Il 12 maggio ha debuttato su Disney+ Crater, il film diretto da Kyle Patrick Alvarez e prodotto dalla 21 Laps Production, la casa di produzione di Stranger Things. Un film di impostazione Sci-Fi, con tutti gli stilemi a cui la casa di Topolino ci ha ormai abituato da anni: giovani protagonisti, un poco stereotipati, che con amore e la forza dell’amicizia riusciranno a superare tutto. Questa volta però è presentato tutto in una prospettiva nuova e con un appiglio interessante: sarà riuscita questa diversificazione a centrare il risultato? Come si è presentato il nuovo teen movie Disney? Svisceriamo il tutto nella recensione di Crater.
L’uomo sulla luna
Caleb (Isaiah Russell-Bailey) ha da poco perso il padre, morto durante il servizio come minatore sulla luna. Luna dove Caleb stesso è nato e cresciuto. Per una clausola contrattuale, dopo la morte del padre, Caleb può partire – via ibernazione – alla volta di un mondo nuovo e di un futuro migliore. Caleb è legato molto ai suoi amici Dylan (Billy Barratt), Borney (Orson Hong) e Marcus (Thomas Boyce), che non vorrebbe mai lasciare. Però, purtroppo, il viaggio da intraprendere per il nuovo mondo dura ben 75 anni, e con l’aiuto della terrestre Addison (Mckenna Grace), appena arrivata, la sera prima della partenza, organizza un’avventura. Così, i ragazzi rubano un rover e partono, diretti verso un cratere che il padre di Caleb gli aveva indicato come posto preferito della madre, ormai morta da tempo.
Con un rover a disposizione e tutta l’attrezzatura partono per il cratere cercando di dare significato al viaggio e un ultimo saluto al satellite terrestre. L’intreccio che si presenta davanti lo spettatore ha degli spunti piuttosto interessanti. Spunti differenti dai classici stilemi dei Coming-of-age di stampo Disneyano. Per quanto la pellicola sia assimilabile ai classici Teen-Movie che anni fa si potevano trovare su il fu Disney Channel, ci si troverà spesso durante la visione a notare come la pellicola provi ad affrontare temi importanti volendo emulare e prendere spunto dai classici film per ragazzi, come: E.T., Stand by me, Super 8 e I Goonies senza riuscire a trattare temi profondi o significativi come facevano (e fanno tuttora a distanza di anni) quelle pellicole.
Occasione mancata
Per quanto la pellicola si voglia ammantare di un certo classicismo imposto da film più misurati e seminali nella narrativa per ragazzi, non riesce nell’intento. Finisce, così per annientare, con un colpo di spugna, il percorso introspettivo e psicologico, fatto di paure inconsce, passati difficili e ingombranti questioni passate. Ciò che rimane a Crater è imitare i bordi di tali narrazioni, giocare in superficie senza addentrarsi nel buio della più complessa psicologia della mente prepubescente; tutto viene lasciato in superficie senza dare allo spettatore la soddisfazione di vedere un vero sviluppo emotivo e psicologico dei ragazzi che lo accompagneranno per tutta la durata del lungometraggio. La narrazione, quindi, viene isolata nel microcosmo in cui essa nasce e muore, non lasciando in eredità allo spettatore nulla, se non un senso di malinconia dato dal finale volutamente carico di emotività e delicato, veicolando il messaggio finale nel modo più semplice e cinematografico possibile.
L’impatto cinematografico della sequenza finale, sembra preso di peso da una pellicola totalmente differente da quella che si è visionata fino a quel momento, per via dell’enorme distacco qualitativo ed emotivo, il quale risulta palese anche allo spettatore meno attento. Un’ulteriore mancanza della pellicola è la pressante e pesante mancanza di background a cui lo spettatore è esposto. Quasi nulla di quello che viene raccontato nella pellicola e il mondo in cui si muovono i suoi personaggi viene veramente esplorato e approfondito. Spesso si cerca di mantenere un alone di mistero che alla fine lascia un’impressione di tratteggio, di qualcosa di monco e incompleto che promette, ma non mantiene mai e che dopo lo scorrere dei titoli di coda fa sorgere più domande che risposte. Tutto questo lascia un senso di confusione e delusione nello spettatore più smaliziato e curioso, soprattutto in relazione agli ottimi spunti a cui il lungometraggio fa più volte riferimento.
Le nostre conclusioni su Crater
Crater è un lungometraggio che è posizionato su una bilancia mal tarata. Non si trova mai un equilibrio all’interno del prodotto, poiché spesso primeggia in alcuni aspetti, ma pecca in altri, mantenendo una dualità produttiva per tutta la sua durata. Da una parte si trova la squisita performance dei giovani attori che portano a casa un ottimo lavoro e un ottima immedesimazione che asseconda la narrazione e la sospensione dell’incredulità. Dall’altra si trova una CGI scialba, piatta e che anche a una prima occhiata risulta estremamente distaccata, lontana e aliena rispetto a chi gli si muove davanti. Altro esempio di tale dualità è anche la certosina cura nei costumi e nelle tute spaziali per le esplorazioni esterne, sempre ben fatte, curate e soprattutto credibili. Fa da contraltare a questa cura nella sezione costumi la mancanza di background nel world building, come accennato poc’anzi, cosa che crea un senso di interdizione verso lo spettatore.
In definitiva, Crater prende le distanze, ma al contempo continua la “tradizione” di prodotti Teen Disney che vivono in una zona di mezzo risultando scialbi e monotonali – per la maggior parte del pubblico a cui sono rivolti questi prodotti una zona di mezzo del genere è ottimale e accomodante. Tuttavia Crater cerca di prendere le distanze da tutto ciò – infatti tenta di alzare il livello qualitativo, cerca un approccio più complesso, più ricercato. Prova a portare uno strato di spessore che normalmente non si trova in prodotti di questo tipo. Purtroppo la pellicola manca l’obiettivo, ma il tentativo da parte di Kyle Patrick Alvarez rimane più che lodevole. Voi avete visto Crater? Vi è piaciuto? avete apprezzato la storia Coming-of-age? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.
Crater è un prodotto mal equilibrato, dove si ha voglia di osare, ma non si riesce. Un prodotto che vuole e tenta di richiamare i grandi cult per ragazzi come Stand By Me o E.T. ma che purtroppo non riesce ad avere l'impatto e la profondità di questi ultimi, risultando, infine, un altro insipido teen movie made in Disney. Nota positiva sono solo le prove attoriali dei protagonisti e l'ottima manifattura del reparto costumi, unite a un finale semplice, ma interessante. Elementi che non riescono a sollevare le sorti generali della pellicola che, in definitiva, risulta piatta e bidimensionale.