenetica che caratterizza i prodotti del Marvel Cinematic Universe soprattutto nelle battute finali dell’episodio. Un ottimo equilibrio tra divertimento e mistero raccontato con ritmo ben calibrato. Le scelte registiche e di montaggio infatti rimangono di ottima qualità mettendosi al servizio della narrazione potenziando ed esaltando la sceneggiatura che (per ora) sembra essere una tra le più chiare e pulite dell’intera fase 4 dell’MCU.
Due menzioni speciali vanno fatte ai responsabili del comparto musicale e a quello dei costumi. Laura Karpman si è occupata della musica della serie, aspetto che si è fatto notare sin dall’episodio pilota. In questa terza parte però il livello si è alzato e le musiche accompagnano l’episodio in maniera davvero deliziosa con delle chicche pop e rock che vi faranno sorridere. Mentre Arjun Bhasin, costume designer di Ms․ Marvel, in questo episodio 3 supera se stesso portando in scena dei costumi sud-asiatici incantevoli e sgargianti.
E voi cosa ne pensate di questo episodio? State seguendo la serie o recupererete tutte e sei le puntate una volta finito il rilascio settimanale? Scrivetecelo nei commenti all’articolo ma soprattutto, come ogni volta, ricordatevi di seguirci sul nostro calane Telegram per rimanere sempre aggiornati e, per non perdervi proprio nulla, continuate a seguirci su Kaleidoverse per le ultime notizie dal mondo del cinema, dei videogiochi e non solo.