La scorsa estate due film l’hanno fatta da padrone: Barbie e Oppenheimer. Entrambi erano in lizza per gli Oscar, ma solo uno dei due ha portato a casa 7 statuette. Indovinate quale dei due ha compiuto una simile impresa? Oppenheimer. Ma che ne è dell’uomo dietro la maschera, quello che ha vinto il premio come miglior attore protagonista sia agli Academy che ai Golden Globes? Il nome è Cillian Murphy, e Kaleidoverse non vedeva proprio l’ora di parlarvene.
Lo farà in questo articolo di approfondimento in cui vedremo insieme chi è Murphy e quali sono i suoi migliori film – ordinati per anno. L’attore non è un volto nuovo ma è riuscito a conservare nel tempo un’aura di mistero intorno a sé, dettata principalmente dalla sua riservatezza. Nonostante questo qualcosa di ufficiale di lui si sa, e molto si può dedurre dalle tante produzioni – più di 40 – alle quali ha preso parte. Prima di avventurarci per i corridoi della sua ventennale carriera, però, è doverosa una panoramica sulla sua vita. Chi è Cillian Murphy?
Cillian Murphy: dalla fine dell’arcobaleno
Cillian Murphy è orgogliosamente irlandese. È nato e cresciuto a Cork dove ha scoperto il mondo del teatro, che lo ha plasmato imprimendogli dentro i suoi valori. Come ha dichiarato più volte, calcare le scene gli ha fatto toccare l’essenza della recitazione, dove ha trovato intimità, rispetto e collaborazione. La gavetta teatrale ha influenzato, così, la sua bussola recitativa nel mondo cinematografico, costellato da produzioni celebri e progetti più piccoli e indipendenti.
Sicuramente spiccano, nel curriculum di Murphy, registi come Danny Boyle (Trainspotting), Ken Loach (The Old Oak), Christopher Nolan (Memento) e Luc Besson (Léon). I film più indipendenti a cui Murphy ha lavorato, invece, battono tutti – o quasi – bandiera irlandese, e si confermano per la maggior parte delle piccole perle che meriterebbero un riconoscimento maggiore per i temi, le storie e i cast. L’attenzione dell’attore irlandese, comunque, per questa tipologia di recitazione intima è sfociata nel 2024 nella nascita di Big Things Films, la sua neonata società di produzione creata insieme al collega Alan Moloney (Perrier’s Bounty) che ha già presentato al Festival del cinema di Berlino il suo primo film, Small Things Like These, in cui tra l’altro Murphy ha una parte. Adesso, però, è ora di tornare indietro, per iniziare la nostra piccola e personale classifica dei suoi migliori film.
28 giorni dopo (2002)
28 giorni dopo non è il primo film di Cillian Murphy, ma rappresenta il suo salto dal panorama nazionale a quello internazionale. Dopo aver recitato in The Trench (1999) – dove aveva una piccola parte – e in Disco Pigs (2001), film tratto da una pièce teatrale alla quale Murphy teneva molto, è approdato nelle mani di Danny Boyle, che lui stesso ha definito “uno dei migliori registi al mondo“, e di Alex Garland (Ex Machina). Qui compare nei panni di Jim, lo spaesato protagonista della storia che, risvegliatosi da un coma, scopre che il mondo si è svuotato e che non ci si può più fidare delle persone.
28 giorni dopo è l’unico film al quale ha preso parte che Murphy riesce a rivedere, perché lo trova davvero ben fatto e perché ha un valore affettivo, come ha dichiarato a Variety, perché “quel film mi ha cambiato la vita“. È forse anche per questo che l’attore ha dato la sua disponibilità a Boyle e Garland per il sequel, tanto insperato quanto atteso, annunciato poco tempo fa – 28 anni dopo – anche se, al momento in cui questo articolo viene scritto, non è dato sapere se effettivamente Murphy abbia preso parte al progetto oppure no.
Breakfast on Pluto (2005)
Breakfast on Pluto arriva per Cillian Murphy dopo film – alcuni anche molto celebri, come La ragazza con l’orecchino di perla (2003) o Ritorno a Cold Mountain (2003) – in cui ha avuto piccole parti. La pellicola tratta dal romanzo di Patrick McCabe lo riporta al centro del palco, dandogli un ruolo da protagonista tanto di nicchia quanto iconico. La storia segue le vicende di Patrick/Gattina, una donna transgender irlandese che percorre un lungo viaggio – sia esteriore che interiore – alla ricerca della madre perduta.
Il film è un’eccellente prova attoriale per Murphy, fan del romanzo, che ha dichiarato quanto la prospettiva di interpretare il personaggio di Gattina sia stata un’esperienza stimolante, una sfida che va al di là del mero aspetto fisico – sul quale ha comunque dovuto lavorare. È il viaggio interiore del personaggio a risultare tanto affascinante e a catturare l’attenzione dello spettatore, e se è così è perché Murphy è riuscito a cogliere le sfumature di complessità presenti dietro la facciata sfrontata e ingenua di Gattina, incarnate tanto da lui quanto dal movimentato contesto nel quale si muova la storia.
Il vento che accarezza l’erba (2006)
Subito dopo Breakfast on Pluto Murphy ha preso parte a Il vento che accarezza l’erba, dramma storico sull’occupazione britannica dell’Irlanda diretto da Ken Loach e scritto da Paul Laverty (Sorry We Missed You) che ha vinto la palma d’oro al 59° Festival di Cannes, nel quale ricopre nuovamente il ruolo del protagonista, un medico che decide di restare in patria per combattere contro i soldati britannici. La storia è toccante e molto educativa, e l’interpretazione di Murphy raggiunge l’apice nel finale della pellicola, granitico e tragico.
Cillian Murphy ha affermato di essere molto orgoglioso di aver preso parte a questo progetto perché racconta approfonditamente una fetta della storia irlandese che lui in primis non conosceva a fondo. Il personaggio a cui presta i connotati – Damien O’Donovan – è un medico che sceglie di non subire passivamente l’oppressione britannica e reagisce di fronte al dolore e all’ingiustizia, facendosi ispirare ma ispirando a sua volta il coraggio e la feroce determinazione di chi non è disposto a rinunciare alla possibilità di vivere nel proprio paese liberamente.
Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012)
Galeotta fu la trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan (2005-2012), che ha fatto conoscere il regista britannico e l’attore irlandese, dando vita a un sodalizio che ha regalato al mondo Oppenheimer. Ritornando però ai cinecomics sul Bruce Wayne di Christian Bale, c’è da dire che Murphy ricopre un ruolo piuttosto secondario, quello del dottor Crane alias Spaventapasseri, villain che dà adito a una tendenza molto cara alla DC Comics: se lavori in un manicomio è molto probabile che alla fine tu impazzisca – o, nel caso di Crane, che tu pazzo lo sia già.
Nonostante quindi la presenza di Murphy sia abbastanza singhiozzante nel corso dei 3 film abbiamo scelto il capitolo conclusivo della trilogia, dove l’attore ha sì una scena sola, ma immensamente iconica. Ci riferiamo alla sequenza del tribunale, dove Crane giudica le persone che gli vengono poste innanzi, condannandole a morte o all’esilio. Una scena per la quale Murphy non si era affatto documentato: ha dichiarato in seguito di essersi presentato sul set totalmente inconsapevole di quello che avrebbe dovuto fare, anche se non si direbbe affatto.
Il volo del falco (2014)
Ritorniamo al cinema indipendente e d’autore con Il volo del falco, pellicola di Claudia Llosa (Il canto di Paloma) molto trascendentale e introspettiva. In seno a questo film Cillian Murphy interpreta uno dei personaggi principali, Ivan, figlio di una Jennifer Connelly (Requiem for a Dream) sciamanica e imprendibile. L’uomo, che ha interrotto ogni rapporto con la madre, decide di accompagnare una giornalista – interpretata da Mélanie Laurent (Bastardi senza gloria) – tra i ghiacci artici, dove la donna dovrebbe trovarsi.
Il carico emotivo del film è abbastanza pesante, fatto di silenzi, sguardi freddi e distaccati, ma anche di una mole di sentimenti che restano sopiti fino alla conclusione, nella quale Murphy dà una prova attoriale toccante nella quale gli spettatori sono portati a rivedersi. Perché il rapporto con i genitori, e in particolare con la madre, è uno dei topoi più drammatici e struggenti della storia dell’umanità fin dai suoi albori e in questo contesto è declinato nel distacco dalla madre, dalla libertà – impersonata dal falco – e dal dolore che questo passaggio comporta.
Missione Anthropoid (2016)
Dopo un dramma introspettivo, eccone uno storico tratto da un evento realmente accaduto. Missione Anthropoid, diretto da Sean Ellis (Cashback), che lo ha scritto con Anthony Frewin (London Blues), racconta lo svolgimento dell’operazione Anthropoid, avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale, che portò alla morte del generale delle SS Reinhard Heydrich, ucciso da militari cecoslovacchi appoggiati dal governo britannico nel maggio del 1942.
Cillian Murphy veste ancora una volta i panni di uno dei personaggi principali insieme a Jamie Dornan (Assassinio a Venezia): si tratta dei due militari Jan Kubiš (impersonato da Dornan) e Josef Gabčík (interpretato da Murphy), fautori principali dell’operazione. Non è la prima volta che Murphy prende parte a film ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale, e in merito al peso di quegli anni ha dichiarato che è impossibile per un attore capire completamente com’era vivere in quel periodo, ma che l’impegno nel dare vita a persone realmente esistite che hanno sacrificato la loro vita e la volontà di far conoscere le loro storie prevalgono in ogni caso.
The Party (2017)
Abbandoniamo il passato storico in favore di un dramma pateticamente moderno: The Party. La pellicola è firmata da Sally Potter (Orlando) sia alla regia che alla sceneggiatura. La storia è tanto semplice quanto sfaccettata: Janet (Kristin Scott Thomas) dà una festa a casa sua per festeggiare un importante traguardo lavorativo e invita i suoi amici più cari, ma nel corso della serata le cose prendono una piega davvero inaspettata, esponendo i segreti dei partecipanti.
Interamente girato in bianco e nero, The Party è un dramma squisitamente britannico in cui Cillian Murphy ricopre il ruolo di personaggio secondario. È Tom, uomo del mondo dell’alta finanza, accompagnato da una buona dose di cocaina, una pistola e tanta, tantissima isteria che riversa a fasi alterne sugli altri invitati, incapace di accettare che la sua vita coniugale abbia raggiunto il capolinea. L’uomo tenta di farsi giustizia da solo per poi desistere, lasciando emergere una fiera pateticità che ben si accoppia con quella degli altri personaggi.
A Quiet Place – Parte II (2020)
Abbiamo deciso di non includere Dunkirk (2017) nell’elenco dei migliori film perché abbiamo potuto osservare Murphy in altre pellicole dello stesso genere, e abbiamo scelto di parlarvi di Missione Anthropoid, in cui ricopre un ruolo sicuramente maggiore. Spostandoci invece lontano dai campi di battaglia andiamo nell’horror. A Quiet Place ha riscosso molto successo, così come il suo sequel nel quale John Krasinski (The Office) sta solo dietro la macchina da presa e lascia a Cillian Murphy il ruolo di co-protagonista della storia, affiancando Emily Blunt (The Fall Guy).
Il personaggio di Murphy, Emmett, risente molto dell’amore dell’attore per il primo film e per l’approccio di Krasinski al progetto. Cillian Murphy lo ha dichiarato in più occasioni: adora lavorare con registi che riescono ad infilarsi nei loro film da più punti di vista e che sono completamente dediti al loro lavoro. Inoltre, Krasinski ha scritto anche la sceneggiatura, il che significa che è stato molto più facile entrare nel mondo di A Quiet Place e allargarlo un po’. E chissà se ritroveremo Emmett nella terza parte della storia della famiglia Abbott – per quanto non si abbia ancora una data precisa.
Oppenheimer (2023)
E arriviamo, quasi in conclusione, al film con cui abbiamo aperto: Oppenheimer, di Christopher Nolan. La pellicola sulla vita di J. Robert Oppenheimer, il padre dell’atomica, impersonato da un Cillian Murphy eccezionale, in grado di esprimere solo con lo sguardo la duplice natura di un uomo infinitamente complesso e bistrattato. Una storia carica di tensione e sottilmente terrificante, in piedi sia nel mondo reale, dove si anima Los Alamos, sia nella mente del fisico, dilaniata tra orgoglio e senso di colpa.
Cillian Murphy in merito al progetto ha riconfermato il suo sodalizio con Nolan, che da anni lo inserisce nelle sue pellicole e con il quale ha un rapporto bellissimo fatto di fiducia e amore per la settima arte, e che questa volta ha deciso di dare a Murphy il ruolo del protagonista. E mai scelta fu più azzeccata: l’uomo si fonde con il ruolo ed esplode proprio come gli atomi rappresentati nel film, acchiappando lo sguardo di un mondo che ha iniziato a notarlo per davvero solo da poco.
Una menzione speciale: Peaky Blinders (2013-2022)
In questo articolo abbiamo pensato a una classifica cinematografica, ma non potevamo chiudere senza citare il fenomeno cult che è stato – ed è tuttora – Peaky Blinders. La serie TV, realizzata da Steven Knight (La promessa dell’assassino). vede Cillian Murphy nei panni di Thomas Shelby, gangster scozzese a capo della banda dei Peaky Blinders. Questa lunga storia ha abbracciato per gli spettatori un decennio – dal 2013 al 2022 – e per i personaggi un lasso di tempo più lungo – l’intervallo tra le due grandi guerre.
Tommy Shelby è il personaggio di Cillian Murphy – almeno, per il momento. Racchiude al suo interno tutta l’esperienza dell’attore, tutto il suo talento e la sua espressività, e tutto questo non passa inosservato. Murphy ha deciso di entrare nella parte pensando a Shelby come a un uomo che non ha paura di morire, perché è sopravvissuto alla Prima Guerra Mondiale, e si vede. L’uomo passa da stati di completa apatia alla furia più cieca e alla disperazione feroce della perdita in un arco che si conclude con eleganza e anche un tocco di mistero.
Cillian Murphy: essere grati
Una delle cose che colpisce di più di Cillian Murphy è la sua gratitudine nei confronti del mondo della recitazione e di tutti i suoi componenti. In tutte le interviste da lui rilasciate non ha mancato di notare la bravura e la dedizione del comparto tecnico che si muove dietro la macchina da presa e che, secondo lui, compongono lo scheletro imprescindibile di ogni film o serie TV. Riconoscere ciò lo ha aiutato a ridimensionare enormemente il suo ruolo che, per quanto immenso, resta incorniciato in seno a una produzione che gli permette di potersi esprimere. Viste queste considerazioni, speriamo che il suo lavoro in veste di produttore sarà altrettanto dedito.
Voi conoscevate già Cillian Murphy? Quali dei film che abbiamo citato avete visto? Ditecelo con un commento qui su Kaleidoverse o sulle nostre pagine social, che potete seguire per restare sempre aggiornati sugli ultimi articoli pubblicati – come il nostro approfondimento su Jack Black, quello sui personaggi secondari delle serie TV o quello sulla carriera del mitico Akira Toriyama. Vi ricordiamo inoltre i nostri due gruppi community su Facebook e Telegram, dove possiamo chiacchierare insieme delle ultime novità in campo cinematografico e non solo. Vi aspettiamo!