Di solito con “spooky season” si intende il mese di ottobre o, comunque, l’autunno. Basti pensare infatti ad Halloween, all’accorciarsi delle giornate e al calare delle temperature. Le ombre diventano più marcate, gli spifferi più frequenti, le bevande calde un dolce sollievo. C’è però anche un sotto-genere letterario che incarna perfettamente questo spirito (letteralmente). È il sovrannaturale, che spunta dall’infinito indice dei fantasy e sembra fare quasi l’occhiolino, ammiccante e sfuggente. In Italia non è molto diffuso, ma altrove fa scintille e sempre più saghe letterarie fanno capolino al cinema o in TV.
Anche una delle ultime serie comparse su Netflix corrisponde alla descrizione: stiamo parlando di Lockwood & Co․, di cui potete trovare la nostra recensione qui. Serie breve ma intensa, seppure online solo da poche settimane ha raccolto già un seguito non indifferente. E i fan (vecchi e nuovi) hanno già iniziato a speculare su una seconda stagione. I misteri lasciati in sospeso sono infatti tanti, così come la voglia di conoscere ancora di più l’universo di Lucy Carlyle e compagni. Mentre Netflix ancora tace su un possibile rinnovo noi di Kaleidoverse vogliamo proporvi un approfondimento proprio sul mondo di Lockwood & Co․ Buona lettura!
Lockwood & Co․: una premessa
La serie letteraria porta la firma di Jonathan Stroud, autore di tanti altri romanzi fantasy e young adult (come la Tetralogia di Bartemus). Lockwood & Co ne conta all’attivo ben cinque: La scala urlante, Il teschio parlante, The Hollow Boy, The Creeping Shadow e The Empty Grave. L’ultimo libro risale al 2017 e al momento solo i primi due hanno raggiunto l’Italia. Se però la serie continua a riscuotere successo è probabile che i primi due volumi non resteranno soli a lungo.
Prima che l’intenzione di realizzare una serie TV a partire dai romanzi emergesse qualcuno pensò a un film. Si sarebbe trattato di un adattamento del primo libro, La scala urlante, ma nonostante le intenzioni dei produttori il progetto non prese mai il via. Almeno finché nel 2017 i diritti non sono stati ceduti a Big Talk Productions, che ha poi affidato il lavoro a Joe Cornish. È grazie a questo passaggio di testimone se la serie è oggi presente sul catalogo Netflix, con le storie dei primi due libri a incantarci.
La trama di Lockwood & Co․
Ci troviamo in Gran Bretagna, dove da circa 50 anni le persone hanno a che fare con il Problema. Quale? I fantasmi hanno iniziato a camminare tra i vivi sconvolgendo ogni cosa. Per combattere questa nuova minaccia nel corso degli anni sono nate le agenzie, enti specializzati nel contenimento degli spiriti. Le agenzie sono tante e hanno tutte una cosa in comune: gli agenti sono bambini e ragazzi, che vengono supervisionati dagli adulti. Solo loro, infatti, sono dotati di Talento (la capacità di vedere, sentire o percepire i fantasmi) e possono affrontare efficacemente gli spettri.
In questa Inghilterra alternativa e spettrale seguiamo le avventure di Lucy Carlyle, una ragazza che abbandona la provincia per cercare una vita migliore a Londra. Lì viene assunta dalla Lockwood & Co․, una piccola agenzia abbastanza sconquassata gestita da Anthony Lockwood, un suo coetaneo. Lontani dalla supervisione degli adulti lei, Lockwood e George fanno amicizia e lavorano duramente per affermare le loro capacità e costruire la buona reputazione dell’agenzia.
I libri: diari di viaggio
Il punto di vista nei romanzi è di Lucy, che racconta a noi lettori le sue avventure con Anthony e George. Nel farlo adotta un atteggiamento molto schematico e professionale, che rende la narrazione ordinata. Ascoltare i fatti dalla voce di una dei protagonisti ci catapulta immediatamente nel mondo in cui si svolgono gli eventi. Inoltre, ci mette subito in contatto con la familiarità della vita da agente e dei sottintesi sociali con cui ha a che fare. L’immediatezza con cui vengono introdotti significati alternativi per determinate parole viene chiarito dall’inserimento di un comodo glossario alla fine di ciascun volume.
Questa impostazione giova al racconto dei casi intrapresi dall’agenzia, riuscendo a fondere gli elementi fantasy e sovrannaturali con ritmi di altri generi (giallo e noir). Dalla professionalità di Lucy emergono comunque sprazzi di vita e del suo carattere, che ricordano continuamente al lettore la stravagante verità nascosta tra le sue pagine: la maggior parte dei personaggi sono adolescenti, che devono però crescere fin da bambini se dotati di Talento per poter offrire un servizio alla comunità. Un fatto che, seppur con incisività minore, è presente e attuale anche nella nostra realtà (ragazzini dotati che arrivano all’età adulta completamente distrutti a livello mentale e senza aver vissuto una vera e propria adolescenza).
La serie: tutta d’un fiato
La prima differenza che si percepisce tra i libri e la serie TV è sicuramente l’andatura: Lucy racconta con calma e minuzia di dettagli ciò che accade, tutti i preparativi necessari per andare in avanscoperta da qualche parte, i vari passi delle indagini svolti dai rispettivi membri. In generale, lo scorrere del tempo è ben cadenzato ed evidenzia la crescita dei personaggi. La serie TV, invece, è molto rapida: non passano mesi tra la prima e la seconda storia, ma tutto si sussegue a ritmo serrato, quasi nervoso. Il cambio di passo accresce sicuramente l’alone di mistero e il brivido della scoperta negli spettatori, che anche per questo sono portati a divorare avidamente gli episodi.
Nel condensare le trame i creatori della serie sono stati eccezionali: hanno sfruttato tutto ciò che potevano per far sì che si capisse al meglio il mondo di Lockwood & Co․ facendo a meno di glossari o spiegazioni. Fin dalla sigla, che è una raccolta suggestiva di articoli di giornale che descrivono palesemente la nascita del Problema e la sua evoluzione, fino ai più piccoli dettagli come i negozi che vendono stocchi, tutto evoca qualcosa di altro e di convenzionalmente riconosciuto, che magari non viene spiegato ma c’è, è lì e viene menzionato anche casualmente durante le conversazioni di ordine quotidiano.
Un campo più largo
Un altro pregio della serie TV è l’allargamento del punto di vista: nei romanzi, come abbiamo già detto, è Lucy che presenta ai lettori gli avvenimenti e i personaggi. Questo da una parte è ottimo, perché vedere il mondo con gli occhi di uno dei personaggi principali aiuta sicuramente a entrare in sintonia con gli elementi fantastici; dall’altro, il narratore in prima persona molto spesso espone i fatti secondo la sua opinione e secondo il suo personale carattere. Questa semplice constatazione è stata un’altra delle lampadine che gli sceneggiatori hanno sfruttato per modellare la serie e i suoi abitanti.
Se nei libri, infatti, Lucy ci appare come una ragazza dal carattere forte, nella serie emerge anche il suo lato più umano ed emotivo, soprattutto nel primo romanzo, nel quale poco o niente viene detto, tra le pagine, di come lei si sia effettivamente sentita nel perdere la sua intera squadra. Anche Anthony e George sono stati umanizzati: il primo perde l’alone perenne di stima e rispetto di cui è sempre ricoperto in favore di quello da adolescente chiuso, tormentato da pensieri e preoccupazioni. Il secondo, invece, ha modo di parlare di sé e della sua famiglia, esprimendo paure e dubbi. In questo modo, anche se i personaggi sono stati leggermente invecchiati, riescono comunque a comunicare la discrasia evidente che vuole dei ragazzi gestire faccende pericolose.
L’aplomb si fonde con l’angst
Aver umanizzato i personaggi, per fortuna, non ha significato sfociare nel melodramma puro e semplice. Nonostante i momenti di intimità ed emotività siano presenti e siano importanti, Lockwood & Co․ conserva per tutta la sua durata una certa verve tipicamente britannica che alleggerisce i toni e strappa più di qualche risata. L’aplomb si fa strada trasportando lo spirito dei libri sullo schermo e donandoci conversazioni e atteggiamenti che sono già fonte di meme in giro per il Web.
È un tipo di comicità sicuramente diversa da quella di altri prodotti anche solo vagamente simili (come i film della saga di Ghostbusters), perché molto sottile e carica di ironia o di sarcasmo: scegliete la più arguta, come direbbe Lucy. Il punto è che il mix tra commedia e dramma è talmente ben impostato da inserirsi nelle fondamenta stesse della serie (sia quella cartacea che quella televisiva). Il fatto che siano riusciti a riscriverla mantenendo lo spirito originale e profondamente bizzarro di Lockwood & Co․ è uno dei motivi per cui la serie attrae così magneticamente alla visione: basta guardare i primi minuti del primo episodio per rendersene conto.
Tre ragazzi, una famiglia
Già sopra abbiamo menzionato il leggero cambiamento operato sui personaggi della serie, più umani (in apparenza) rispetto ai romanzi. Una cosa necessaria da sottolineare in merito alla maggiore emotività del trio è che la loro fragilità rafforza il loro legame. Facendo riferimento al detto per cui a volte la famiglia non è quella che ti tocca ma quella che ti costruisci con le tue mani, i membri della Lockwood & Co․ sono, a tutti gli effetti, una famiglia. Nei libri questo si percepisce sicuramente in maniera più domestica e soprattutto dal passare del tempo, durante il quale viene implicitamente insinuato che i tre abbiano legato, in qualche modo, caso dopo caso.
Nella serie invece, essendo i tempi molto più brevi, il loro legame viene costruito esplicitamente. George e Lucy hanno intere conversazioni in cui i loro caratteri si scontrano ma emerge anche la nascita di una bella amicizia. I continui battibecchi tra Anthony e George e la progressiva (seppure minima) apertura del primo agli altri due ne sono un altro esempio. Anthony compie un cambiamento molto importante: smette progressivamente di considerare George e Lucy come semplici membri e inizia a vederli prima come responsabilità e poi come amici (che è la cosa più importante), con i quali poter condividere il peso del passato.
Chiaramente misteriosi
Anche i lati più misteriosi e scottanti della trama vengono raccontati diversamente. Nel romanzo c’è una sorta di calma apparente nel modo in cui Lucy ci racconta le cose. Un esempio tra tutti è il momento in cui il teschio le parla per la prima volta: nel romanzo la scena è surreale eppure normale, se inserita nel contesto (la reazione della ragazza, poi, non ha prezzo). Tutto appare chiaro, anche se il lettore sa che quel teschio non dovrebbe parlare. Nella serie, quando si arriva alla scena citata, c’è una chiara evidenziazione della stranezza: Lucy sta male e sviene.
Questo tono molto urgente e misterioso viene applicato a tutti i grandi quesiti della prima stagione che restano senza una risposta: il simbolo misterioso su alcuni artefatti, l’identità di Lama Dorata (che nel libro ha un nome) e il contenuto della stanza misteriosa al primo piano, brevemente descritto proprio in conclusione del secondo romanzo. È ovvio che alcuni retroscena siano stati lasciati in sospeso, come allettanti fili penzolanti che puntano a una (auspicabile) seconda stagione. Dimenticate quindi i grandi quesiti a cui pensare davanti a una tazza di tè fumante: nella serie gli enigmi hanno tutta un’altra spinta, che trascina a incontri in maschera e giù dai tetti.
Una storia ancora tutta da vedere
Lockwood & Co․ è un ottimo esempio di buona trasposizione: la serie riesce a mantenere inalterati gli elementi principali della trama e i temi principali portando comunque una ventata di originalità alla storia. Merito sicuramente anche del casting, azzeccatissimo, ma anche e soprattutto della scrittura. I romanzi di Jonathan Stroud catturano allo stesso modo ma in maniera completamente diversa. Per questo motivo, se la storia dei ragazzi di Portland Row 35 vi ha catturati potete correre a leggere i libri e supportare la serie al meglio nella speranza di un rinnovo.
Noi di Kaleidoverse lo faremo sicuramente – siamo inevitabilmente finiti nella Morsa, c’è poco da fare. Nel frattempo che cerchiamo di riguadagnare terreno per il mondo dei vivi perché non date un’occhiata anche alle nostre altre sezioni? Oppure potete seguirci sulle nostre pagine social, dove parliamo delle ultime tendenze e vi rendiamo partecipi delle anteprime alle quali partecipiamo. Se invece siete degli appassionati di Lockwood & Co․ e volete discutere con noi più nel dettaglio la serie e i libri potete iscrivervi al nostro gruppo Facebook o al nostro canale Telegram. Vi aspettiamo!