Di solito c’è una grande promozione per alcune serie TV, qualsiasi sia la piattaforma di riferimento. Per quanto riguarda il prodotto che stiamo per recensire, oltre al trailer pochi giorni prima, non è stato fatto granché. La recensione di oggi riguarda The twisted tale of Amanda Knox, passata un po’ in sordina ma che invece ha qualcosa da dire a tutti. La miniserie punta a mettere chiarezza, in parte, sul caso che ha sconvolto l’Italia nel 2007.
Nel casting ci sono attori statunitensi e italiani per i vari ruoli dei protagonisti e co-protagonisti. Grace Van Patten ha ricoperto il ruolo più difficile, Amanda Knox, affiancata da Giuseppe De Domenico nei panni di Raffaele Sollecito. Francesco Acquaroli è invece il PM Giancarlo Mignini mentre Meredith Kercher è stata interpretata da Rhianne Barreto. L’omicidio di Perugia ha scosso l’Italia e tutto il mondo per la sua ferocia e ha avuto un forte seguito mediatico. Può essere stato un danno per la soluzione del caso? Scopriamolo insieme.
La trama di The twisted tale of Amanda Knox
La trama di The twisted tale of Amanda Knox la conosciamo tutti anche se non abbiamo visto la serie TV. Dopotutto è un caso di cui si è parlato e riparlato per anni anche dopo l’assoluzione di Sollecito e Knox. Questo perché l’accanimento mediatico è più importante della verità finale. Per tutti quelli che sono all’oscuro degli avvenimenti, continuate a leggere questo paragrafo della recensione di The twisted tale of Amanda Knox.
Dopo una nottata passata insieme, Amanda Knox e Raffaele Sollecito si separano e Amanda torna a casa per farsi una doccia e prepararsi a uscire. Nota del sangue sul tappetino del bagno, delle feci nel water ma non si pone molte domande a riguardo. La scoperta del cadavere di Meredith sarà per Amanda l’inizio di un processo giudiziario e massmediatico a livello globale che la porterà allo sfinimento. Knox è davvero colpevole di omicidio e Raffaele è suo complice? Chi sono Patrick Lumumba e Rudy Guede?
Com’è stata raccontata la vicenda?
Per chi ha pensato di creare questa serie deve essere stato difficile cercare di capire con quale tono narrare la storia. Pur essendo un prodotto di stampo true crime, si è optato per una versione più romanzata della vicenda probabilmente per renderla meno pesante. Il racconto è messo su un piano molto umano oltre che psicologico e lo si evince da alcune scene progettate appositamente per creare confusione. Questo è ciò che ha provato Amanda durante l’interrogatorio ed è stato reso molto bene nella serie TV.
La scelta di vertere su una cronaca più romanzata può essere stata una scelta azzardata eppure funziona seppur a metà. Diciamo così perché è vero che sarebbe potuto risultare pesante, dall’altro lato però si è caduti in una caricatura del caso. Si è arrivati a una versione della circostanza Knox al confine tra Dahmer e Il caso Yara, né carne né pesce in sostanza. Bisognava prendere una decisione se farla in un modo o nell’altra, cosa che non è stata fatta a nostro parere.
Interpretazioni difficili ma convincenti
Passando oltre sul com’è avvenuta l’esposizione del caso Knox, vediamo come se la sono cavata con l’interpretazione i nostri attori protagonisti. Per Van Patten e De Domenico non sarà stata una passeggiata immedesimarsi in personaggi reali così controversi come Amanda e Raffaele. Le loro interpretazioni sono state a nostro avviso molto convincenti, hanno trasmesso il giusto pathos dandogli una buona caratterizzazione. Anche Francesco Acquaroli come Mignini ci ha convinti anche se il suo ruolo era molto meno presente a differenza dei due imputati.
Non sono da sottovalutare nemmeno le interpretazioni dei personaggi secondari, di poco conto per la storia, ma che riescono a non essere solo comparse. Ci viene in mente ad esempio il capo delle guardie carcerarie oppure i secondini. Nel complesso il cast e i partecipanti alla serie TV sono risultati ben amalgamati dove a spiccare sono stati i personaggi doverosi di farlo. L’attenzione è rimasta ben focalizzata su di loro spostando i riflettori solo il necessario per il punto di vista diverso.
I mass media fanno male
Un aspetto che questa recensione di The twisted tale of Amanda Knox vuole mettere in risalto è il ruolo dei mass media. In Italia sappiamo bene com’è stato gestito, a livello mediatico, il caso Knox ma ben poco di cos’è successo negli Stati Uniti. La serie TV mette in chiaro il comportamento sia della stampa che della popolazione di Seattle riflettendo quello del popolo statunitense. Il giudizio che ha poi scagionato Amanda e Raffaele è stato preso in maniera abbastanza negativa dai cittadini italiani.
Il ritorno in patria della Knox però è stato anche peggio. Ad attenderla a casa c’era un fiume di giornalisti e curiosi per il rimpatrio di quella che venne definita l’assassina Knox. La famiglia Knox si trova quindi a dover convivere con una pressione emotiva e psicologica a cui non erano pronti. Amanda è stata di fatto dipinta dai media come la vera e unica colpevole della morte di Meredith nonostante l’assoluzione.
Le nostre conclusioni su The twisted tale of Amanda Knox
Il prodotto ha complessivamente raccontato bene tutto ciò che avvenne da quel giorno in poi dandogli una visione propria. Le capacità attoriali sono state all’altezza dei ruoli nonostante lo stile narrativo scelto non sia stato dei migliori. Ispirandosi ad un caso reale di cronaca bisogna saperlo affrontare nel modo giusto. Nel complesso riesce a dare una visione super partes del caso senza sbilanciarsi nè verso gli imputati nè gli accusatori. Un punto a favore è la gestione delle emozioni all’interno della miniserie.
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Pro
L’interpretazione dei protagonisti e anche delle comparse;
L’attenzione data al fattore psicologico sia durante gli interrogatori che dopo il ritorno a casa;
Il taglio narrativo dato all’intera serie TV il quale è rimasto coerente dall’inizio alla fine;
La capacità di far immergere lo spettatore nella narrazione, come da spettatore interno ai vari eventi;
L’esposizione dei fatti non è caduta nei cliché sentiti e risentiti negli anni nei vari podcast, interviste alla Knox o dai giornali.
Contro
L’aver romanzato troppo il racconto non gli ha dato il giusto peso;
Si sarebbe potuto dare maggior peso alle conseguenze pagate dallo Stato per i danni ad Amanda e Raffaele;
Si poteva mettere in risalto meglio l’incompetenza con cui è stato affrontato il caso dagli investigatori;
La finta redenzione di Mignini come se non fosse stato lui la causa della distruzione della vita di Amanda.
