Benvenuti nella nuova rubrica su Kaleidoverse sui Kdrama coreani, dove cercherò di portare tutti quelli che ho visto finora e quelli che sono in programma di essere visti. Durante il lockdown ho avuto il piacere di scoprire queste serie, ne avevo sentito parlare e mai avevo trovato occasione per vederli, ma con la venuta di Netflix e tanto tempo a disposizione ne ho potuti recuperare alcuni che sono entrati dritti nel mio cuore. Oggi vi parlo del primo che vidi – anzi, fu lui a scegliermi in mezzo a tante serie, sapeva che con gli ingredienti giusti trama, amore e lacrime avrebbe fatto centro e così fu -. Stiamo parlando di Mr․ Sunshine, un dramma che inizia forte e attira con la sua grande storia, atmosfera e cinematografia. Abbiamo anche un solido cast di personaggi (vi entreranno nel cuore) per dare vita a tutto, e da non dimenticare la meravigliosa colonna sonora che funge da sottofondo all’opera. La storia è ben strutturata con molte cose che accadono sempre: c’è azione, romanticismo, intrighi e viaggi dei personaggi ben sviluppati. Ma senza altri indugi, analizziamo meglio quest’opera.
Lo sfondo storico reale di Mr․ Sunshine
La serie si ispira a eventi storici realmente accaduti che hanno coinvolto una spedizione americana in Corea nel 1871, nonché la prima azione militare americana sull’isola di Ganghwa che ha portato alla morte di oltre 200 soldati coreani. A differenza della maggior parte dei drammi di Sageuk che trattano dell’occupazione giapponese della Corea, Mr. Sunshine si svolge prima dell’annessione giapponese, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Ha una forte attenzione sull’Esercito dei Giusti e descrive le vite delle persone che hanno combattuto per la libertà di Joseon. Eventi storici della vita reale come Shinmiyangyo, la guerra ispano-americana, l’assassinio dell’imperatrice Myeongseong, la guerra russo-giapponese, abdicazione forzata di Gojong e la battaglia di Namdaemun sono descritti o menzionati.
Mr․ Sunshine è incentrato su Eugene Choi (Lee Byung-hun), nato schiavo a Joseon. Dopo essere fuggito negli Stati Uniti dopo lo Shinmiyangyo del 187, diventa un ufficiale del Corpo dei Marines, e quando torna nella sua città natale per una missione incontra e si innamora della nipote di un aristocratico, Go Ae-shin (Kim Tae-ri), che fa parte dell’Esercito dei Giusti. Tuttavia, il loro amore è messo alla prova dalle loro diverse classi e dalla presenza di Kim Hui-seong (Byun Yo-han), un nobile che è stato fidanzato di Ae-shin fin dall’infanzia. Eugene incontra anche Goo Dong-mae (Yoo Yeon-seok), uno spietato samurai, e Kudo Hina (Kim Min-jung), proprietario del famoso “Glory Hotel” dove egli soggiorna. Allo stesso tempo, scopre un complotto dell’Impero del Giappone per colonizzare la Corea e presto viene coinvolto nella lotta per la sovranità di Joseon.
Una storia d’amore fatta di solo sguardi
In questo dramma non c’è una sola scena di un bacio. Mantenere la tensione romantica per 24 episodi richiede una meticolosa manipolazione della trama e dei dialoghi, qualcosa che Eun-sook Kim riesce a fare in modi sorprendentemente fantasiosi. Nel mondo occidentale di oggi, dove il romanticismo è stato ridotto a flirtare e poi cadere a letto con qualcuno, i rituali di educazione del legame qui potrebbero sembrare antiquati. Ma questo è il 1902: si applicano regole diverse e la moderazione è d’obbligo. Ci viene data la possibilità di riavvicinarci ai corteggiamenti di un tempo, i regni di Jane Austen, o anche In the Mood for Love di Kar-Wai Wong. Il dialogo è scarno, i silenzi vasti, gli eufemismi copiosi mentre ci sforziamo di leggere tra le righe o ascoltare i silenzi. Il dialogo ellittico di Eun-sook Kim è così raffinato, così suggestivo, così sensibilmente filigranato, che il dialogo di Austen tra Mr. Darcy ed Elizabeth sembra rozzamente letterale al confronto.
Tutti e tre gli uomini sono innamorati della stessa ragazza, Go Ae-shin, mentre Kudo Mina si ritrova alle prese con un amore non corrisposto con Eugene Choi. Le complessità dell’amore e il modo in cui si svolge il viaggio di ogni persona, indipendentemente dal fatto che finiscano con la persona che amano, sono garanzie per mantenere gli spettatori agganciati al dramma storico di Mr․ Sunshine. Il personaggio interpretato da Lee, Eugene Choi, potrebbe essere tutto americano, razionale e freddo, ma ciò non ha cambiato il fatto che si è innamorato di Go Ae-shin quando l’ha incontrata durante il suo ritorno in Corea.
Non ci sono principesse da salvare, ma donne forti
Byun nei panni di Kim Hee-sung, da parte sua, si ritrova a rimpiangere la sua decisione da giovane di far aspettare Ae-shin molto a lungo per la sua decisione di sposarla. Ha proseguito la sua educazione in Giappone e la dava per scontata. Quando decide di tornare a Joseon e ritrova di nuovo la ragazza sa esattamente cosa si era perso. Ma si rende conto che è troppo tardi, perché Eugene Choi è già lì per lei. Yoo interpreta l’intoccabile Go Dong-mae, figlio di un macellaio. Durante quel periodo, un macellaio appartiene agli strati più bassi della società e non vale nulla. È un uomo duro e violento con abilità di combattimento superiori, ma ha un debole per Ae Sin, la quale diventa una forma di ossessione.
Oltre al cast principale abbiamo altri personaggi che arrischino la trama di questo dramma, come Seung-Joon Lee nei panni del buono ma inefficace Re di Joseon, Moo-Seong Choi nei panni dell’artigliere che insegna ad Ae-shin come sparare, Kap-su Kim nei panni del maestro ceramista bevitore di birra e capo dell’Esercito dei Giusti clandestini e Yeon- Seok Yoo, il gangster giapponese di origine coreana che nutre una passione senza speranza per Ae-shin. Pochi di questi attori diventeranno mai nomi familiari in Occidente, ma i loro talenti si confrontano favorevolmente con molti artisti iconici di Hollywood.
Ciò che vedrete in Mr․ Sunshine sono dei personaggi femminili forti che combattono per una grande causa. Non ci sono principesse deboli e bisognose di protezione: le donne in questo drama sono l’opposto degli stereotipi di genere ampiamente accettati dalla società; sono personaggi che rompono la femminilità classica, mostrando una vera femminilità responsabile, premurosa, amorevole, appassionata, audace e forte. Abbiamo da una parte Go Ae-shin, nata in una nobile famiglia di Joseon, che si traveste da uomo per essere un cecchino per l’esercito dei Giusti, è patriottica e ha scelto più volte il suo paese rispetto all’amore. Dall’altra c’à Kudo Hina, una donna coreana che ha ereditato e gestito in modo indipendente un hotel in stile occidentale da un vecchio giapponese – che ha ucciso per giusta causa -, ed è una manipolatrice acuta, sempre due passi avanti a tutti gli altri, equilibrata e forte. Inutile dire che questa sua ambiguità la rende un personaggio magnetico, incredibile e davvero interessante.
Il maestro narratore
Dietro a Mr․ Sunshine troviamo la straordinaria Eun-sook Kim, una leggenda della sceneggiatura in Corea con molte serie di successo alle spalle. Questa regina della drammaturgia è qualificata in modo univoco per tessere una storia con fili intrecciati e farla risplendere di emozione, significato, tragedia e complessità. Qualificato, sì, ma non sono sicura che qualcuno avrebbe potuto prevedere un risultato così superbo. Sebbene le sue serie siano successi in Corea, i loro generi sono stati molto diversi da questo, che rientra nella categoria dei sageuk, film o serie che estraggono la storia e/o la mitologia della Corea.
Il genio di Eun-sook Kim va ben oltre il regno del romanticismo e del dialogo. Maestra dell’ironia e del paradosso, evita i cliché che ci si aspetta dal dramma di fascia alta e li sostituisce con scene strutturate in modo univoco che si svolgono con una precisione quasi musicale e ramificazioni multistrato che non sono mai prevedibili, sempre fresche e originali. Ha una piena comprensione della struttura narrativa e dello sviluppo del personaggio e sa come far ripiegare una trama su se stessa ancora e ancora. Potrebbe essere etichettata come una Julian Fellowes coreana (Downton Abbey), ma potrebbe essere addirittura meglio di così.
Un comparto musicale meraviglioso
Le canzoni usate in questo Kdrama sono davvero azzeccate. Trasmettono un’atmosfera malinconica e piena di speranza e supportano la trama in quanto aiutano a evidenziare un certo stato d’animo, evocano sentimenti e mostrano le emozioni dei personaggi. Il solo ascolto delle canzoni mi metteva felicità o tristezza e ha sicuramente reso quest’opera indimenticabile. Uno dei principali assi di Mr․ Sunshine è la sua qualità di prim’ordine: l’aspetto tecnico è perfetto, dalla fotografia mozzafiato alle musiche coinvolgenti e alle immagini strabilianti, ci serve un’esperienza cinematografica notevole per la produzione di questa serie drammatica. Le location elaborate e lo squisito design dei costumi sono una prova sufficiente che questo dramma coreano è perfetto sotto ogni punto di vista.
Le nostre conclusioni su Mr․ Sunshine
Mr․ Sunshine è una serie immensa, una storia tragica – lo avrete già capito, io sono quella delle serie strappalacrime – piena di sentimenti e un amore sconfinato per la propria patria. La stagione si compone di 24 episodi da 60 minuti ciascuno; per molti risulterebbe lenta e in alcuni episodi è così, ci sono momenti dove sarebbe bastato un po’ di azione in più invece di dialoghi lunghi su argomenti che erano stati trattati in alcuni episodi prima, ma le scene intense dei due personaggi varranno la pena a questa lentezza. Ricordo che potete trovare l’opera su Netflix. In attesa di un altro articolo di questa rubrica sul mondo dei drammi coreani vi invito a seguire il sito Kaleidoverse e iscrivetevi al nostro canale Telegram.