Dopo esattamente un mese e mezzo dall’inizio di questa avventura, ci ritroviamo a tirare le fila di quella che è stata sicuramente una delle serie più dibattute del 2022. Ieri, infatti, è andato in onda su Amazon Prime Video l’ultimo episodio della prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Noi di Kaleidoverse abbiamo commentato ogni puntata ed è arrivata l’ora di fare un bilancio generale. Si avvisa, per correttezza, della possibile presenza di spoiler ma fateci sapere nei commenti anche la vostra opinione dopo aver visto anche quest’ultimo capitolo.
Giunti alla fine, salutiamo, almeno per un po’, quella che è stata una serie dolceamara per il pubblico. Le recensioni al riguardo sono disparate, siccome tutti gli appassionati sul web hanno voluto riportare la loro opinione. Si può dire che pur non essendo stata apprezzata globalmente dal punto di vista cinematografico, si può considerare un grande successo mediatico.
Alla fine arriva Sauron
Probabilmente ce l’aspettavamo: alla fine abbiamo scoperto la vera identità del mostruoso Sauron. Certo, chi aveva letto i libri è rimasto meno stupito: Tolkien aveva già scritto che questo Signore Oscuro aveva possedimenti tra le Terre del Sud e rapporti con Galadriel. Chi, però, ha solo seguito la serie, probabilmente è stato colto di sorpresa. Gli scrittori hanno fatto in modo che a ogni puntata le teorie su Sauron cambiassero, costruendo un puzzle di indizi a piccoli tasselli poi rivelatisi abbastanza coerenti con la soluzione finale.
Persino i personaggi più minacciosi si erano sbagliati: il misterioso uomo caduto dalle stelle, infatti, era il sospettato numero uno. Le tre crudeli creature mitologiche che stavano cercando il loro padrone non si erano fermate davanti a nulla pur di raggiungere i Pelopiedi. Chi cercavano, però, non era esattamente chi hanno trovato. Non si rivela esattamente il nome dell’uomo, ma ci sono già numerosi indizi che potrebbero indicare in lui la figura del buon vecchio Gandalf. I fan conoscono già certe caratteristiche del potente mago tra cui il rapporto molto stretto con gli Hobbit. Qui però davvero si potrebbe aprire un infinito dibattito sulla scelta di scrittori e sceneggiatori forse troppo lontana dalla tradizione Tolkeniana. Nei libri, infatti, si dice come in realtà Gandalf sia arrivato con una nave e, comunque, non dovrebbe ancora esserci in quest’era. Che sia stata una scelta per riportare sugli schermi un beniamino della fanbase? Ma a quale prezzo?
Personaggi avvolti dalle tenebre
Una cosa su cui si può riflettere molto nel corso della stagione sono sicuramente i colori di questa serie: le tonalità di blu e grigio prendono sempre più piede. Se nei primi episodi si poteva notare la bellezza delle scene a Númenor o nella corte elfica, soprattutto nell’ultima puntata le tenebre sembrano aver preso il sopravvento. Scelta comprensibile dato il risvolto della trama ma che sicuramente colpisce l’occhio. Non solo le ambientazioni, ma anche i personaggi sembrano aver accusato il colpo della sconfitta subita al sesto episodio. Ne è un esempio la protagonista indiscussa di questa prima stagione: Galadriel. La coraggiosa guerriera che ci siamo trovati innanzi all’inizio della serie si trova vittima di un inganno inaspettato e deve fare i conti con una grossa responsabilità. Forse arriverà da qui la maturità tanto attesa dagli amanti di Tolkien che hanno trovato il suo personaggio troppo istintivo e immaturo.
L’unico personaggio che, forse ha dimostrato la stessa testardaggine dal primo istante sullo schermo è quello della Pelopiede Nori. In base alla struttura di questa trama, praticamente, è solo grazie a lei se lo stregone riesce a riflettere meglio sulla natura dei suoi poteri. Un personaggio controverso, invece, risulta sicuramente Elrond. In ogni episodio sembra compiere sempre la scelta giusta e avere sempre la perfetta intuizione. Probabilmente appare poco realistico soprattutto perché la sua figura non è mai stata troppo approfondita e questo suo genio accorre inaspettato in specifici momenti. In generale, comunque, a parte qualche eccezione, si può dire che i protagonisti chiave della vicenda abbiano avuto una certa evoluzione nel corso delle puntate. Anche qui, però, sarà necessario avere un’ulteriore stagione per poter comprendere se si trasmuterà in un cambiamento reale nei loro comportamenti.
Un finale dal sapore di nuovi inizi
Come ogni finale di stagione che si rispetti, in preparazione all’avvio di una successiva, anche quest’ultimo episodio non ha tanto sapore di una fine, piuttosto si concentra sui nuovi inizi. La piccola e coraggiosa Nori ci ricorda il buon Bilbo, pronta a una nuova avventura e a distaccarsi dalla sua amata tribù. Gli elfi, specialmente Galadriel ed Elrond, si ritrovano innanzi alla responsabilità di aver dato il via a una successione di eventi potenzialmente disastrosa. Infine, anche a Númenor gli equilibri sembrano essere cambiati: una, ormai cieca, reggente Mìriel dovrà sostenere il peso del regno e le conseguenze delle decisioni prese.
Molti altri personaggi, però, sono stati ampiamente trascurati a favore di questi ultimi. Forse da un finale di stagione ci si aspettava un po’ più di completezza. I filoni narrativi, insomma, non si sono chiusi per tutti e, onestamente, questa situazione continua a lasciare gli spettatori un po’ insoddisfatti. Non si conosce bene la sorte dei superstiti delle Popolazioni del Sud così come i nani, che avevano giocato un ruolo chiave nel settimo episodio, sono praticamente scomparsi nel finale.
Le nostre conclusioni su Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere Stagione 1
Non è esattamente un discorso semplice quello da fare su questa stagione. Si tratta di una produzione estremamente complessa che deve mettere d’accordo una fanbase immensa, critici cinematografici e gusti personali di un pubblico internazionale. Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha avuto i riflettori puntati già dall’annuncio dell’uscita e non sono mai stati spenti. Dal punto di vista tecnico, si può assolutamente confermare che sia una serie TV fatta bene. Le ingenti somme investite si vedono proprio nella qualità delle riprese, nelle inquadrature magistrali e anche nella definizione grafica di personaggi come gli orchi. Si vedono, contemporaneamente, alcune criticità: la principale riguarda la trama. I libri di Tolkien sono celebri in tutto il mondo, quindi, milioni di persone conoscevano già questa storia. Gli sceneggiatori, però, hanno deciso di prendersi molte libertà e ciò probabilmente ha fatto infuriare i fedelissimi.
Tralasciando tale argomento e addentrandoci proprio verso la struttura della trama, questa stagione non avrebbe molto senso di esistere se non in vista di altre successive. Molti episodi sono lenti e puramente preparatori ad avvenimenti che, effettivamente, non sono ancora accaduti. Nell’ottica di una lenta costruzione di tasselli, quindi, può essere apprezzabile e, di certo, non ha lasciato completamente a bocca asciutta. Se si considera singolarmente la stagione, però, mancano degli espedienti narrativi tipici della serialità contemporanea a cui siamo abituati. Il ritmo è lento e favorisce lunghe riflessioni e dialoghi che, forse, sarebbero più apprezzabili in film separati. Si vocifera, comunque, sulla preparazione di stagioni successive, quindi, in attesa di ulteriori novità, potete restare aggiornati su Kaleidoverse e seguirci su Instagram, Tik Tok e YouTube.
Gli Anelli del Potere è una serie ben fatta dal punto di vista tecnico: ci si perde tra i panorami mozzafiato e primi piani magistrali. La trama di questa prima stagione ha, però, un ritmo piuttosto lento. Le prime puntate sono una fase preparatoria per avvenimenti che sembrano incombere sui personaggi ma che, almeno nel corso di questa stagione, non sono ancora avvenuti. Nel complesso, il risultato è positivo soprattutto perché i protagonisti sono ben approfonditi, i dialoghi sono sapientemente studiati e, di certo, non si è badato a spese per l'elaborazione digitale dei vari effetti speciali. In vista di una stagione successiva, si tratta, quindi, di una bella serie TV in cui, almeno al momento, la trama ci mette del tempo a far appassionare il pubblico.