Qual è l’ultima cosa più impulsiva che avete fatto? Soprattutto quanto spesso vi permettete di essere impulsivi? In Keep Breathing troviamo Melissa Barrera nei panni di Liv, un’avvocata che non si permette di divertirsi e di affezionarsi ad altre persone. Alle prese con un viaggio programmato all’ultimo minuto, o meglio… secondo, si ritrova su un aereo privato che precipita. Così, dovrà trovare il modo di sopravvivere e tornare a casa. Uscito il 28 luglio su Netflix, con Keep Breathing accompagneremo la protagonista ad affrontare le conseguenze di un gesto disperato per poter arrivare in Canada e incontrare qualcuno. Nonostante si tratti di un dramma di sopravvivenza, i flashback e le allucinazioni di Liv gli fanno abbracciare elementi di un thriller psicologico. Se pensate che questa serie possa stuzzicare la vostra mente, seguiteci in questa recensione per saperne di più, il tutto senza spoiler.
Keep Breathing, Respira
Con un’ironia un po’ dolceamara, un’avvocata, ormai chiusa in se stessa e dedita al lavoro, si ritrova in una situazione di vita o di morte in seguito a un gesto estremamente impulsivo. Determinata ad arrivare in Canada il prima possibile, quando tutti i voli sono cancellati causa mal tempo, decide di chiedere un disperato passaggio a due uomini in procinto di partire su un aereo privato. In questo show, diviso in sei parti, vediamo un conflitto donna vs natura che porta Liv ad affrontare traumi e situazioni irrisolte del passato, oltre a dover trovare il modo di sopravvivere in mezzo alle foreste del Canada. Andando avanti si capisce come il riferimento al continuare a respirare è ricorrente e non per niente banale in una situazione in cui devi decidere se continuare o lasciarti andare.
La serie prende un’angolazione diversa da drammi di sopravvivenza come Lost, o spettacoli più recenti come Yellowjackets e The Wilds. Mentre questi spettacoli si concentrano su un più persone e quindi dove si ha a che fare con fazioni divise, conflitti interpersonali e, più si va avanti meno sono radicati nella realtà, Keep Breathing è più allineato con film come Into the Wild. Si concentra più sulla battaglia fisica e psicologica individuale e rimane relativamente ancorata a un ritratto più realistico della sopravvivenza nella natura selvaggia. Il mix di scene in tempo reale, flashback e allucinazioni ci danno un chiaro sguardo all’interno dei pensieri di Liv e ci fanno scoprire gradualmente la sua personalità, il suo passato e ci permettono di empatizzare con lei in questa sua avventura.
Sopravvivere per vivere
Un aspetto che abbiamo trovato estremamente interessante è come la sopravvivenza giochi un ruolo molto più ampio del “devo trovare da mangiare, devo ripararmi dal freddo e cercare aiuto”. Durante i flashback che ci mostrano il passato della protagonista, notiamo come lei abbia passato la maggior parte della sua vita in “modalità sopravvivenza” e come abbia un effetto diverso su di lei in base alla situazione. Negli spezzoni sul passato conosciamo una donna sempre chiusa in se stessa che non si prende rischi e fa fatica a instaurare relazioni con altre persone. Allo stesso tempo, la Liv che si ritrova persa nel nulla si sforza di trovare soluzioni e gioisce anche delle piccole conquiste.
Ogni passo, ogni trauma superato la portano sempre più vicina al decidere di vivere, e non al restare in vita. Nonostante la comprensione delle sue esperienze passate, il processo con cui sembra superare i traumi appare un po’ superficiale. Keep Breathing aveva le potenzialità per approfondire in maniera eccellente la psicologia dietro a determinate situazioni di pericolo costante, soprattutto il parallelismo tra passato e presente, che giocano il ruolo principale nella serie, poteva darci più informazioni sul personaggio. Alla fine, anche la motivazione principale che spinge Liv a provare e riprovare lascia un po’ desiderare perché ricade un po’ in stereotipi di genere.
Solitudine in Keep Breathing
La performance che ci regala Melissa Barrera è di certo ammirevole, con una forte presenza non scontata. Nelle scene in cui si ritrova da sola riesce a trasmettere perfettamente le emozioni del momento. Impersona egregiamente una persona senza alcun tipo di abilità di sopravvivenza che si ritrova nella natura selvaggia. La rabbia, la paura, la speranza, l’euforia dovuta alle più piccole conquiste. L’attrice è riuscita a farci immedesimare nel personaggio e farci rimanere con il fiato sospeso. Interessanti anche le sue interazioni con le allucinazioni che. A differenza di Wilson in Cast Away, non sono tanto di compagnia quanto un interno monologo volto a far dubitare Liv delle sue capacità e che tenta di indurla a suicidarsi.
I sei episodi della serie hanno un tempo totale adatto per un film. Rimane apprezzabile come questa divisione in episodi sia affine alla divisione in capitoli di un libro. Anche nella narrazione che gioca con parallelismi tra flashback e presente troviamo questa analogia. Alcune scene poco credibili e il modo in cui la protagonista arriva ad alcune soluzioni risulta leggermente buffo. Inoltre, Keep Breathing affronta diversi temi attuali che avrebbero meritato tempo in più per essere trattati in modo più profondo ed esaustivo.
Le nostre conclusioni su Keep Breathing
Con una fantastica Melissa Barrera che risalta il personaggio con la sua recitazione e le inquadrature suggestive riteniamo che Keep Breathing sia una serie degna di una possibilità. In ogni scena e non si può fare a meno di tifare per Liv, curiosi di sapere sempre di più su di lei perché troviamo sia molto facile immedesimarsi. I temi affrontati e il mix di flashback e allucinazioni rende lo show dinamico e suggestivo e lascia gli spettatori ad alternare momenti con il fiato sospeso a momenti di respiro. La situazione estrema spinge l’avvocata ad affrontare i suoi problemi che esplorano temi attuali e abbastanza comuni. Nonostante sia una serie ben costruita non rimane esente da difetti come alcune scene quasi surreali e la superficialità nel trattare alcuni argomenti. Cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra opinione a riguardo sui nostri canali social Instagram, Telegram, Facebook e TikTok e seguiteci su Kaleidoverse e sul nostro canale YouTube.
In un parallelismo tra situazione attuale e passato, Keep Breathing affronta principalmente il tema della "modalità sopravvivenza". Con Liv vediamo quanto sia nociva nella sua vita di tutti i giorni, ma quanto sia utile in una situazione di vita o di morte. I parallelismi con i flashback sono ben costruiti e riescono a far scattare l'interesse del pubblico con il loro tempismo e dinamicità. Purtroppo la banalità di alcune scene e la superficialità di come vengono affrontati alcuni temi penalizzano leggermente la serie, che aveva grandi potenzialità. Complessivamente troviamo Keep Breathing degna di una possibilità grazie anche alla bravura di Melissa Barrera e alla gestione della scenografia, che risulta particolarmente suggestiva.