Il 2024 dei fratelli Russo è sicuramente pieno di novità: dopo il successo di Citadel, uscita nel 2023, i registi, sceneggiatori e produttori statunitensi popolano il 2024 di ben 2 serie TV derivanti dalla prima: Citadel Diana, di cui abbiamo parlato in questa recensione, e Citadel Honey Bunny, che debutterà il prossimo 7 novembre su Prime Video. Kaleidoverse ha potuto vedere in anteprima i primi 3 episodi e ve ne parlerà in questa recensione della sua prima parte, ovviamente priva di spoiler, a cui ne seguiranno altre 2 per completare l’opera.
Citadel Honey Bunny si comporrà di 6 episodi, diretti dal duo Raj & DK (Flavors) e scritti da Raj & DK, Sita Menon (Farzi), Anthony Russo (Cherry), Joe Russo (Captain America: The Winter Soldier). Nel cast vediamo Samantha Ruth Prabhu (Eega), Varun Dhawan (Badlapur), Emma Canning (Dune: Prophecy), Stasa Nikolic (Subspecies V: Bloodrise), Raimundo Querido (Uncharted), Juhi Arora (Crew), Mohit R. Thakur (Phone Bhoot). Vediamo adesso un po’ la trama di questa prima tranche.
Citadel Honey Bunny Recensione: trama della prima parte
Siamo nel 2000: Honey (Samantha Ruth Prabhu) è una giovane imprenditrice e mamma single che nasconde nel suo passato più di qualche scheletro. Non a caso ha istruito la sua bambina a tutta una serie di regole da mettere in atto in situazioni particolari. E, quando le sue paure diventano realtà, si ritrova costretta a scappare con la figlia per metterla in salvo. Tutto si ricollega a 8 anni prima, quando un suo amico, Bunny (Varun Dhawan), la coinvolge in quello che doveva essere un semplice lavoretto, e che le cambierà la vita.
Anche questa serie come Citadel e Citadel Diana risente della componente action e di spionaggio. In particolare in questi primi 3 episodi abbiamo potuto osservare delle scene di combattimento davvero ben fatte – perfettamente montate e perfettamente coreografate, tanto da andare perfettamente a tempo con la musica scelta in montaggio. Inoltre, le movenze degli attori sono realistiche e verosimili. La storia, invece, fa da prequel a Citadel e aggiunge molti tasselli al puzzle che ha segnato la primissima stagione di questo Spyverse.
Citadel Honey Bunny Recensione prima parte: una serie prequel
Citadel Honey Bunny si conferma come il prequel di Citadel e di Citadel Diana dal momento che lo spettatore si ritrova catapultato in una storia che oscilla tra il 1992 e il 2000, in cui conosce appunto Honey, Bunny e molti altri personaggi che si muovono nel mondo dello spionaggio, che però in questo caso non ha bandiere ben dichiarate – almeno, non nella prima parte della serie. È molto interessante notare il modo in cui è stata scritta la serie e siamo curiosi di sapere in che modo si collegherà agli eventi successivi.
Ovviamente non siamo disillusi e ricordiamo molto bene il cast di Citadel, dunque abbiamo già potuto notare un importantissimo collegamento che vi risparmiamo in questa sede per non causare spoiler e per lasciarvi il gusto della sorpresa, ma ci chiediamo a questo punto quali altri collegamenti possono esserci con il futuro che abbiamo già visto, sia quello che vede come protagonisti Richard Madden (Il trono di spade) e Priyanka Chopra (Quantico) che quello ancora più lontano con Matilda De Angelis (La legge di Lidia Poët).
Un gioco da ragazzi
Uno degli aspetti più singolari di Citadel Honey Bunny è la componente fumettistica e quasi giocosa che caratterizza questi primi 3 episodi. Già a partire dalla sigla, dall’opening che, a differenza delle prime due, è animata e gioca molto con quanto visto nel primo episodio. La presenza stessa di una bambina con un ruolo molto importante ridimensiona tutta la vicenda che, nonostante mantenga dei toni comunque seri, degni di una action story, ha modo di emergere anche dal punto di vista più ludico, dando un twist diverso e originale alla trama che abbiamo particolarmente apprezzato.
Non si tratta quindi solo delle regole che Honey impone a sua figlia, ma si tratta di un discorso più globale che va ad abbracciare tutti i membri del cast, anche quelli che ricoprono dei ruoli antagonistici più seri, e rendono il prodotto nella sua complessità molto più godibile da guardare. Il tema del gioco, poi, si fonde anche con quello della recitazione e delle maschere che le spie sono costrette ad indossare ma anche con il senso dell’umorismo che traspare in alcune scene della serie.
Le nostre conclusioni su Citadel Honey (per ora)
Per il momento non possiamo che giudicare Citadel Honey Bunny che in maniera positiva: ha tutto quello che una action series dovrebbe avere oggi. C’è l’azione, c’è lo spionaggio, c’è la tensione, c’è la suspense, ma ci sono anche i buoni sentimenti: c’è l’amicizia, c’è la famiglia, c’è l’amore… si sollevano anche dei temi importanti che avremo modo di approfondire nelle nostre recensioni future e non possiamo fare altro che raccomandarvi di guardare la serie non appena sarà disponibile – noi non vediamo l’ora di poterla finire, per parlarne con voi.
Se amate il franchise di Citadel e non vedete l’ora di guardare Citadel Honey Bunny non mancate di raccontarci quali sono le vostre aspettative qui su Kaleidoverse con un commento. Inoltre, vi invitiamo a recuperare i nostri ultimi articoli: la recensione dell’horror Apocalypse Z – The Beginning of the End, la recensione del quinto episodio dell’anime Blue Box e la recensione della seconda parte della docuserie sull’atleta Simone Biles. Ci leggiamo alla prossima!