Ambientata tre anni dopo gli eventi di WandaVision del 2021. E sotto l’egida della nuova sezione televisiva della casa delle idee, Marvel television, la sezione che d’ora in poi prenderà in carico tutte le produzioni televisive del MCU. Stiamo parlando di Agatha all along. Serie incentrata sul personaggio di Agatha Harkness, villain di WandaVision. Con un buon mix di bizzarria, horror e umorismo sarà riuscita a fare breccia nei cuori dei spettatori? E soprattutto nei fan della casa delle idee? Parliamone un po’ meglio nella nostra recensione delle prime tre puntate di questa nuova serie ambientata nel mondo magico del MCU.
Dove eravamo rimasti
Come visto nei vari trailer, si parte da un ambientazione – anzi da un genere – estremamente lontano da quello che ci si può aspettare. Ci si trova nella prima puntata ad assistere ad un setting molto simile a serie come True Detective o The Following. Con tanto di sigla a tema. Un’Aghata in salsa poliziesca viene richiamata in servizio per controllare un corpo ritrovato nel bosco adiacente Westview. Una giovane donna morta. Questo darà il là ad una serie di eventi per cui riuscirà a liberarsi dalle catene dell’incantesimo che l’aveva imprigionata alla fine della precedente installazione, dopo un duello contro una risvegliata Scarlet Witch.
Non senza l’aiuto di un ragazzo appena arrivato a Westview interessato particolarmente ad Agatha e alla strada delle streghe. Un luogo – metafisico quanto reale – che consente di acquisire un grande potere magico anche a chi ne è privo. Con questa occasione Agatha prende il ragazzo sotto la sua ala, più per poterlo circuire e usare, che per un reale bisogno. Per accedere alla strada Agatha ed il ragazzo – il cui nome è impossibile da udire per via di un incantesimo – avranno bisogno di una congrega. Da qui una ricerca di compagne streghe a cui interessa acquistare – o riacquistare – poteri. Come una novella Nick Fury, Agatha metterà insieme una squadra per poter accedere alla strada e riavere i suoi poteri. Prima che qualcosa di oscuro la venga a prendere proprio nel momento in cui è più indifesa.
Magia, orrore e misteri
Per quanto la casa delle idee – soprattutto negli ultimi tempi – non abbia brillato per inventiva o qualità dei loro prodotti, Agatha all along è l’eccezione. Ci si trova davanti ad una serie interessante non solo per il suo lato strettamente “avventuroso”, ma per l’ottimo mix di generi che propone allo spettatore. Riesci a mescolare abilmente dei generi che poco hanno a che vedere l’uno con l’altro. Si parla infatti di passare da un genere prettamente leggero e avventuroso, fino al comico per poi passare al horror più puro. E queste prime tre puntate hanno mostrato molto bene questo aspetto. Si passa da una prima puntata che tratta in modo prominente il genere poliziesco, in pieno stile True detective. Che oltre ad essere un omaggio è anche una sottile critica al genere crime e di come sia facilmente replicabile, sia nei contenuti che nelle atmosfere. Fino ad una seconda puntata con una sezione finale che strizza l’occhio al genere horror.
Purtroppo il ritmo della prima puntata è smorzato da un finale forzato e sottotono. Con una situazione possibilmente mortale per Agatha trasformata in un semplice inconveniente. Situazione piegata alle esigenze di trama e messa in onda. La seconda e terza puntata centrano maggiormente il bersaglio. Con un ritmo ben serrato, situazioni più avvincenti e soprattutto più interessanti. Regalando al pubblico anche una nuova canzone considerevolmente orecchiabile e ritmica. Rimarrà impressa facilmente e avrà lo stesso successo della precedente, a cui la serie deve il nome. Non si può non elogiare il lavoro fatto dal reparto tecnico della serie. Partendo dall’enorme cura nella realizzazione dei costumi di scena. Che avranno varie incarnazioni durante le queste puntate. Per poi passare al reparto effetti speciali. Che al contrario di altre produzioni Marvel fa un maggiore – e sapiente – uso di effetti pratici. Sia con la stessa scenografia sia con artefatti prettamente registici.
Le nostre conclusioni sulle prime tre puntate di Agatha all along
Ci si trova – finora – davanti ad una serie di pregevole fattura per gli standard Marvel. Che ricorda in alcuni momenti le atmosfere mistiche di un altro prodotto MCU, Licantropus. Parte del fascino della serie è dato anche dal carisma di Kathryn Hahn nei panni di Agatha, che spicca tra tutte le altre interpreti. Purtroppo la serie non è fatta solo di luci ma anche di qualche ombra. In particolare la regia. Che ha qualche guizzo interessante, ma non abbastanza in quantità, né abbastanza interessanti da giustificare l’estrema piattezza che la ammanta. Non vengono mai messe in risalto le performance degli attori, nei momenti di tensione non guida lo spettatore e manca completamente di cinetismo. Portando a casa il minimo sindacale per mettere in scena quello che accade sullo schermo.
Un ulteriore stonatura è come nella terza puntata venga dato in pasto allo spettatore un importante punto focale della trama verticale senza nessun approfondimento, né consequenzialità. Rivelazione che renderà estatico chi lo aspettava già dai tempi di Wandavision. Ma che al momento sembra soltanto una scusa per istigare e suscitare una reazione negli appassionati, oltre che una curiosità immotivata per la prossima messa in onda. Dopo la visione si può dire di trovarsi di fronte un prodotto di buona fattura. Che si assesta oltre la sufficienza per quanto concerne queste prime puntate. Sperando che il tono e la qualità rimangano simili per le restanti puntate, noi di Kaleidoverse di certo terremo sott’occhio i futuri sviluppi. Voi avete visto queste prime puntate? Vi stanno piacendo? Fatecelo sapere nei commenti. Nel frattempo potete leggere altri articoli qui su Kaleidoverse. Nelle ultime aggiunte al sito, la recensione di Monster: La storia di Lyle e Erik Menendez, quella della seconda stagione di Tutto chiede salvezza e un approfondimento sul format di LOL. E questo è tutto, alla prossima.