Di censura si parla spesso al giorno d’oggi, ma raramente abbiamo assistito ad un evento del genere. La Cina ha spesso destato controversie dovute al suo rigido controllo delle opere uscite nel suo territorio. Delightworks, il team di sviluppo a capo del progetto di Fate/Grand Order è stata soltanto l’ultima vittima di questo processo di censura. Il franchise di Fate, fin dalla originale visual novel del 2004, ha avuto come perno la presenza dei servant, echi delle leggende e dei personaggi della storia. Fate/Grand Order, data la sua natura di gacha, aveva espanso questo concetto portando centinaia di storie, eroi e miti all’interno della serie. Ma lo stile dell’autore Kinoko Nasu non è sempre stato a genio a tutti. Lo sceneggiatore, infatti, ha sempre causato rumore per i cambi fatti ad alcuni personaggi rispetto alle loro leggende originali, a volte cambiandone persino sesso o genere. E questo sembra sia buona parte del problema.
Il post dell’annuncio della censura di Fate/Grand Order
Tutto parte da un gioco mobile indipendente cinese, sviluppato da autori thailandesi. Questo gioco rappresentava un famoso eroe cinese come schiavo e con una pecora in mano(simbolo di resa). Il gioco è stato immediatamente messo sotto censura e, secondo indiscrezioni, alcuni degli sviluppatori avrebbero puntato il dito verso Fate/Grand Order che liberamente riscriveva i personaggi cinesi. Proprio per questo, pare che Delightworks sia stata costretta la sua versione in terra orientale cambiando nomi, immagini e sprites degli eroi della Cina. Gran parte degli eroi hanno dovuto rivedere il proprio nome, sostituito dal nome generico della loro classe più un numero. Ad esempio, hanno cambiato il nome di Jing Ke a “Assassin 042“, mentre Wu Zetian è diventata “Assassin 170“. Inoltre, la bio e la storia di ognuno di loro non è più consultabile all’interno del gioco. Come se non bastasse, alcuni di loro hanno perso totalmente i loro artwork, sostituiti da una generica carta della classe.
L’artwork dell’imperatrice bambina Wu Zetian prima e dopo la censura
Come se non bastasse, tutte le voci dei personaggi sono state completamente cancellate, rendendoli muti. Ma forse il più grande dramma è quello subito dalla terza Lostbelt nella trama “S I N – The Crimson Beauty Under the Moon”. Il mondo alternativo della Lostbelt portava infatti i protagonisti in una Cina il cui Qin Shi Huang era divenuto immortale e negava la conoscenza tecnologica da lui ottenuta al mondo, conquistandolo e monitorandolo costantemente attraverso le sue piume. Ovviamente la storia, essendo ambientata in Cina, raffigurava moltissimi dei suoi eroi cinesi che, nella loro terra natale, hanno già avuto tolto artwork, nomi e voci. La notizia giunge in maniera brusca, dato che molti fan stavano già festeggiando il ritorno di Fate/Grand Carnival. Per tante altre notizie a tema anime, manga e videogiochi, rimanete collegati con noi attraverso il nostro sito Kaleidoverse e sul nostro canale Telegram.