Dopo il grande successo della versione statunitense arriva l’edizione australiana di The office. La serie si veste di un nuovo ufficio e un nuovo stato oltre che di un nuovo cast. A differenza della serie britannica e statunitense, scritte da Ricky Gervais e Stephen Merchant, la versione australiana è affidata a Jackie Van Beek. Questa nuova versione riuscirà a tener botta a quella statunitense? Lo scopriremo lungo questa recensione di The office Australia. Il paragone tra i personaggi di questa stagione e la più amata con Steve Carell viene spontaneo. Troveremo infatti Felicity Ward (Hannah Howard) come capoufficio, Edith Poor (Lizzie) nella controparte femminile di Dwight. Non manca la coppia Jim e Pam con la versione australiana Nick (Steek Raskopoulus) e Greta (Shari Sebbens) e così via.
The office nasce come serie per mostrare la vita d’ufficio quando si ha un capo non adatto a ricoprire tale ruolo. Lo scettro viene raccolto da Felicity che ha l’arduo compito di mantenere basso l’onore dei suoi predecessori Gervais e Carell. Se ci è riuscita o no lo potrete scoprire tra poco nei prossimi paragrafi. Di certo il compito affidatole non è semplice ma anche quello dei suoi colleghi non è da meno. Alcune delle scene più memorabili sono di certo interpretate dal solo Steve. Non dimentichiamoci però il ruolo infido e accondiscendente del servile Dwight, pronto a tutto per farsi voler bene dal capo. Insomma, ognuno dei protagonisti ha qualcuno da eguagliare o superare per la riuscita della prima stagione.
Nuova sede, stesso lavoro
La serie si svolge negli uffici della Flinley Craddick di Sydney il cui scopo è vendere imballaggi e scatole, proprio come la Dunder Mifflin. Hannah è la capoufficio di cui tutti hanno stima, che tutti vorremmo avere come superiore perché capace di fare tutto. Scusate, ho sbagliato e stavo sognando ad occhi aperti. Hannah vorrebbe essere tutto ciò ma è l’esatto opposto. Per fortuna ha al suo fianco la servile e fedele Lizzie sempre pronta a risolvere i problemi che le vengono appioppati. A mettere i bastoni tra le ruote all’ambiziosa Lizzie troviamo la coppia alleata di Nick e Greta, sempre pronti a farle fare brutta figura. Il personaggio di Lloyd (Jonny Brugh) porta una ventata di follia velata perché di folle basta già la vessata Lizzie.
Le puntate hanno come fulcro temi diversi a cui si lega il tema di fondo ovvero l’evitare la chiusura dell’ufficio. Il motivo per cui Hannah si trova a dover affrontare questo problema è l’aver permesso di lavorare da remoto. Alla sua capoarea Alisha (Pallavi Sharda) non andava più bene questa cosa e quindi spinge Hannah a risolvere il problema. Lizzie farà da collante tra il capo e i suoi colleghi, compito difficile dato che assolutamente priva di stima e autorità. Insomma, Hannah si trova una bella gatta da pelare oltre a tutto quello che succederà in ogni puntata. Ogni volta vedremo i protagonisti in vicende fuori dal comune come, ad esempio, un pigiama party in ufficio o una gita fuori porta in un rettilario casalingo. Di scene assurde ne abbiamo poche ma siamo solo alla prima stagione, il futuro potrebbe riservarci nuove perle se verrà confermata la seconda stagione.
I temi affrontati in chiave The office
Se togliamo l’incapacità di Hannah di gestire i suoi dipendenti oltre ai suddetti intenti a renderle la vita difficile, cosa ci rimane? Un sacco di argomenti interessanti trattati con l’umore e la leggerezza tipica di The office. Infatti potremo trovare il tema dell’inclusività sia di persone diversamente abili ma anche di un presunto orientamento sessuale diverso. Non manca il classico episodio in cui viene evidenziata la triste vita solitaria di Hannah, legata da una promessa fattale decine di anni prima. A sorprendere, non per i più affezionati alla serie, è il modo con cui vengono trattati. L’argomento viene presentato, ci si ride su per farne capire l’importanza e poi si cambia totalmente approccio con il punto di vista di altri personaggi.
Lo spirito leggero con cui, in The office, si parla di argomenti delicati come l’inclusività e l’orientamento sessuale è efficace se viene interpretato correttamente. Non tutte le persone possono comprenderne la sottigliezza per una mancanza di empatia verso tali tematiche. Le serie TV e i film sono diventati i nuovi veicoli per far riflettere le persone. Non ci stancheremo mai di dirlo e un esempio può essere Under Paris o anche Rez Ball per il tema della salute mentale. Questo per noi è un ottimo metodo dato che ormai quasi tutti siamo immersi in questa realtà. Dove non arrivano le fonti di informazione come i social, il web e i giornali possono arrivare le serie TV o i film. Rimane comunque il problema della ricettività del pubblico il quale, se non disposto ad ascoltare, potrebbe non cogliere il messaggio.
Le nostre conclusioni su The Office Australia
La prima stagione australiana di The office ha dato chiari segnali di voler dire la sua come i suoi predecessori. Cambia lo stato, cambia l’azienda e il capoufficio ma non cambia lo spirito, il fuoco che alimenta tutte le stagioni di The office. Le 8 puntate scorrono velocemente per via della loro durata ma anche per la scrittura senza intoppi. La stagione ha gettato le fondamenta per una serializzazione lunga come per l’edizione statunitense. Il nostro parere è che, per ora, non è all’altezza della versione con Carell ma ha del potenziale ancora da sfruttare. Nel caso venga confermata una seconda stagione ci aspettiamo un cambio di marcia il quale può essere fatto sicuramente. Per ora il nostro giudizio, parziale dopo una sola stagione, è positivo perché vediamo il lavoro che si potrebbe fare per un salto verso il miglioramento.
Se questa recensione di The office non ha soddisfatto la vostra voglia di leggere potete andare sul sito di Kaleidoverse. Ogni settimana pubblichiamo nuovi contenuti tra recensioni e approfondimenti. Stiamo facendo la recensione settimanalmente di Blue Box e sono uscite le recensioni di I am a killer e Don’t move. Gli ultimi approfondimenti trattano, come argomento, i migliori film di Saw e i punti deboli e forti di LOL – Chi ride è fuori. Siamo curiosi di sapere il vostro pensiero quindi non esitate a commentare sotto gli articoli. Non ci resta che salutarvi e alla prossima recensione!
Se sentivate la mancanza delle vicende di The office, su Prime Video è arrivata la nuova edizione australiana. Niente più Steve Carell e nemmeno Ricky Gervais, sia per il ruolo di protagonista che per la scrittura. Questa nuova versione è stata scritta da Jackie Van Beek e ha un cast tutto nuovo. A tirare le redini della Flinley Craddick abbiamo Hannah Howard affiancata dalla fedele Lizzie. Anche nella sede di Sydney abbiamo la coppia Jim-Pam stavolta nei panni di Nick e Greta. Ogni personaggio statunitense trova la sua controparte nell'edizione australiana. La trama ha una macro categoria e tante altre sottocategorie. Quella più importante che copre l'intera stagione è l'evitare la chiusura della filiale di Sydney. A questa si aggiungono vicende le quali ricalcano, spesso ma non sempre, quelle già vissute alla Dunder Mifflin. La stagione australiana ha tutto il potenziale per arrivare alla grandezza ed epicità della versione statunitense. Potenziale che, per ora, non è stato sfruttato a pieno ma si vede che c'è. Le puntate sono brevi, scorrono bene grazie anche alla scrittura priva di punti critici che avrebbero potuto rallentarne il ritmo. Hannah è la perfetta controparte femminile di Michael, Lizzie di Dwight e così via ed è piacevole sentirsi a casa nonostante il cambio di stato, ufficio e azienda.