Il 30 aprile I Mitchell contro le macchine arriverà su Netflix. Noi di Kaleidoverse abbiamo avuto l’occasione di vedere in anteprima l’ultima curiosa fatica di Sony Animation Pictures e Columbia Pictures, ne sarà valsa la pena? Michael Rianda è il giovanissimo regista, lo stesso uomo che ha diretto il film di Gravity Falls, oltre ad aver prestato la voce ad alcuni personaggi. La trama è molto semplice: Katie Mitchell è una strana ragazza con la passione per il cinema, ma ha un brutto rapporto con suo padre, Rick, un grande appassionato di natura. Sua madre, Linda, cerca di tenerli uniti, ma con difficoltà. Ha anche un fratellino fissato con i dinosauri, Aaron, e un cane squinternato, Monchi. La ricetta perfetta dell’ilarità. L’insolita famiglia si ritroverà a dover affrontare una grande minaccia, ma di questo parleremo dopo.
Premettiamo che a noi I Mitchell contro le macchine è piaciuto molto. Si tratta di un prodotto originale, con una trama avvincente e personaggi interessanti e divertenti. Affronta anche temi complessi come l’evoluzione tecnologica, i legami familiari e il concetto di cambiamento. Un film che intratterrà di sicuro i bambini, ma che può lasciare un insegnamento anche ad un pubblico più adulto. Per farla molto breve, potremmo dire che questo film sembra il figlio di Terminator e Zombieland. Un incrocio interessante incorniciato in uno stile grafico molto simile a Spider-Man – Un nuovo universo, non a caso la casa di produzione e il team di sviluppo sono gli stessi. C’è da dire che, almeno per ora, le pellicole realizzate in questo modo sono ancora poche, quindi si sente ancora molto la novità visiva. Un’altra cosa decisamente curiosa riguarda l’inserimento di fotografie di persone vere in molte scene, un particolare insolito ma decisamente gradevole. Non perdiamo altro tempo e partiamo subito con la recensione.
Una semplice gita di famiglia
Come già detto, la nostra protagonista è un’appassionata di cinema. Realizza anche dei propri cortometraggi che carica su YouTube. È una ragazza molto creativa e ama il suo mondo. Rick, al contrario, non riesce a capire sua figlia. Ci prova, cerca di essere un buon genitore, ma i risultati sono pessimi. La situazione peggiora quando Katie viene ammessa all’accademia cinematografica dei suoi sogni, in California. L’idea che debba trasferirsi mette in agitazione tutta la famiglia, in particolare Aaron, che ha paura di essere abbandonato dalla sorella, sua unica amica. La neo-regista è l’unica realmente felice per la notizia: finalmente potrà incontrare altri artisti, qualcuno che condivida le sue stesse passioni. La sera prima della sua partenza i Mitchell cenano tutti insieme e, a seguito di una discussione, il computer della giovane si rompe.
Questo evento segna la rottura definitiva del rapporto padre-figlia. Rick è distrutto dall’evento e vorrebbe rimediare agli errori commessi. Il mattino seguente organizza una sorpresa non gradita: ha annullato il biglietto aereo per l’accademia. Vuole accompagnare Katie al college in macchina con tutta la famiglia, in modo da passare del tempo insieme e tentare di tenere unita la famiglia un’ultima volta. Intanto, la PAL, un’azienda informatica, presenta la sua nuova linea di robot, dei veri e propri telefoni con gambe e braccia. Il loro creatore, Mark Bowman, ne ha perso il controllo. In breve le macchine si ribellano e iniziano a catturare tutti gli umani del pianeta. I Mitchell sono gli unici terrestri ancora liberi e sarà compito loro salvare il mondo da questi malvagi esseri robotici.
“Non è mica la fine del mondo”
L’aspetto tecnologico è trattato in modo particolare all’interno di I Mitchell contro le macchine. Non viene condannato o osannato, ma analizzato con criterio. Sono molte le opere in cui il progresso informatico viene giudicato negativo, come se ci si dovesse spaventare delle novità. Non si può negare che l’utilizzo negativo e malsano di internet e derivati abbia portato degli aspetti negativi nel nostro quotidiano, ma ci sono anche molti pregi. È proprio di questo che parla il film. Vengono mostrate entrambe le facce della medaglia. Da una parte la condivisione dei dati personali permette ai robot di prevedere e catturare molto più facilmente gli umani. Inoltre, lo sviluppo di un’intelligenza artificiale al comando di una grande impresa si rivela una scelta errata. Dall’altra, però, YouTube, i programmi di editing e i vari social permettono a Katie di sviluppare e diffondere la sua arte, facendole conoscere altre persone che condividono le sue stesse passioni.
Oltre al modo in cui l’argomento viene trattato, è geniale il metodo in cui tutto viene inserito all’interno del film. Il lato negativo è facile da sviluppare, e come abbiamo detto in precedenza, PAL è una parodia di Skynet. Per l’aspetto positivo, invece, i personaggi vivono una serie di gag, che successivamente torneranno utili come arma contro i robot. Alcune delle scene più divertenti sono quelle in cui Rick cerca di interagire con smartphone e computer per avvicinarsi al mondo di Katie. Un punto di vista originale su un tema ormai datato, una trovata molto interessante. Lo spettatore non può fare a meno di contemplare incuriosito in attesa della fine. A pellicola conclusa potrà finalmente tirare le somme e farsi un’idea propria.
I Mitchell contro le macchine
I Mitchell contro le macchine è anche un film sulla famiglia. È palese che i protagonisti stiano vivendo un momento di crisi. Katie e Rick sono molto distanti e discutono in continuazione, ma non sono solo loro il problema. Anche Linda, Aaron e Monchi hanno dei difetti. La madre non riesce a migliorare la situazione, quindi guarda in continuazione il profilo Instagram dei loro perfetti vicini. Il piccolo di casa ha difficoltà ad aprirsi ed è terribilmente impacciato con le ragazze. Il cane è strabico, distratto e un po’ tonto. A prima vista si potrebbe dire che non ci sia nulla di buono in loro.
Eppure, quando la situazione si fa grave e i robot danno inizio alla rivoluzione, i Mitchell si rimboccano le mani e combattono. Nel corso del film vediamo la famiglia maturare e riuscire ad affrontare i propri difetti, ma soprattutto, iniziano a capirsi e a confidarsi l’un l’altro. Non possiamo dire altro per evitare spoiler, sappiate solo che l’evoluzione dei personaggi è un’altra cosa che abbiamo molto gradito. Per noi il film è promosso a pieni voti. Una visione assolutamente consigliata. Aspettate con ansia il 30 aprile, ne varrà la pena.
I Mitchell contro le macchine è un ottimo film. Fa ridere, intrattiene, dà degli ottimi spunti di riflessione. Riesce a trattare argomenti molto profondi, delicati e complessi con leggerezza e senza annoiare. Lo stile grafico è superlativo e originale. I personaggi sono ben caratterizzati e hanno tutti il giusto spazio sullo schermo. È impossibile non amare questa pellicola. Non ha mai scivoloni evidenti. Certo, non è un capolavoro, ma non c'è nessun punto negativo in quasi due ore di visione. Dovete assolutamente vederlo, non ve ne pentirete.