Ci sono film fatti appositamente per lasciarti qualcosa, altri che dimentichi subito dopo averli finiti, altri ancora che rimangono impressi solamente per quanto sono orribili… oltre a tutta un’altra serie di categorie voglio soffermarmi su una: certe pellicole sono strane. Dalla mia finestra, nuovo titolo disponibile su Netflix, è esattamente questo, è strano. Nasce come film adolescenziale su una storia d’amore, ma alterna momenti in cui mi ha fatto davvero morire dalle risate, a momenti in cui i cliché mi hanno fatto sbattere una mano sulla fronte a scene a dir poco disgustose, con un finale che mi ha fatto urlare ai personaggi come se fossero i protagonisti di un horror mentre si separano. Tentiamo di capire subito perché Dalla mia finestra è così altalenante, in una recensione, naturalmente, priva di spoiler.
Chiamate la polizia
La pellicola inizia facendoci capire dai primi dieci minuti che ci sono i presupposti per almeno due denunce. Raquel, adolescente nella media, va a scuola, le piace scrivere, ha un migliore amico (Yoshi) e una cotta per il suo vicino di casa, Ares, la cui famiglia è oltremodo abbiente e ha solo nomi che fanno riferimento agli dei greci. I due si conosceranno per una ragione… strana: Ares ha deciso di infiltrarsi nella rete della casa di Raquel per rubarle il wi-fi – denuncia numero uno – e poi inizierà a entrarle in casa dalla finestra – denuncia numero due – quando lei pur di non dargliela vinta staccherà la connessione. Potrei già cominciare a elencare tre o quattro buchi di trama, ma questa vuole essere solamente la premessa, quindi andiamo oltre.
Il nodo centrale di Dalla mia finestra sta nella ambigua relazione che si verrà a creare tra Raquel e Ares. Lei è quasi morbosamente ossessionata dal ragazzo, il quale rimane invece solo incuriosito dagli atteggiamenti di lei che, nonostante tutto, non ha intenzione di sottomettersi ai propri sentimenti se questo vuol dire farsi mettere i piedi in testa o usare dal ragazzo. Naturalmente Ares, a causa di un brutto episodio che ha coinvolto la sua famiglia, non crede nell’amore e il suo obiettivo sembra essere solo quello di far invaghire quante più ragazze possibile.
Il classico bad boy
La trama di Dalla mia finestra non è niente di nuovo, ma ci sono varie scene davvero molto interessanti che permettono un certo distacco dai cliché in cui la pellicola poteva cadere. Prima di tutto i presupposti per cui i protagonisti si incontrano non mi sono mai sembrati forzati (tranne che all’inizio), e già questa è una nota più che positiva. Ho anche molto apprezzato il personaggio di Raquel, che dice esplicitamente ad Ares che ha una cotta per lui e risponde alle sue provocazioni provocandolo ulteriormente, senza essere una ragazzina timida e sottomessa al ragazzo, ma al contempo trasmette l’atteggiamento un po’ infantile di una giovane “innamorata”, che, ad esempio, non vuole farsi vedere con la divisa da lavoro che non la rende una reginetta di bellezza. Fortunatamente Raquel è la protagonista e riesce a portare per buona parte del film un tocco di bellezza all’opera, perché, al contrario, tutto il resto fa solo storcere il naso.
Il personaggio di Ares è dir poco ridicolo, con la sua sola presenza riesce a cancellare tutto ciò che Raquel porta di bello. Inizierà, naturalmente, a provarci con la ragazza, con l’obiettivo di riuscire a concludere con lei ma rimanendone stregato. Il co-protagonista di Dalla mia finestra è semplicemente squallido. Non solo tutta la storia parte da lui che, senza motivo, hackera il wi-fi di lei, ma man mano che andiamo avanti e approfondiremo il suo personaggio invece di rimanerne ammaliati non si può fare altro che rimanerne disgustati. Che dire della scena in cui decide di fare dei preliminari con Raquel nonostante sullo stesso letto su cui sono stesi loro si trova anche il fratellino, ubriaco e addormentato? E del fatto che dopo aver avuto un rapporto con lei non le dà neppure il tempo di rivestirsi che si mette a giocare alla PlayStation? Una serie di atteggiamenti che dovrebbero essere successivamente spiegati dalla frase più cringe che io abbia sentito da molto tempo a questa parte: “l’amore ci rende deboli”. Forse sarebbe stato meglio continuare ad ammirare il ragazzo da lontano piuttosto che conoscerlo.
Potrebbe andare peggio?
Riassumendo: Raquel è abbastanza piacevole come personaggio – almeno per la prima metà del film, perché anche lei andrà peggiorando -, Ares è un maniaco da rinchiudere… ma gli altri personaggi? La famiglia di lui è una “classica” famiglia che vuole che il figlio non segua i suoi sogni per lavorare nell’azienda da loro diretta e l’unico personaggio che a mio avviso era positivo, il migliore amico di Raquel – indovinate un po’ – a metà pellicola peggiora. In un primo momento si pensa che sia il classico amico friendzonato, ma man mano che si va avanti quest’impressione a me era passata ed ero molto contenta che per una volta venisse rappresentata una sana amicizia tra maschio e femmina. E invece no: è il classico l’amico innamorato della protagonista.
Ultimo punto, ancora più dolente, di Dalla mia Finestra, è il finale. Un finale incredibilmente esagerato che mi ha davvero fatto urlare davanti a Netflix. Naturalmente non farò spoiler, ma vi voglio riferire che questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, a causa della quasi-morte di un personaggio così irrealistica che avrei preferito che fosse tutto un sogno di Raquel. È anche il culmine della meschinità di Yoshi, che parte essendo il personaggio migliore e arriva a rovinarsi in poche scene. Raquel si conferma essere la “sottona” che all’inizio della pellicola non doveva essere e Ares conclude il tutto in bellezza, commettendo l’ennesima violazione di domicilio entrando dalla famosa finestra menzionata nel titolo del film.
Le nostre conclusioni su Dalla mia finestra
Quale conclusione traiamo di Dalla mia Finestra? Se all’inizio sono rimasta piacevolmente sorpresa, pensando che non fosse una pellicola piena di cliché, si rivelerà invece essere anche peggio dei film d’amore un po’ più classici. I personaggi sono costruiti malissimo, la storia d’amore è costruita malissimo, con approfondimenti dei personaggi che avvengono in modo sbagliato e nei contesti sbagliati e Raquel che perde la dignità ogni minuto di più restando, paradossalmente, il personaggio migliore della pellicola. Sperando che concordiate con quanto detto, se ancora non avete visto il film potete recuperarlo su Netflix per farvi una vostra opinione e, intanto, vi invitiamo come sempre a non perdervi alcuna novità e curiosità del mondo cinematografico unendovi al nostro canale Telegram e seguendoci su Kaleidoverse.
Dalla mia finestra parte da un presupposto un po' banale ma non per questo brutto, sfortunatamente però non riesce a portare avanti la trama in modo soddisfacente. I personaggi, tutti tranne uno, sono orribili, chi perché andrebbe denunciato e chi perché avrebbe bisogno di un po' di terapia. La trama in sé non ha niente di speciale, ma anche questa viene rovinata da un finale esagerato e ridicolo, che sfrutta un pretesto irrealistico solo per riuscire a creare un lieto fine.