Il 25 ottobre Disney+ ha finalmente aggiunto al proprio catalogo i primi quattro episodi de I Leoni di Sicilia, l’attesissima serie di produzione italo-americana tratta dall’omonimo romanzo di Stefania Auci, edito in Italia dalla Editrice Nord e primo episodio della Saga dei Florio. È inoltre previsto che la serie conti un totale di otto episodi, di cui gli ultimi quattro saranno rilasciati l’1 novembre.
Con la regia di Paolo Genovese, I Leoni di Sicilia racconta la storia dei Florio, una famiglia di imprenditori di origini calabresi che è stata tra le più influenti d’Italia tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento. Le loro vicende si concentrano a Palermo, dove Paolo Florio (qui interpretato da Vinicio Marchioni) decise di trasferire la famiglia nel 1783, dopo il terremoto di Bagnara. Più nello specifico, il focus si concentra sul figlio, Vincenzo Florio (Michele Riondino) e sulla sua vita professionale e amorosa.
I Leoni di Sicilia: la trama
Ingegnoso, caparbio e ormai padrone della sempre più florida bottega del padre, Vincenzo decide che è il momento di estendere il suo giro d’affari ai salotti nobiliari, gli stessi il cui accesso gli è sempre stato negato per tutta la vita per il suo “maneggiare soldi”. Per farlo ha bisogno di sposare una donna titolata, ma un incontro inaspettato rischia di rovinare tutto. Giulia Portalupi (Miriam Leone) è bella, intelligente e caparbia, e per Vincenzo – così come per lo spettatore – è fin troppo facile perdere la testa per lei.
Tuttavia, Giulia non ha titoli, e sembra essere destinata a un’esistenza solitaria tra le quattro mura di casa per prendersi cura della madre cagionevole di salute. Entrambi hanno tutte le ragioni per rimanere a distanza di sicurezza – l’opposizione di entrambe le famiglie in primis – eppure sembrano legati da una passione dalla potenza distruttiva.
Baracca e burattini
Una storia per funzionare ha bisogno di diversi fattori, tra cui la coerenza della trama. Grazie alla sceneggiatura adattata da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo (che hanno anche lavorato insieme alla sceneggiatura de Il ragazzo invisibile e Il ragazzo invisibile – Seconda generazione), la serie prende per mano lo spettatore e lo guida nell’immersione nella vita di Vincenzo Florio, ad un ritmo regolare che accelera gradualmente man mano che ci avviciniamo alla vita adulta. La serie può quindi vantare un set up impeccabile che innesca un senso di attesa coinvolgente.
Ma cos’è l’opera dei pupi senza questi ultimi? Infatti, a rendere I Leoni di Sicilia un prodotto perfettamente godibile sono anche e soprattutto i personaggi e gli attori che li interpretano. I personaggi principali sono tutti squisitamente tridimensionali e completi, tanto vivi da bucare lo schermo: dal collerico e visionario Paolo Florio fino al fratello Ignazio (Paolo Briguglio), più prudente e mite. Di fatto, il parallelismo tra questi due personaggi sembra seguire lo spettatore attraverso la visione di tutti e quattro gli episodi, allo stesso modo in cui i loro contrasti influenzano la vita di Vincenzo.
Fine primo tempo
Al di là di tutto ciò che abbiamo detto fino ad ora, questi primi quattro episodi non sono stati altro che un excursus sull’animo umano, e su come esso sia inevitabilmente governato dalle emozioni e dalle passioni. Tra sofferenze, desiderio di rivalsa, amore e forza di volontà, con interpretazioni d’alto livello e la Sicilia sullo sfondo, il “primo tempo” ha indubbiamente rispettato le aspettative nei confronti di questa serie. Ma lo spettacolo non è ancora finito, per cui si consiglia al pubblico di stare seduto finché non cali il sipario.
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