La cultura pop è in continua espansione e l’Occidente è sempre più vicino all’Oriente nel mondo dell’intrattenimento. Innegabile il fascino che anime, manga e i prodotti del Sol Levante hanno a livello globale. I manga e gli anime hanno intrattenuto generazioni e generazioni andando a creare vere pietre miliari come Ken il guerriero, Goldrake, Mazinga. Dagli anni ‘90 è nato poi l’Hallyu portandosi dietro tutto ciò che riguarda l’intrattenimento coreano. Vi siete mai chiesto cosa sono i manhwa? Proviamo a darvi una risposta in questo approfondimento.
L’Hallyu, il cui significato è onda coreana, è un termine coniato dai giornalisti cinesi nel 1999. Ad esso è legato lo spopolamento della serie TV e dei film provenienti dalla Corea. Come ben sappiamo, ora questo fenomeno non riguarda più solo quel campo ma si è espanso a quello musicale con il k-pop e anche a quello dei fumetti, con i manhwa appunto. Questo dimostra che l’Hallyu è ancora in espansione andando ad abbracciare nuovi tipi di intrattenimento e una sempre più grande fetta di pubblico.
Da dove deriva il termine manhwa?
Nonostante il tipo di passatempo sia lo stesso, il fumetto in Giappone e in Corea ha nomi differenti. L’origine della parola manga, per il Giappone, e manhwa, per la Corea, è però un termine della lingua cinese. Entrambi infatti prendono spunto dal vocabolo manhua il cui significato è disegni. Quale miglior termine per indicare quello che è appunto, un disegno? Manhwa è solo la versione coreana di manga, la differenza è altrove come vedremo più avanti.
Assodato che cosa sono manhwa e manga e che sono la stessa realtà, sapete chi fu il primo a usare la parola manga per indicare alcune sue opere? Vi diamo un aiuto dicendo che ha dipinto uno dei quadri più famosi dello stile ukiyo-e. Se ancora non vi dice nulla la risposta è Katsushika Hokusai il quale coniò il termine manga nel 1814 per le sue raccolte di disegni. L’opera in questione porta il nome di Hokusai manga appunto e raggruppa migliaia di immagini di vario genere in diversi volumi.
Principali differenze tra manhwa e manga
Prima vi abbiamo anticipato che la differenza tra i due modi di chiamare un fumetto non risiede nel nome. Per chi non è pratico di manga e non ne conosce le caratteristiche vi facciamo un breve riassunto. Il manga presenta due requisiti principali: la lettura da destra verso sinistra e la mancanza di colore. Questi due elementi sono presenti nei manga in qualsiasi formato, salvo edizioni particolari o pagine a colori per scelte editoriali.
Se nel fumetto giapponese abbiamo questi due tratti distintivi, nella versione coreana e tutto il contrario. La lettura avviene come in Occidente per via dell’hangul la cui scrittura e lettura avviene in questo modo. Il colore è un tratto molto distintivo dei manhwa complice il fatto che le edizioni sono spesso digitali. Con l’avvento di internet infatti, la diffusione maggiore è in questo formato (webtoon) fruibile facilmente dai dispositivi mobili. In fondo anche questo fa parte della risposta su cosa sono i manhwa.
Quali furono i primi manhwa in Italia?
Prima di arrivare a parlare dei successi degli ultimi anni, è giusto dare voce ai titoli arrivati prima di loro. Anche perché il titolo di cui vi stiamo per parlare è un mix insolito di due generi che non si vedono spesso insieme. Priest di Min-woo Hyung ha unito il western all’horror con sprazzi di dark fantasy. Una storia fatta di vendetta con angeli caduti e amori perduti per mano di essi.
L’altro titolo arrivato in Italia che ha avuto successo è stato Model di Lee Soo-Young, edito da Star Comics. Anche in questo prodotto aleggia l’atmosfera horror che si riversa nel gotico. La protagonista Jiye farà una strana conoscenza a casa di una sua amica e da lì partirà una storia d’amore ma a che prezzo? Interessante anche il personaggio di Ken e la sua spasmodica ricerca di un padre essendo il suo un fantasma. Ma ora vediamo quali manhwa hanno fatto appassionare milioni di lettori di tutto il mondo.
Il boom è arrivato con questi titoli
Di manga ne conosciamo a bizzeffe e alcuni dei grandi successi sono ancora in corso (come One Piece di cui stiamo recensendo i capitoli). Uno dei nomi che, secondo noi, ha portato molti lettori a seguire i manhwa è Tower of god. In patria conta più di 600 capitoli ed è uno dei pilastri da seguire insieme agli altri titoli di cui vi parleremo tra poco. La star è Bam il quale si ritroverà a dover fare i conti con la sua amica Rachel.
Un’altra opera ha avuto un riscontro mediatico fuori dal comune anche nella versione animata. Solo leveling è certamente un must read per via della sua trama, dei combattimenti e dell’ascesa al potere di Jinwoo Sung, il protagonista. Come ci si sente ad essere l’hunter più debole della Terra? Si può sfuggire a questa condanna? L’ultimo nome è The god of high school di Yongje Park anche poco conosciuto in Italia ma che in Corea del Sud va fortissimo.
Se siete in cerca di manhwa da leggere
Oltre a quelli citati precedentemente ci sono altri nomi validi che vale la pena nominare. Sweet Home ha avuto una versione live action grazie a Netflix. Mr. Brain e Bastardo sono entrambi thriller psicologici le cui vicende non sono per i deboli di cuore. Se vogliamo andare in ambito sociale, non è da perdersi Lookism per tematiche come il bullismo e la discriminazione. Se cercate un isekai, A returner’s magic should be magic potrebbe fare al caso vostro.
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