Cosa siete disposti a fare per farvi conoscere? In un mondo ormai quasi letteralmente dominato dai social, c’è un’incredibile voglia di apparire, emergere ed essere qualcuno. Non importa come, né chi si è disposti a ferire: l’importante è farsi conoscere. È proprio con questa domanda iniziale che si apre Le Relazioni Pericolose, il nuovo prodotto Netflix, che prova a raccontarci una storia – in realtà già vista –, rivisitata in chiave moderna, tramite l’utilizzo dei social e degli adolescenti che popolano questo mondo ormai permeato in ogni singola cosa.
È del 1988 il miglior Relazioni Pericolose, film diretto da Stephen Frears, con Glenn Clos, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman e Keanu Reeves. Questa trasposizione del romanzo epistolare di Pierre Choderlos de Laclos prende tutto dal libro, a partire dall’ambientazione francese tardo settecentesca. Ci porta nel mondo di annoiati e promiscui nobili i quali, per sopperire alla noia (e non solo), si sfidano in giochi di seduzione, per raggiungere determinati obiettivi di loro gradimento. Tra sentimenti contrastanti, imbrogli e attrazioni, il film si aggiudica ben 3 premi Oscar.
Le Relazioni Pericolose di Netflix
Al contrario del suo predecessore che è riuscito a raggiungere ben 7 candidature e 3 Oscar vinti, la nuova rivisitazione dell’opera francese di Pierre Choderlos de Laclos non vale così tanto, ma resta comunque un’interessante rivisitazione. Sebbene la trama sia pressoché identica al romanzo (quindi scommesse e sentimenti messi cinicamente in gioco, senza riguardi per gli altri), ciò che vediamo di diverso sono i protagonisti e le ambientazioni. Una trasposizione dei fatti in chiave moderna, essendo diversi temi del libro ancora molto attuali: vanità e ossessione per l’ascesa sociale in primis. Ora ruota tutto intorno ai social e alla notorietà, volendo, molto più di prima. Per questo parte la scommessa tra Tristan e Vanessa, che vede Célène (questi i tre protagonisti principali) come vittima di questo orribile gioco.
Il pretesto della storia e della scommessa servono a mettere in luce quanto oggi siamo assuefatti dai social. Ogni luogo visitato, ogni cibo gustato e persino i nostri animali domestici, ancor prima di essere goduti, finiscono su internet. La speranza è quella di riuscire a raggiungere la vetta, per non essere dimenticati. Anche se ciò che appare ne Le Relazioni Pericolose potrebbe sembrare esagerato e poco realistico, non siamo così lontani dai fatti del film (basti pensare alle assurde sfide partorite ogni anno dal web: a partire dall’innocua ice bucket challenge, fino alla pericolosa Coronavirus challenge). Il tutto ci viene presentato come una gerarchia social, nello stile della monarchia: al vertice abbiamo Re e Regina (Tristan e Vanessa) e più in basso ci sono duchi, conti, cavalieri e così via. Tutti che lavorano in nome dei monarchi, pur di restare a galla.
Gli eccessi della vita mondana
Tutti abbiamo presente lo stereotipo delle corti francesi e non del ‘700: diverse opere ci mostrano tali ambienti come dei luoghi in cui non ci sono limiti. Quando si organizzavano festini si finiva sempre verso l’eccesso, tra droghe, alcol e sesso. L’esagerazione viene rappresenta proprio in questo modo ne Le Relazioni Pericolose. Quasi sembra di essere davvero all’interno di una corte francese, volendo dare per vero quel luogo comune. In questo la regista ha colto perfettamente nel segno. Ciò che però manca, trattandosi di un prodotto rivolto agli adolescenti, è una sorta di avvertimento, di messaggio sui rischi di droga e alcol. Il film pare curarsi principalmente dell’aspetto sociale, senza tenere conto del fatto di poter far passare il messaggio sbagliato della droga che diverte e dà libertà.
Una scena del film, in particolare, che si svolge proprio come descritto sopra, anche se ben costruita, si concentra sui drammi in atto senza tenere conto degli effetti di tutto il resto. O meglio, si percepisce una sorta di disagio tra i protagonisti, ma nessuno pare essere veramente stranito o preoccupato da ciò che succede. Allora mi chiedo: perché costruire quella che sembra una critica verso il mondo dei social e di internet in generale, se poi lasciano passare altri messaggi sbagliati? Il punto focale della pellicola è certamente la storia d’amore che nasce e cresce dall’inizio, fino alla fine, ma non sarebbe dispiaciuto un qualcosa di più che potesse portare a una maggiore riflessione e consapevolezza nella generazione Z.
Ciò che invece si apprezza particolarmente del film, è la costruzione di diversi personaggi. Sebbene sia facile intuire come finirà la storia principale e il modo in cui agiranno i tre protagonisti primari, è meno semplice comprendere personaggi che si presentano quasi banali. È il caso di Charlotte, cugina di Célène: inizialmente ci appare quasi come lo stereotipo della ragazza sempliciotta e senza esperienza, che vede tutto rose e fiori. Invece poi dimostra di essere tutt’altro che ingenua e malcapitata. Questo è solo un esempio tra diversi altri soggetti che si mostrano in un modo, per poi farsi conoscere, mettendosi completamente a nudo. Tutto ciò mi fa pensare al modo in cui sono state gestite sessualità e identità di genere. Nulla appare forzato, tutto è naturale e semplice, come dovrebbe essere nella vita reale. Non sentiamo mai commenti sull’omosessualità di qualcuno, nessuna espressione disgustata: ognuno è libero di essere se stesso, e di fare come meglio crede.
Le nostre conclusioni su Le Relazioni Pericolose
La bellezza di questo film, più che nella storia d’amore principale – che risulta di facile lettura –, la troviamo nel modo di vivere dei personaggi. Al di là della cattiveria iniziale di Tristan e Vanessa, si percepisce una generale leggerezza data dall’accettazione della diversità e in generale dell’altro. Perché sì, re e regina sono maligni, ma mai si permettono di giudicare il modo in cui gli altri vivono. Una pellicola piacevole e coinvolgente, non senza difetti, ma che riesce a regalare qualche emozione nonostante tutto. E la storia si conclude con un messaggio intriso di amore, affetto, accettazione e perdono (un po’ troppo melenso, se vogliamo, ma corretto nelle intensioni), con il quale ci viene detto, un po’ come facevano i poeti d’altri tempi, che è l’amore in ogni sua forma a muovere tutto: l’importante è amare.
Sicuramente un film che vale la pena di essere visto, anche solo per ricordare che c’è troppo odio in questo mondo. Non possiamo mettere da parte l’amore (sia l’amor proprio, sia quello per le altre persone), altrimenti non ci resta molto. Sembrerà un discorso smielato, ma è la verità. In un mondo che corre sempre, bisogna ricordare di fermarsi e amare. Sperando di non avervi fatto diventare diabetici, vi invitiamo a non dimenticare di collegarvi al nostro sito Kaleidoverse.it per leggere tutti i nostri articoli e le recensioni. Per non perdervi nessuna pubblicazione e restare sempre aggiornati, seguiteci sui vari social e iscrivetevi al canale Telegram.
Quando si dice che bisogna "mettere in gioco i propri sentimenti" si pensa a qualcuno che prova qualcosa per un'altra persona e deve buttarsi per fare colpo. In questo film, invece, l'espressione viene presa alla lettera. In un modo dove la fama è tutto, pur di mantenere la propria popolarità, si gioca con i sentimenti altrui. Le Relazioni Pericolose è un valido adattamento dell'omonimo romanzo di Pierre Choderlos de Laclos, con il quale vengono attualizzati alcuni temi centrali del libro (vanità e voglia di apparire), riproponendoli in chiave moderna tramite l'utilizzo dei social. Un non perfetto insieme di inganni, amore, passione e libertà che sfocia in un finale scontato, ma capace di smuovere sentimenti d'amore che sempre più mancano nella società contemporanea.