Il gennaio di Netflix si è chiuso con un gradito ritorno, quello di The Night Agent, serie TV che si destreggia tra azione, cardiopalma e spionaggio, arrivata a una tanto attesa stagione 2. Perché questa serie TV, che forse un po’ fa eco a prodotti più famosi come Jack Ryan o la saga cinematografica che vede al centro il personaggio di Jason Bourne, ha in realtà un ottimo primato: quello di aver superato Mercoledì per numero di visualizzazioni su Netflix nel periodo gennaio-giugno 2023. Kaleidoverse ve la racconta in questa recensione, mantenendo al minimo gli spoiler, ma prima vi presento i nomi che vi si celano dietro.
Alla regia sono presenti Adam Arkin (Get Shorty), Guy Ferland (Bang bang, sei morto) e Millicent Shelton (30 Rock), mentre la sceneggiatura è firmata da Imogen Browder (S.W.A.T.), Corey Deshon (Daughter), Anayat Fakhraie (Gaslit), Lukas Johnson (S.W.A.T.), Munis Rashid (Bobo), Shawn Ryan (The Shield), Tiffany Shaw Ho (Debris) e Matthew Quirk (autore del romanzo da cui è tratta la serie). Nel cast principale di ritorni e nuovi arrivi troviamo Gabriel Basso (Super 8), Luciane Buchanan (Sweet Tooth), Arienne Mandi (Tatami), Louis Herthum (The Peripheral), Berto Colon (Conviction), Keon Alexander (The Expanse), Michael Malarkey (Project Blue Book), Amanda Warren (The Burial) e Navid Nagahban (Aladdin).
The Night Agent Recensione Stagione 2: la trama
The Night Agent vede al centro il giovane agente del FBI Peter Sutherland (Gabriel Basso), che dopo una prima stagione in cui si ritrova coinvolto in un colpo di Stato ottiene finalmente il lavoro che cercava: diventa un Night Agent, ovvero un membro di un distaccamento segreto del Bureau americano. Ma non tutti i sogni portano a un lieto fine: dopo 10 mesi dalla sua partenza, sembra che Peter sia coinvolto in una caccia all’uomo tanto torbida quanto solitaria, in cui non può fidarsi di nessuno.
Ma l’agente, ovviamente, non si ritroverà solo in questo nuovo caso: torna infatti anche Rose Larkin (Luciane Buchanan), la ragazza che Peter aveva protetto nel corso della prima stagione e con la quale aveva stabilito un profondo legame. Apparentemente lontana dal mondo di Sutherland, Rose non esita a rintracciarlo quando capisce che si trova nei guai, e così i 2 ritornano a indagare insieme, con tutto quello che questa scelta comporta. Ben presto, nel corso della serie, prende piede un nuovo intrigo internazionale che mette nuovamente a rischio la sicurezza degli Stati Uniti.
Rose non esita a rintracciarlo quando capisce che si trova nei guai.
Un ritmo tutto action
Dal punto di vista registico questa stagione 2 di The Night Agent – composta da 10 episodi – si conferma molto simile alla prima: la regia è molto attenta alle scene d’azione, la fotografia è cupa, minimalista e dà risalto in particolar modo alla trama e alle azioni dei personaggi, senza infiocchettarle visivamente. Il cast vede qualche gradito ritorno ma per la maggior parte presenta agli spettatori volti nuovi e freschi che accettano la sfida e la portano fino in fondo, regalandoci performance degne della serie.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, che rappresenta a mio parere la parte più importante di prodotti del genere, in cui le linee narrative si intrecciano tra loro, rischiando continuamente di ingarbugliarsi, abbiamo un racconto che fonde l’action al thriller e che ci regala una storia tutta nuova. Se all’inizio questa seconda stagione sembra infatti incredibilmente simile alla prima – Peter che non sa di chi fidarsi, sempre sul chi va là – quasi immediatamente, dopo l’introduzione dei personaggi, lo spettatore si rende conto che l’intrigo a cui sta assistendo è ben diverso da quello della prima stagione.
A caccia di fantasmi
Tralasciando l’aspetto più rocambolesco della trama lo spettatore si rende conto che gran parte della serie in realtà nasconde al suo interno anche dei risvolti psicologici che affondano nell’elaborazione del trauma e del lutto, che riguardano maggiormente Rose, Peter e i fatti della prima stagione. È un aspetto che chi scrive ha particolarmente apprezzato e che fa riflettere: solitamente, infatti, in prodotti thriller ed action il focus della narrazione è sulle azioni dei personaggi e sulle scene più dinamiche, ma non si parla quasi mai di quello che accade dopo, quando l’adrenalina si dissolve.
Effettivamente i personaggi principali sono sicuramente cambiati rispetto alla prima stagione e questo cambiamento conduce di pari passo insieme agli intrecci narrativi la storia. È insolito e ben accetto che i personaggi di una serie TV action-thriller siano così umanizzati e fragili nonostante la dinamica della trama. Inoltre, da questo punto di vista vediamo come questa linea narrativa di elaborazione emotiva sia tutt’altro che conclusa, e mi aspetto dunque che venga approfondita o conclusa in una eventuale stagione 3.
Minaccia interna o minaccia esterna?
Un altro aspetto di The Night Agent che ho particolarmente apprezzato è la linea narrativa che riguarda Noor (Arienne Mandi). Non mi riferisco al semplice desiderio di abbandonare l’Iran per poter vivere una vita libera, ma al modo in cui questo desiderio viene rappresentato, con tutte le conseguenze che si porta dietro. Inoltre, lo spettatore può vedere la comunità iraniana anche da un secondo punto di vista che non è antagonistico e che riguarda usi e costumi. Inoltre, nonostante Noor sia un personaggio secondario si rivela non solo fondamentale per la trama, ma è una donna dal carattere complesso e sfaccettato, con uno spessore. Insomma, non è presente solo per fare numero.
La seconda stagione di The Night Agent è molto audace da un certo punto di vista perché mette in scena una serie di situazioni che risuonano molto con il mondo reale attuale. Problemi di sicurezza nazionale, la minaccia di un attentato terroristico e la questione islamica all’interno di una serie TV del 2025 in questo preciso momento? È una scelta molto coraggiosa che è stata portata fino in fondo senza mancare di rispetto a nessuno – un lato fondamentale: gli americani, a volte, esagerano anche nella finzione.
Nonostante Noor sia un personaggio secondario si rivela non solo fondamentale per la trama, ma è una donna dal carattere complesso e sfaccettato, con uno spessore.
Le nostre conclusioni su The Night Agent Stagione 2
La seconda stagione di The Night Agent per Kaleidoverse è approvata e speriamo che piacerà anche a voi. La regia riesce a equilibrare i momenti dinamici con quelli più delicati e il cast porta a termine il suo compito egregiamente regalandoci delle performance di ottimo livello. La sceneggiatura non si perde per strada e a mio parere riesce comunque a mantenere sia una coerenza logica – che non è facile quando ci sono tutti questi intrecci – ma anche e soprattutto riesce a mantenere una parvenza di credibilità agli occhi dello spettatore.
Adesso, come sempre, lascio a voi l’ardua sentenza: avete visto la seconda stagione di The Night Agent? Cosa ne pensate? Lasciateci la vostra nei commenti qui su Kaleidoverse o sulla nostra pagina Instagram, che potete seguire per restare sempre aggiornati sulle ultime novità in campo cinematografico, seriale, videoludico e d’animazione. Vi lascio con qualche rimando ai nostri ultimi articoli: la recensione di Un matrimonio di troppo, l’articolo di approfondimento su 3 opere d’animazione giapponese da recuperare e la recensione dei primi episodi di Paradise. A presto!
I pro di The Night Agent Stagione 2
La trama principale si intreccia con le sottotrame senza perdere il ritmo e la coerenza;
tra un inseguimento e una sparatoria c’è tempo per un ottimo approfondimento dei personaggi;
il personaggio di Arienne Mandi è autentico.
I contro di The Night Agent Stagione 2
La fotografia è forse un po’ troppo minimalista;
la sottotrama riguardante l’attentato biochimico avrebbe forse meritato un po’ più di suspense.