Secondo editoriale che continua la rubrica, inaugurata con questo articolo, che vi terrà compagnia per le prossime settimane: Retrocultura, uno sguardo al passato con occhio nostalgico per riscoprire gli oggetti, le esperienze e le sensazioni di ciò che era. Nell’articolo di questa settimana, come si può intuire dal titolo, si parla di un pezzo delle vite di tutti quelli che hanno vissuto gli anni ’90 e i primi ruggenti anni del 2000: il videonoleggio. Prima di internet, prima del P2P, prima di torrent e prima dei pirati, esisteva solo un modo per reperire un film ed era il noleggio: un sistema semplice, immediato e soprattutto sociale. Vediamo di rispolverare al meglio la sua storia e le sue, immancabili, gioie.
Un’era analogica
Vi chiedo ora di fare un piccolo salto sul viale della memoria – o su quello dell’immaginazione, per chi è giovane. Al contrario di oggi, dove tutto è iper-connesso e tutto è disponibile a un prezzo o issando la bandiera da buon pirata, il videonoleggio è nato come risposta a una domanda, e quella risposta era il VHS, il formato con cui il videonoleggio ha veramente imposto la sua presenza al grande pubblico. Uno dei primi videonoleggi iniziò in Germania con un selezione di film in formato Super 8. Ma come accennato prima, fu il VHS il vero game changer, poiché a differenza del concorrente Betamax ebbe una diffusione maggiore, soprattutto dovuta al minor costo del supporto.
Agli inizi degli anni ‘80 aprirono i primi rental store, in risposta alla domanda del pubblico, e anche al grande guadagno che le case di produzione vedevano nelle cessione dei diritti per il noleggio. Con il passare degli anni divenne un mercato sempre più florido e sempre più diffuso; anche in piccoli centri era possibile trovare due o tre videonoleggi. Con il mercato del noleggio che ormai si stava cementando a livello locale, era solo una questione di tempo prima che nascesse una grande catena, che con il tempo sarebbe diventata un vero e proprio simbolo e sinonimo del videonoleggio: ovviamente sto parlando di Blockbuster.
Nascita e declino di un pezzo di storia
È anche grazie alle grandi catene che il videonoleggio è diventato capillare, chi non ricorda il Blockbuster di quartiere? Con l’arrivo del nuovo millennio arrivò anche il cambio di formato: dall’ormai vetusto VHS, al più performante – e soprattutto meno ingombrante – DVD. Fu un enorme cambiamento per l’industria del videonoleggio, poiché permetteva di avere più unità di un solo lungometraggio in magazzino, al posto di pochi VHS. Si cominciò a vedere anche l’avvento dei videonoleggi automatici. Macchine semplici, simili a distributori che permettevano all’utente di scegliere in autonomia e poter ritirare il film come fosse un semplice snack. Per la restituzione bastava reinserire il film nel distributore automatico, rendendo di fatto il noleggio un’attività più impersonale e asettica.
Ma cosa portò alla quasi totale estinzione dei negozi di videonoleggio? Semplice, il principale motivo per cui molte cose sono cambiate nelle nostre vite dai primi anni del 2000 a oggi: Internet. La diffusione più capillare del web, soprattutto negli anni tra il 2002 ed il 2010, decretò la fine del videonoleggio, poiché sbocciava, naturalmente, una domanda negli utenti della rete in quegli anni: “perché pagare qualcosa che posso avere gratis?”. Si inserirono in questo frangente (prima nel mercato U.S.A. e poi mondiale) anche i servizi di streaming che con un modico abbonamento davano la possibilità di accedere a un enorme catalogo, senza dover uscire di casa. Fu una transizione quasi naturale, si passò dal VHS, al DVD, all’estinzione per mancanza di clientela. Per molti questo significò l’arrivo di un vuoto sociale, comunicativo e comunitario, che i videonoleggi rappresentavano.
Cinema partecipato
Per alcuni, il videonoleggio era (ed è, per quei pochissimi rimasti) un “rigurgito” nostalgico dell’era analogica. Ma era di più, molto di più, una summa di sensazioni. Luoghi in cui esiste un mondo dove il Cinema, quello con la C maiuscola, non ha mai smesso di essere prima di tutto il mezzo magico ed emozionale per eccellenza, dove ogni cosa è della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. I videonoleggi sono stati, e sempre lo saranno, il luogo deputato e perpetuo in cui la cinematografia da mestiere diventa settima arte; non semplice intrattenimento, ma vera e propria forma culturale pulsante di vita, vivace come non mai, che si allontana da quella pericolosa smaterializzazione, prettamente capitalista, dei beni e dei consumi che sta logorando man mano la nostra esistenza, trasformando l’arte in una grigia industria.
Il videonoleggio non era solo il film che si voleva vedere quella sera – e parlo anche per vissuto personale -, il videonoleggio di fiducia (il mio era un piccolo Blockbuster in fondo al viale dove abitavo) era anche la possibilità di entrare in un negozio, perdere tempo tra gli scaffali, godersi l’atmosfera un po’ buia e un po’ magica che si respirava in quei luoghi… Era fermarsi a guardare gli schermi vicino al bancone per sapere quale trailer stesse passando o quale film era stato messo dal commesso. Era anche il semplice contatto umano con chi era al di là del bancone. La consapevolezza che, nel momento in cui entravi in quel negozietto, in quel mondo, per restituire qualcosa, avresti sempre trovato qualcuno tutt’orecchi pronto a sentire la tua opinione sul film visto la sera prima. Si aveva la concreta sensazione di entrare in un luogo “sicuro”, un luogo comunitario dove tutti i cinefili potevano sentirsi a casa e “tediare” il prossimo su qualsiasi film o opinione riguardasse quello o quell’altro lungometraggio. Tutto questo attorniato da moquette sui pavimenti, schifezze da mangiare e una moltitudine di titoli che aspettavano solo te per essere visti, discussi e soprattutto vissuti.
La solitudine del digitale
Adesso, purtroppo, in un mondo sempre più digitale, sempre più frenetico, non c’è più spazio per il lento scorrere della scelta, il piccolo piacere della conversazione su un amore intramontabile… Il cinema è anche ciò che se ne dice. È dibattito, amabile discussione, condivisione. Oggi, tra centinaia di possibilità, cataloghi infiniti di film e serie tv non si è più di fronte a una scelta, ma semplicemente di fronte a una monotono (quanto grigio) catalogo dover poter puntare e cliccare il prodotto, di modo da poterne usufruire per occupare il tempo e non per arricchirlo e valorizzarlo.
L’unica cosa che rimane alla maggior parte di noi non è altro che crogiolarsi nei ricordi. Ricordi di quella moquette impolverata, dei film sugli scaffali e delle conversazioni che ormai si perdono nel tempo, per rammentare un periodo più lento, forse più scarno di possibilità ma molto più ricco e significativo. Voi ricordate il vostro videonoleggio di fiducia? Avete ancora la tessera? Fatecelo sapere nei commenti. Come sempre, vi invitiamo a leggerci su Kaleidoverse e a seguirci sulle nostre pagine social, dove pubblichiamo sempre contenuti. Se volete condividere con noi suggerimenti, consigli su nuovi film da vedere (ma anche anime, serie TV e videogiochi) o soltanto discutere delle ultime notizie, ci trovate sui nostri gruppi community, su Facebook e Telegram.