I medical drama sono quel genere di serie TV che fanno lunghi giri e poi ritornano: l’ultima ad aver conquistato il pubblico – in Italia – è Doc – nelle tue mani, con Luca Argentero (Le fate ignoranti), ma chi scrive potrebbe farne un discreto elenco, che comprende al suo interno E. R. – Medici in prima linea o la longeva Grey’s Anatomy. E dal 30 agosto può annoverarne una in più: Respira, nuova serie targata Netflix, di cui Kaleidoverse parla in questa recensione – ovviamente senza spoiler.
Respira si compone di 8 episodi: alla regia vede Marta Font Pascual (Way Down – Rapina alla banca di Spagna) e David Pinillos (Il gusto dell’amore), alla sceneggiatura Paola Michelle (De Tontas, Ni un Pelo) e Carlos Montero (Elite) e nel cast – tra i tanti – Najwa Nimri (Berlino), Aitana Sánchez-Gijón (L’uomo senza sonno), Blanca Suárez (El internado), Manu Ríos (Elite), Alfonso Bassave (The Rendezvous) e Abril Zamora (4 mamme per un delitto). Diamo un’occhiata alla trama.
Respira: la trama
Il centro di Respira è l’ospedale, il Joaquín Sorolla di Valencia, un ospedale pubblico caotico. Al suo interno si rivelano progressivamente le storie che formano la serie, a partire da uno specializzando insicuro alle prese con il lavoro di medico, i suoi amici – tra i quali spiccano Biel (Manu Ríos) e Quique (Xoán Fórneas), sua sorella Jésica (Blanca Suárez), anche lei medico, e gli altri dottori che vi lavorano, tra i quali spiccano la dottoressa Segura (Aitana Sánchez-Gijón) e il dottor Moa (Borja Luna).
La trama subisce una brusca svolta dopo un evento improvviso, che scatena uno sciopero da parte del personale dell’ospedale. L’aspetto sociale è forte in Respira, ma non offusca il lato romantico, né quello drammatico rivolto prettamente alla medicina, con le operazioni e le emergenze mediche. Si sviluppano molte dinamiche tra i personaggi, mai scontate, e si approfondiscono tematiche anche molto variegate, senza mai penalizzare un aspetto della serie rispetto all’altro.
Respira: tutto all’interno
Respira si articola soprattutto all’interno dell’ospedale e di ambienti chiusi, il che contribuisce a creare sia un’atmosfera caotica – per quanto riguarda l’ospedale – che un forte senso di intimità tra i personaggi. La regia pone al centro la persona e le sue azioni, concentrandosi sugli interventi e sugli esami medici tanto quanto sui rapporti che si creano in seno all’ospedale – con tutto quello che questo comporta – ed evidenzia molto bene il contributo emotivo del cast.
La sceneggiatura è lineare e coerente: nonostante possa sembrare leggermente ripetitiva, soprattutto per quanto riguarda la tipologia di interventi medici effettuati, contiene un importante substrato sociale, che spazia tra molte tematiche attuali. Salute mentale, sanità pubblica, relazioni, abuso di sostanze ed ecologia sono infatti solo alcuni di questi temi, e trovano la loro massima espressione grazie a un cast che riunisce attori molto conosciuti nel panorama iberico – e di Netflix.
Respira: un megafono seriale
Come detto sopra Respira non si limita semplicemente a mettere in piedi i soliti triangoli amorosi. Certo, c’è spazio per l’amore e per i sentimenti, ma la vera novità di questa serie è la sua sensibilità alle tematiche sociali. Pochi medical drama prima di Respira avevano pensato di adattare l’attualità alla fiction e di farsi megafono di messaggi in maniera così esplicita. E, se il più eclatante è sicuramente lo sciopero dei medici – che occupa più episodi – Respira riesce a mantenere il controllo di tutte le tematiche di attualità di cui si fa carico e le spalma nel corso di tutta la serie.
Un altro aspetto sicuramente molto importante di Respira è che i temi sociali vengono sì affrontati, ma senza una presa di posizione polarizzante. Nel corso della serie, infatti, gli argomenti più spinosi vengono declinati fornendo una doppia visione – positiva e negativa – che dia allo spettatore modo di riflettere su quello che vede, un po’ come la stesura di un saggio nel quale sono presenti sia la tesi che l’antitesi. Si tratta di una scelta che spinge sicuramente sull’ampliamento degli orizzonti degli spettatori, che empatizzano con i personaggi che si ritrovano a loro volta di fronte a modi di pensare completamente diversi dai loro.
I mille volti dell’amore
L’altra metà di Respira è ovviamente rappresentata dalle storie d’amore che nascono, crescono e muoiono all’interno delle mura dell’ospedale. Si tratta di uno dei tropi più diffusi all’interno dei medical drama, e Respira non fa certamente eccezione. Le coppie – effettive, suggerite, desiderabili – sono tante e variegate ma hanno tutte una cosa in comune: molti problemi da affrontare e incomprensioni. E questo cumulo di tensione crea un ambiguità di fondo che si mantiene costante fino all’ultimo secondo e che non dispiace.
In Spagna la concezione dell’amore è sicuramente diversa dalla nostra, e di conseguenza anche le relazioni raccontate insieme alla serie TV lo sono: si tratta di rapporti sicuramente più liberi, ma non per questo meno spensierati – trama permettendo, ovviamente – che ribadiscono allo spettatore quanto possa essere infinito lo spettro dell’attrazione e quali sono i problemi che andrebbero riconosciuti e affrontati in un rapporto – le cosiddette red flag.
Le nostre conclusioni su Respira
Respira è una delle nuove serie TV che può essere inserita di diritto all’interno del novero dei medical drama più amati dalla critica e dal pubblico già da ora. Nonostante le sue varie défaillance, che possono sempre essere migliorate, – come una ripetizione forse un po’ troppo evidente delle procedure mediche – la serie si conferma come divertente, appassionante e coinvolgerà emotivamente qualunque spettatore, dal momento che la carica emotiva presente in ogni singola puntata manda a gambe all’aria il pubblico in modi sempre nuovi.
Avete già visto Respira, o lo vedrete dopo aver letto la nostra recensione? Fatecelo sapere in un commento qui su Kaleidoverse non dimenticandovi di dirci la vostra. Vi ricordiamo, inoltre, che nel nostro sito troverete un sacco di articoli interessanti che spaziano dalle serie TV, ai film, al mondo dell’animazione e a quello videoludico, come nei nostri ultimi articoli: la recensione della docuserie Worst Ex Ever – Relazioni fatali, l’articolo di approfondimento sul genere degli isekai negli anime e quello sulla vita e la carriera dell’attore Will Ferrell. Ci leggiamo al prossimo articolo!
Respira è un medical drama in 8 episodi che porta lo spettatore nel sistema sanitario spagnolo e nelle sue irregolarità. La regia segue indistintamente i molti personaggi che compongono la serie, rendendo tutti importanti e portatori di storie complesse e attuali, e riesce a mescolare con maestria i sentimenti a temi più importanti e legati alla salute, ai diritti del personale sanitario e all’ecologia senza per questo creare un minestrone confuso e senza punti di riferimento. Il cast è pieno di volti noti della serialità ispanica e attinge a piene mani dal catalogo Netflix, mentre la sceneggiatura racconta un lato della medicina che raramente è stato affrontato in medical drama precedenti. C’è sicuramente qualche punto da migliorare nella scrittura dei personaggi, un po’ originali e un po’ incastrati negli stereotipi del genere, ma Respira è sulla buona strada e un finale di stagione all’ultimo respiro potrebbe dare spazio a una seconda stagione.