Come ben sappiamo, il 10 ottobre Bleach ritornerà in TV in Giappone con l’ultimo arco, dedicato alla sanguinosa guerra dei 1000 anni. Questo ritorno vede il tramonto dell’opera di Tite Kubo anche sul piccolo schermo oltre che su carta (il manga è terminato nel 2016). È per questo che noi di Kaleidoverse abbiamo deciso di intraprendere un piccolo viaggio a ritroso nel tempo per rinfrescare la memoria (nostra e vostra). Bleach è infatti una storia molto lunga, piena di personaggi, colpi di scena e power up. È impossibile ricordare tutto con esattezza, se l’anime si è concluso nel 2012, no?
È quindi con piacere e un pizzico di nostalgia che abbiamo dato il via a questa piccola rassegna. Riassumeremo gli eventi più importanti, i personaggi e tutto ciò che di importante c’è da tenere a mente. Nello scorso articolo abbiamo parlato della genesi dell’opera, l’arco del Sostituto Shinigami, che lascia i nostri all’inizio di un’impresa non di poco conto. Essi devono, infatti, andare nella Soul Society e salvare Rukia Kuchiki dalla morte. Sappiamo già che riusciranno nell’impresa, ma gli eventi che prenderanno il via da questo punto in poi saranno fondamentali per il resto dell’opera. Ecco allora l’arco della Soul Society, che andò in onda primariamente tra il 2005 e il 2006, comprendendo gli episodi dal 21 al 63.
Un’entrata col botto
Ichigo, Chad, Orihime, Uryū e Yoruichi arrivano nella Soul Society, ma non riescono a superare l’ingresso del Seireitei (il posto dove vivono gli shinigami) presieduto da Gin Ichimaru, capitano della terza divisione. Fallito il piano, Yoruichi porta il gruppo a casa di una sua vecchia amica che può aiutarli: Kūkaku Shiba. La donna possiede un cannone gigante (di solito usato per i fuochi d’artificio), e acconsente a usarlo per spararli nel Seireitei.
L’oggetto richiede particolari manipolazioni spirituali, dunque i ragazzi non vanno da soli, ma accompagnati dal fratello minore di Kūkaku, Ganju, che però lo fa malvolentieri. Lui, infatti, gli shinigami li odia: li incolpa della morte del fratello Kaien, che era proprio uno shinigami, proprio come il suo assassino, che lo uccise durante una missione. Il lancio va bene, ma il gruppo non riesce a restare unito durante l’atterraggio e si sparpaglia nel Seireitei.
Nel frattempo, il loro tentativo di entrare per la porta principale attrae l’attenzione del Gotei 13, il consiglio dei 13 capitani delle divisioni degli shinigami. Si tratta di pezzi grossi, shinigami pericolosi e di alto rango, che ordinano la cattura immediata degli intrusi. Ichigo e compagni lo scoprono al loro arrivo, quando vengono subito bloccati da shinigami di basso rango, che riescono ad affrontare. I nostri si fanno strada nel Seireitei e Ichigo, che è insieme a Ganju, incontra e sconfigge Renji (che ha contribuito insieme a Byakuya all’arresto di Rukia).
Scopriamo che lo shinigami è il luogotenente della sesta divisione, dunque la sua sconfitta allarma ulteriormente il Gotei, che manda i capitani ad affrontare gli intrusi. Durante questa caccia all’intruso viene ritrovato il cadavere del capitano della quinta divisione, Sōsuke Aizen. La sua morte inasprisce ancora di più gli animi e rende sospettosi alcuni membri del Gotei, che pensano ad un regolamento di conti interno.
Un salvataggio messo in pausa
Ichigo e Ganju proseguono e incappano in Zaraki Kenpachi, il capitano dell’undicesima divisione, considerato imbattibile. A questo punto il duo si separa: Ichigo resta a combattere contro Kenpachi, mentre Ganju prosegue verso la prigione. Il combattimento che ne segue è davvero all’ultimo sangue, ma i due si fermano prima di uccidersi a vicenda, riconoscendo l’uno la forza dell’altro.
A questo punto interviene Yoruichi, che guarisce Ichigo e finalmente svela la sua vera forma, quella di una donna e di una ex-shinigami (come Urahara, del resto).
Ganju raggiunge la prigione e quindi Rukia, dove abbiamo un’altra rivelazione shock: l’uomo infatti scopre che fino a quel momento ha collaborato per la liberazione dell’assassina di suo fratello Kaien. E finalmente in un flashback vediamo com’è andata: Rukia ha effettivamente ucciso Kaien, ma solo perché il suo corpo era stato completamente posseduto da un Hollow. Inoltre, essendo compagni di divisione Rukia si porta dietro un profondo senso di colpa per quella morte.
Il momento della rivelazione viene poi interrotto dall’arrivo del capitano della sesta divisione, Byakuya Kuchiki (fratello adottivo di Rukia), che si è accorto che la prigione era stata aperta. Byakuya attacca Ganju per poi essere fermato dall’arrivo di Ichigo, che si scontra di nuovo con lo shinigami. Arriva poi anche Yoruichi che provvidenzialmente fa svenire Ichigo per impedirgli di fare una fine non proprio bellissima.
Una carrellata di scontri
Quando Ichigo si risveglia, arrabbiato per lo scontro lasciato in sospeso, Yoruichi lo striglia per bene e gli insegna a padroneggiare il Bankai, la forma più potente di una Zanpakutō (e che Byakuya sa usare; senza il Bankai Ichigo non avrebbe vissuto ancora a lungo). A loro si unisce poi Renji, desideroso di imparare la tecnica e foriero di brutte notizie: la data dell’esecuzione di Rukia è cambiata di nuovo.
Nel frattempo, Uryū e Orihime affrontano il capitano della dodicesima divisione, Mayuri Kurotsuchi. Inizia un combattimento tra il Quincy e lo shinigami, che vede l’utilizzo di Shikai, Bankai e tecniche Quincy come il Ransōtengai e la rimozione del guanto Sanrei. Lo scontro però si conclude in un nulla di fatto: Mayuri, messo alle strette, fugge trasformandosi in un liquido.
Il clima teso scatenato dall’arrivo dei nostri protagonisti, unito alla morte di Aizen, scatena il putiferio nel Seireitei, dove imperversano scontri ovunque. Il capitano della decima divisione, Tōshirō Hitsugaya, affronta Ichimaru, dal momento che è convinto che sia proprio lui l’assassino di Aizen. Ichimaru, però, fa un passo indietro quando arriva la luogotenente di Hitsugaya, Rangiku Matsumoto. Il giorno seguente Kenpachi salva i compagni di Ichigo, per poi essere fermato dai capitani della settima e della nona divisione, Sajin Komamura e Kaname Tōsen. Kenpachi riesce a sconfiggere Tōsen, anche dopo che quest’ultimo usa il suo Bankai.
Alla prigione, Renji cerca di salvare Rukia ma viene fermato da Byakuya, che lo sconfigge nonostante Renji abbia padroneggiato infine il proprio Bankai. Inizia infine l’esecuzione di Rukia, spettacolare e solenne. E, proprio quando sembra che la shinigami stia per morire ecco arrivare Ichigo, che la salva aiutato dai capitani di ottava e tredicesima divisione, Shunsui Kyōraku e Jūshirō Ukitake.
Un tradimento profondamente sentito
Rukia viene portata via da Renji e inizia un enorme scontro sul luogo dell’esecuzione. Ichigo dà a Renji la possibilità di fuggire e poi, di nuovo, si trova di fronte Byakuya. Il capitano lo mette molto alle strette, portandolo sull’orlo della morte e questo fa scattare qualcosa nel ragazzo: emerge la sua parte… Hollow! Che prende il controllo e si lancia su Byakuya con attacchi potentissimi. Ichigo poi riprende il controllo di sé, usa il Bankai, e riesce quasi a sconfiggere Byakuya.
Kyōraku e Ukitake fuggono dalla zona dell’esecuzione alla ricerca di un luogo più riparato per combattere contro il Comandante Genryūsai Shigekuni Yamamoto (il capitano della prima divisione nonché capo del Gotei 13). Yamamoto incenera l’area circostante con il suo Shikai, e inizia a combattere contro quelli che si rivelano essere i suoi ex-allievi. La capitana della seconda divisione, Soi Fon, ha uno scontro simile contro la sua ex-maestra… Yoruichi, che la sconfigge usando una tecnica speciale, lo Shunkō.
Hitsugaya dopo aver combattuto contro Ichimaru si mette a cercare la Camera dei 46 (l’organo legislativo della Soul Society). Mentre si aggira per corridoi oscuri scopre che Aizen è vivo ed è la mente che ha orchestrato il caos all’interno della Soul Society. Scoperto, il capitano occhialuto si libera di Hitsugaya e si dirige verso la zona dell’esecuzione. Là trova Rukia, che era stata portata lì da Tōsen, complice di Aizen.
L’uomo a questo punto estrae un oggetto – l’Hōgyoku – proprio da lei, nonostante Renji, Ichigo e Komamura cerchino di fermarlo. Rubato l’artefatto Aizen, insieme ad Ichimaru e Tōsen, riesce a fuggire dalla Soul Society. Alla fine di tutto ciò Rukia viene graziata e decide di restare nella Soul Society, mentre Ichigo, Chad, Orihime e Uryū ritornano nel mondo dei vivi.
Il cuore pulsante della Soul Society
L’arco della Soul Society è più lungo del primo e molto più ricco di eventi, personaggi e luoghi. Finalmente entriamo in contatto con il mondo degli shinigami, che rispecchia una sorta di Giappone dei secoli antichi ed è minuziosamente organizzato in una società che ha molte ombre.
È tutto molto interessante e degno di nota, a partire dal Rukongai, la zona più malfamata della Soul Society dove sono cresciuti Renji e Rukia, passando per l’accademia per diventare shinigami e a finire con il Seireitei stesso, posto in una posizione centrale della Soul Society, cuore pulsante formato da orde di shinigami.
Il Seireitei è una cittadella che brulica di shinigami, ma non solo; ci viene accennata l’esistenza di un organo governativo (la Camera dei 46) e si prospetta una situazione politica e gerarchica molto più complessa di quanto appaia (e chi ha letto l’ultimo arco questo lo sa molto bene).
Concentrandoci però su ciò che vediamo durante questo arco spiccano le tredici divisioni, ognuna con caratteristiche proprie, di cui finalmente conosciamo i capitani e i membri più importanti, che si rivelano essere avversari temibili e alleati preziosi. Non ci viene certo fatto l’elenco delle peculiarità delle 13, però sappiamo, se non altro, che la quarta divisione si occupa della cura degli shinigami (una sorta di pronto soccorso), mentre l’undicesima è quella più forte e la dodicesima rappresenta un po’ il reparto ricerca e sviluppo.
Gli sviluppi della trama
Possiamo vedere questo arco come il primo, vero, grande capitolo di Bleach. È infatti soltanto arrivati alla fine di questa carrellata di eventi e colpi di scena che la storia prende davvero il via. Siamo sicuri, infatti, che ricorderete molto bene il ruolo da antagonista che Aizen ricoprirà a partire dal suo tradimento (molto ben architettato, chapeau a Kubo per aver saputo orchestrare il tutto così bene).
Ancora una volta, non possiamo non elogiare la minuzia con cui ogni singolo personaggio viene presentato, inserito, rappresentato all’interno degli eventi, diventandone parte integrante fin da subito e acquisendo, per lo spettatore, fin da subito un senso profondo di familiarità.
Ora, i capitani, manco a dirlo, sono tutti importanti e iconici. Gli altri shinigami degni di nota che rivedremo negli archi successivi, invece, sono sia i luogotenenti (che appariranno infatti molto di più) e altri, di alto rango. In particolare, spiccano Hanatarō Yamada della quarta divisione, Ikkaku Madarame e Yumichika Ayasegawa dell’undicesima e Akon e Hiyosi della dodicesima. Hanatarō è molto dolce e titubante, ma si dimostra un grande aiuto per Ichigo e i suoi compagni (inoltre, la sua Zanpakutō dà luogo a divertenti intermezzi, e lo farà anche in futuro).
Ikkaku e Yumichika, invece, si muovono in coppia. In questo primo arco abbiamo modo di vedere in azione soprattutto il primo, dal carattere focoso e fortemente leale. Il secondo è affascinante e vi esortiamo a non dimenticarlo, perché riserverà ancora qualche sorpresa. Infine, Akon e Hiyosi, ovvero i due cervelli sani della dodicesima. Avere come capo un uomo come Kurotsuchi richiede infatti nervi saldi e mente molto aperta, ed essendo lui una mina vagante è in fondo grazie a questi due che la dodicesima divisione riesce ad andare avanti.
Che c’è dopo?
Per il momento ci fermiamo qui: alla fine di questo arco salutiamo Rukia e il mondo degli shinigami per ritornare al mondo dei vivi e, quindi, alla normalità. Ma questa situazione durerà poco. O almeno, nel manga è così, perché nell’anime a questo punto viene piazzata una bella stagione filler (quella dedicata ai Bount). Noi ne parleremo… Ma non subito. Nel prossimo articolo, infatti, ci concentreremo su ciò che c’è oltre il filler: andremo a sporcarci di sabbia e a sentir parlare di esseri dal nome molto spagnoleggiante: gli Arrancar. E gli Espada.
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