Nulla è per sempre, né le competizioni, né le zone grigie dove si ammassano i non detti e i sentimenti repressi. Ed è questo che sembra suggerire in maniera molto prominente Blue Box nell’episodio 14, Cosa c’entra? disponibile su Netflix a partire dal 9 gennaio scorso. Kaleidoverse ne parla come sempre in una breve recensione, che trovate dopo questa prima introduzione alla quale – se ci seguite da ottobre – vi sarete abituati. E, come sempre, prima di approfondire la puntata vi ricordo un paio di informazioni su questo anime.
Blue Box è l’adattamento animato dell’omonimo manga di Koji Miura (I love you my teacher), che vede alla regia Yuichiro Yano (Lupin III) e nel cast vocale in lingua originale Akari Kitō (Time Bokan 24), Shōya Chiba (Wind Breaker), Reina Ueda (Il mio matrimonio felice), Chiaki Kobayashi (Gundam Build Divers Re:Rise), Yūma Uchida (Act of Diamond), Kenshō Ono (Attack on Titan) e Haruka Shiraishi (Eminence in Shadow). Ma bando alle ciance, è tempo di parlare di trama.
Blue Box Recensione Episodio 14: Cosa c’entra?
Cosa c’entra? parte come un episodio di apparente stasi, perché ad agire non è Taiki, bensì i personaggi intorno a lui, ma di questo lo spettatore si rende conto gradualmente. È infatti su Chinatsu che l’episodio sembra concentrarsi inizialmente, dal momento che di quelli in lizza per i Nazionali era l’unica a non aver ancora disputato una partita, ma poi il punto focale cambia e va a posarsi su Hina, che insospettabilmente fa una mossa che definire audace è dir poco.
Dal punto di vista narrativo questa puntata è una bomba che deflagra con potenza proprio nella sua conclusione. Parte – come già detto – lentamente per poi aumentare gradualmente il carico emotivo col passare dei minuti. Lo spettatore inizia quindi ad avvertire il peso delle aspettative e l’ansia sulle spalle di Chinatsu, che sembra poi allentarsi quando la narrazione torna su Taiki per poi tornare, in maniera più soffocante da un certo punto di vista, e farsi strada verso la fine insieme a un misto di sorpresa e aspettativa.
Blue Box Recensione Episodio 14: ansia da prestazione
La puntata evidenzia 2 temi fondamentali. Il primo è incarnato da Chinatsu che, nel corso dei Nazionali avverte sempre più il peso delle aspettative che le sue compagne di squadra proiettano su di lei. Questo dà modo allo spettatore di rivedere il lato nascosto di questo personaggio, che in realtà chi scrive spera di vedere sempre più spesso, ovvero l’aspetto di Chinatsu che più si discosta dall’immagine idealizzata che ne ha Taiki e che fino a questo momento si è visto poco.
In particolare l’episodio mostra cosa si nasconde dietro l’apparente perfezione della ragazza, ovvero una profonda insicurezza che combatte con la sua determinazione sportiva e con i suoi obiettivi agonistici. In quest’ottica stupisce leggermente – o inizia finalmente a mettere in chiaro le cose – l’importanza che Taiki sembra avere per lei nel motivarla a giocare al meglio delle sue capacità, infondendole molta speranza. Ma è qui che si frappone il meraviglioso quanto inaspettato colpo di scena che conduce il resto della puntata.
Lavatrici emotive
L’ansia si intensifica, si allenta, ritorna prepotentemente per mischiarsi con sorpresa, imbarazzo e molte altre emozioni, tutte in fila per prendere a schiaffi Taiki. Il protagonista torna a dubitare, a riflettere e a interrogarsi su chi lo circonda e sulle sfumature che le emozioni possono avere. È la base della crescita, e si apprezza quindi molto il monologo interiore del protagonista, che mette in scena una situazione reale e concreta, spoglia dai crismi tipici degli anime più sentimentali e romantici.
È – e crediamo che sarà – uno dei punti di forza di questo anime il fatto che non si limiti a raccontare una storia adolescenziale con al centro una cotta, ma che prenda questo quasi come un pretesto per insegnare implicitamente ai propri spettatori che aspetto ha una relazione sana. E prima che qualcuno possa storcere il naso, imputando una sorta di piattezza e di “politicamente corretto relazionale” che il drama c’è. Oh, se c’è. Ed è ancora tutto da scoprire – o da giocare.
Con l’episodio 15 all’orizzonte
L’ho già detto, ma lo ribadisco: non vedo l’ora di vedere verso quali lidi la narrazione di Blue Box ci porterà nelle prossime puntate. Per il momento, comunque, posso – e spero che possiate anche voi – ritenermi soddisfatta di quello che ho visto in questa puntata: da un lato la fibrillazione della competizione sportiva, dall’altro il peso spiazzante che possono avere solo le rivelazioni fatte durante assolati pomeriggi estivi. E, dulcis in fundo, quasi l’ineluttabilità che riveste la delusione amorosa, che apre voragini nel petto a qualunnque età.
Vi aspetto alla prossima recensione di Blue Box e vi esorto, nel frattempo, a lasciare un commento qui su Kaleidoverse per farmi sapere la vostra – e se seguite il manga mi raccomando, non spoilerate! Kaleidoverse è infatti un progetto aperto che parla delle nuove uscite cinematografiche, seriali, videoludiche e d’animazione, ma non facciamo spoiler se il prodotto è uscito da poco. E a proposito di uscite recenti, ecco i nostri ultimi articoli: la recensione di Carry-On, quella di The Six Triple Eight e quella della seconda stagione di Squid Game.