Shōgun è sicuramente la serie su cui Disney+ ha puntato a inizio anno e, ora che si è conclusa, possiamo dire che ha fatto bene. Ma perché Disney+ ha fatto centro puntando su Shōgun? Prima di parlare dei motivi facciamo un passo indietro e parliamo di cos’è Shōgun. La serie, che aveva già una trasposizione del 1980, riporta sul piccolo schermo il romanzo del 1975 scritto da James Clavell. Le vicende narrate coprono vari argomenti ma tra tutti spiccano il rapporto tra l’Occidente e il Paese scoperto da poco ossia il Giappone. Da un lato avremo la lotta continua tra Inghilterra, Spagna e Portogallo per accaparrarsi le rotte migliori. Dall’altro il popolo giapponese il quale vuole mantenere una certa indipendenza dal resto del mondo.
La storia narrata ha tre protagonisti principali, Blackthorne, Mariko e Toranaga, ed ognuno avrà un ruolo fondamentale per la trama costruita ad hoc da Clavell. Il Reggente Toranaga Yoshii finisce, suo malgrado, in mezzo ad una disputa insieme agli altri quattro Reggenti Ishido, Ohno, Kiyama e Sugiyama. Come se la caverà il nostro Toranaga e che ruolo avranno Blackthorne e Mariko in questo scontro? Per scoprirlo potete leggere le nostre recensioni a riguardo Shōgun Recensione: lo shogunato come non l’avete mai visto e Shōgun Recensione finale di stagione. Troverete le risposte alle vostre domande e, per saperne ancora di più, potete leggere il romanzo stesso o guardare direttamente la serie. Ora però scopriremo perché Disney+ ha fatto centro spingendo molto su Shōgun.
Il fascino del Giappone non delude mai
Chi almeno una volta nella vita non ha pensato di visitare il Giappone? Che sia per via della cultura, dei paesaggi o – perché no? – anche per un viaggio culinario lo abbiamo pensato tutti. In Shōgun si respirano innumerevoli motivi per cui visitare questo Paese splendido e ricco di esperienze da fare. L’unione del fascino dell’era dello shogunato con i favolosi paesaggi fa sì che lo spettatore riviva a tutto tondo l’esperienza del Giappone feudale. Questo è merito della regia, della sceneggiatura e di una cura dei dettagli davvero strabiliante e che donano valore all’intera serie. Se poi aggiungiamo la bravura di Hiroyuki Sanada, Cosmo Jarvis e Anna Sawai, oltre a tutti gli altri, la miscela per una bomba è completa. Non dimentichiamo il lavoro di fino fatto da scenografi e costumisti per poter far vivere lo spettatore nel Giappone feudale.
Innegabilmente il Giappone attira tutti con il suo fascino e questa serie ha dato un motivo in più per scoprire le infinite sfaccettature. Seppur sia stato scoperto quasi 500 anni fa continua a stupirci per le cose che si possono scoprire data la sua storia millenaria. In questi termini possiamo di certo affermare che la sua storia è ancora in parte da scoprire insieme alle sue usanze più arcane.
Gli attori sono stati una scelta azzeccata
Prima abbiamo nominato Sanada, Sawai e Jarvis perché sono i tre principali protagonisti. A fare la loro parte egregiamente non sono stati solo loro però e infatti abbiamo un Yabushige interpretato da un magnifico Tadanobu Asano. Takehiro Hira nei panni del fino troppo arrogante Ishido o ancora Hiromatsu il cui volto è di Tokuma Nishioka. Potremmo star qui a citarli tutti perché ognuno di loro ha dato una ferma interpretazione e caratterizzazione del personaggio ricoperto. L’insieme di un cast così favoloso ha creato un prodotto di un livello davvero alto e senza cali di prestazione. Ha sicuramente aiutato la trama solida del romanzo di Clavell oltre alla direzione da parte degli ideatori Rachel Kondo e Justin Marks. Ciò non toglie che chi ha avuto il compito di scegliere gli attori abbia preso delle ottime decisioni.
L’armonia tra l’interazione dei vari personaggi è davvero un fiore all’occhiello di questa serie. Si è consci di star guardando una serie solo quando finisce e iniziano i titoli di coda perché sennò sembra di essere sul set. Lo spettatore si sente parte delle scene, viene inglobato e immerso totalmente nell’esperienza visiva il che lo porta ad un coinvolgimento maggiore. Una cosa da sottolineare è l’utilizzo della lingua giapponese ma soprattutto sulla traduzione di queste parti. Il modo in cui alcune parti vengono tradotte, nei sottotitoli e nei dialoghi, puntano sull’enfatizzare il significato di determinate parole. Il mettere i puntini sulle i sulla presenza di sama (eleva l’importanza verso quella persona) è uno dei tanti esempi che potrete trovare nella serie. Questo indica l’importanza data anche a questo dettaglio linguistico dettato dalla lingua giapponese la quale è, come sappiamo, molto complessa e articolata.
Siamo giunti alla conclusione
Queste sono le motivazioni, secondo noi, per cui dovreste vedere Shōgun e il perché Disney+ ha fatto centro. Se volete essere certi del nostro punto di vista e non avete ancora visto la serie, ora non avete più scuse per non recuperarla.
Che idea vi siete fatti voi su Shōgun? Avete visto solo la serie o avete letto anche il romanzo? Fatecelo sapere nei commenti utilizzando i social Facebook e Instagram. Entrate a far parte della community di Telegram così potrete farci sapere direttamente a noi cosa ne pensate. Andando sul sito di Kaleidoverse potete trovare altri approfondimenti oltre a nuove recensioni e guide ogni settimana. Che aspettate quindi, andate a commentare e noi vi aspettiamo alla prossima recensione o approfondimento!